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I genitori si affidano prima a ChatGPT, per i malanni dei figli, che ai medici: lo studio

I genitori si affidano spesso all’Intelligenza Artificiale per curare piccoli acciacchi dei loro bambini, ma non è sempre corretto, ChatGPT dà consigli generici, senza conoscere la storia clinica del piccolo.
A cura di Sophia Crotti
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genitore e bambino

I genitori si affidano a ChatGPT, come fosse il pediatra dei loro bambini. A confermarlo è stato uno studio svolto dal dipartimento “Life Span Institute dell’Università del Kansas, su 166 genitori di età compresa tra i 18 e i 65 anni.

Mamme e papà hanno dovuto prima spiegare cosa sono soliti fare quando il loro bambino ha qualche strano sintomo, compilando un questionario e poi sono stati messi alla prova, con una serie di consigli medici che hanno potuto leggere, alcuni generati dall’IA, altri da pediatri in carne ed ossa, e che hanno dovuto selezionare in base a più o meno affidabili, senza sapere chi li avesse scritti.

I genitori si fidano più di ChatGPT che dei pediatri

Lo studio ha dato un risultato incredibile, secondo i ricercatori, quando le indicazioni di ChatGPT, su come curare un raffreddore o la febbre, erano molto simili a quelle dei medici, i genitori tendevano a fidarsi dei pediatri, quando però, discostavano, i genitori si fidavano molto di più del medico virtuale. 

Secondo la dottoressa Calissa Leslie Miller, una delle principali firme dello studio, intervistata da Parents, quando si parla di informazioni mediche per i propri figli, i genitori tendono ad affidarsi molto a ChatGPT per diversi motivi.

Innanzitutto le informazioni online sono facilmente recuperabili, se il bimbo non ha un sintomo così complesso da curare, chiedere all’intelligenza cosa fare è sicuramente più immediato che mettersi in lista d’attesa per consultare il pediatra. In secondo luogo l’IA fornisce le informazioni in maniera schematica e molto semplice da comprendere. Questo accade anche perché l’IA capisce che tipo di interlocutore si trova davanti e riesce a dargli proprio il tipo di risposta che lui desidera.

Dopo il consulto con Chat GPT non può mancare quello del pediatra

Calissa Leslie Miller, la dottoranda in psicologia clinica che si è occupata dello studio, ha spiegato a Parents, perché questa devozione a ChatGPT, quando si tratta della salute dei propri bambini deve anche essere messa a freno.

  • Attenzione ai consigli sui farmaci:Le informazioni che ChatGPT da potrebbero essere generali e non davvero adatte al bimbo in questione, seguirle pedissequamente potrebbe fargli del male”. Le macchine, infatti, a differenza di un pediatra, non conoscono la cartella clinica del bambino, né l’entità dei suoi sintomi e questo è molto pericoloso nel suggerirgli poi una cura da seguire.
  • Informazioni rassicuranti e comprensibili non significa che siano giuste: l’IA utilizza proprio il linguaggio con cui il lettore desidera interfacciarsi, ma non sempre dice cose corrette. “È importante che i genitori sappiano sempre che alcuni consigli sono dati dall’IA e che devono essere verificati poi con un esperto”.
  • Farsi aiutare, ma poi scegliere insieme al pediatra: ChatGPT può essere utile, secondo l’esperta, a prepararsi su un tema, sia anche la patologia che si sospetta in un figlio, per essere pronti a dare vita ad un dialogo costruttivo con l’esperto.

Come i genitori dovrebbero rapportarsi alle informazioni sanitarie sui figli online

La prima cosa importante è che i genitori imparino a distinguere un testo scritto, anche online, da un esperto, sia un pediatra o un medico specializzato nella cura di particolari patologie infantili, da uno formulato dall'intelligenza artificiale.

La dottoressa Leslie Miller ha spiegato a Parents, che per individuare un testo scritto dall'IA si deve fare attenzione ad alcuni elementi: "I testi generati dall'IA tendono ad avere sempre lo stesso tono, neutro, generico e non troppo dettagliato".

La dottoressa spiega poi che spesso gli articoli formulati da esperti in carne ed ossa, invece, sono costellati da esempi tratti dalla propria esperienza ambulatoriale. "In ultimo un testo scritto da uno specialista spesso rimanda a studi o ricerche universitarie". 

bimba dal pediatra

La cosa importante dunque, non è scegliere di chi fidarsi, ma riconoscere che serva una collaborazione tra informazioni trovate online e poi sempre vagliate da un professionista a cui sottoporre il malessere del proprio bambino.

Il dottor Mordechai Raskas alle pagine di Parents ha infatti spiegato che spesso anche gli stessi professionisti si affidano a internet: "Non c'è nulla di sbagliato nel vedere un professionista cercare online approfondimenti o qualche nozione che gli sfugge, l'importante è saper poi nella pratica mettere in atto quanto letto su internet e saperlo associare alla specificità di ogni paziente". 

La dottoressa Leslie Miller, comunque è convinta del fatto che quando si tratta di contenuti sanitari, sarebbe meglio che questi dopo essere stati generati dall'Intelligenza Artificiale passassero sempre il vaglio di un esperto del settore, per scongiurare il peggio.

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