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I genitori troppo invadenti e protettivi stanno distruggendo la scuola? L’esperta: “Niente slogan, ma troviamo una soluzione”

La vicepresidente dell’ANPE Paola Daniela Virgilio si pronuncia su Fanpage.it riguardo il sempre più difficile rapporto tra genitori, figli e insegnanti: “Bisogna riformulare la struttura del dialogo tra scuola e famiglie”
Intervista a Paola Daniela Virgilio
Pedagogista e Vice Presidente ANPE (Associazione Nazionale Pedagogisti).
A cura di Niccolò De Rosa
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Insegnanti e genitori

A pochi giorni dal definitivo ritorno a scuola, in Italia è già polemica per le parole pronunciate da un gruppo di pedagogisti ed esperti di educazione nei confronti dei genitori moderni, accusati di essere troppo protettivi e invadenti nelle questioni scolastiche che dovrebbero riguardare solo i loro figli.

L'appello, lanciato sulle pagine del quotidiano La Repubblica, ha infatti puntato il dito sulle eccessive ingerenze di mamme e papà italiani che, dalle elementari fino all'ultimo giorni delle superiori, tendono sempre più a interferire nelle attività didattiche, contestare l'operato degli insegnanti e opprimere i ragazzi con un controllo costante nella loro quotidianità.

"Fuori i genitori dalle scuole" dicono i pedagogisti, invitando i troppi "genitori elicottero" a riporre maggiore fiducia negli insegnanti e, soprattutto, a lasciare che i loro figli possano vivere la scuola con maggiore serenità e autonomia.

Un problema sempre più sentito

Quello dei genitori troppo presenti e invadenti non è certo una novità. Già nel 2023 in un'intervista al Corriere della Sera il filosofo Umberto Galimberti aveva denunciato il dilagante fenomeno dei "genitori sindacalisti dei figli", sempre pronti a difendere i loro ragazzi e a incolpare gli insegnanti, spesso percepiti più come aguzzini incompetenti e vendicativi che come utili alleati per l'educazione dei giovani.

Insegnante

Questa volta, però, gli esperti hanno messo nel mirino anche la mania di controllo e il protagonismo di alcuni genitori, facilitati da una società iper-connessa che, attraverso strumenti come lo stesso registro elettronico (criticatissimo da molti pedagogisti), sembra aver spogliato i bambini e i ragazzi di oggi di ogni autonomia.

"I ragazzi di oggi non hanno più la possibilità di sbagliare, di sperimentare la frustrazione, di imparare dai propri errori" ha dichiarato a Repubblica Raffaele Morelli, psicoterapeuta e saggista.

Il parere della pedagogista

La questione, insomma, è spinosa e complessa, soprattutto perché in ballo c'è il futuro delle nuove generazioni, le quali – stando alle preoccupazioni degli esperti – rischiano di crescere represse impreparate alle sfide della vita adulta.

Ma è davvero tutta colpa dei genitori? Siamo realmente di fronte ad un'invasione di madri e padri incapaci di lasciare che i figli siano i primi artefici della loro istruzione?

"Piuttosto che additare i genitori come impiccioni, dopo aver tanto parlato di patto di corresponsabilità scuola famiglia, dovremmo analizzare come l’istituzione scolastica possa concretamente creare collaborazione per il benessere dei ragazzi e delle ragazze" afferma Paola Daniela Virgilio, vice presidente dell'Associazione Nazionale Pedagogisti.

"Ora i genitori sono ingombranti e invadenti ,ma chiediamoci quando e dove si è persa la fiducia nella professionalità dei docenti. Dove e quando i docenti hanno perso il ruolo istituzionale autorevole che li vedeva rispettati e riconosceva le loro competenze"

Esiste un problema "genitori" nella scuola di oggi?

Credo che i genitori non disconoscano le competenze dei docenti ma che vada riformulata una struttura del dialogo e delle comunicazioni scuola famiglia. Il sistema scolastico ha strumenti nuovi, come l'ormai celebre registro elettronico, che però viene utilizzato male.

Come mai?

Se è vero che l’adolescente cresce opponendosi alle regole – e per questo tali regole rimangono importantissime –  è anche vero che il controllo dei genitori sul registro elettronico oggi è stato travisato. I voti che appaiono giornalmente sul registro ormai spingono i genitori a esercitiare una ulteriore valutazione su come il docente abbia valutato il ragazzo.

Paola Daniela Virgilio
Paola Daniela Virgilio, pedagogista, docente universitaria e vicepresidente ANPE.

Come si possono aiutare le famiglie a gestire gli strumenti della modernità senza diventare opprimenti?

È mia personale opinione che le più brillanti, competenti e autorevoli voci debbano lanciare soluzioni. Io i genitori li voglio a scuola, nessuno deve restare fuori. E gli slogan fanno male. Nessuno deve dire ‘fuori i genitori dalle scuole'. Sarà opportuno starci dentro con spirito di impegno e collaborazione. Si cresce insieme. E, come noi pedagogisti diciamo spesso, non esistono ricette per fare i genitori. Solo quando il territorio e la politica si incontreranno con il tessuto sociale e i suoi bisogni effettivi, con le paure vere e le vulnerabilità odierne sarà possibile dare voce a un futuro migliore.

Cosa servirebbe per invertire la tendenza?

Tra i bisogni e i bisogni percepiti c'è un universo tutto da leggere. Per rispondere alle difficoltà con i fatti, ci vuole sinergia e attenzione: è più facile dialogare, interagire e collaborare con i genitori presenti che con quelli assenti. Tramutiamo questa presenza dei genitori, a volte invadente, in occasione per una relazione costruttiva scuola famiglie. Personalmente chiederei al Ministro di inserire tra le figure di sistema a scuola il pedagogista per la cultura della formazione e dell’educazione: sarebbe una guida concreta e un supporto per famiglie e docenti.

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