“I figli non sono grati per i regali ma per il tempo insieme”: l’esperto commenta le parole di De Martino
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Stefano De Martino, intervistato da Luca Gazzoli in una puntata del podcast “The BSMT”,ha parlato della sua carriera e della sua vita privata, facendo luce su un dissidio interiore che in realtà, come spiega il dottor Vincenzo De Butis Ficarola, a Fanpage.it, provano molti, se non tutti i genitori.
"Prima dicevo sì a tutto, "poi mi organizzo". Poi ho compreso che devi sempre scegliere tra dedicarti a lui o a una carriera. Ho capito che i figli non ti saranno riconoscenti per le cose materiali, ma per il tempo passato con loro. Vale più un pomeriggio passato con loro che una casa di proprietà" ha detto a Gazzoli.
Il dottor Vincenzo De Bustis Ficarola, psicologo, psicoterapeuta familiare e direttore del centro di terapia familiare di Milano ha commentato a Fanpage.it le parole di De Martino, spiegando l'importanza di non decontestualizzare un discorso che arriva da un padre separato, che vive la sua genitorialità con una sua personale carriera e condizione economica, ma anche quanto dire che i genitori sono soli e spesso obbligati a dover rinunciare a del tempo con i figli per lavorare, sia importante.
Dottore, De Martino parlando della difficile gestione di carriera e figli dice "Fare il genitore è difficile perché stai crescendo mentre allevi una persona", cosa intende?
Intende che i figli accompagnano inevitabilmente lo sviluppo di carriera dei loro genitori, sia che questa sia già avviata prima della loro nascita o stia per avviarsi, dando vita a dei cambiamenti. Proprio in questo senso i genitori crescono insieme ai figli, mutando o mantenendo identici i propri interessi in base ai bimbi e alle loro esigenze, in una continua evoluzione.
È proprio di tutti i genitori questo senso di colpa legato al tempo che si trascorre al lavoro, rispetto al tempo che si trascorre con i figli?
Sì, anche se penso che questo dissidio possa acuirsi quando si parla di persone, come Stefano De Martino, che hanno una carriera avviata nel mondo dello spettacolo. Questo perché io ricordo una bambina che venne da me in studio, figlia di due personaggi famosi, e che mi disse che la sua più grande sfortuna era essere nata in quella famiglia. La pressione mediatica che questi genitori in particolare hanno, ricade anche sui figli, che invece avrebbero bisogno di invisibilità. Questo provoca nei genitori un forte senso di colpa e nei figli un sentimento ancora più forte legato all'assenza da parte di mamma e papà.
Il genitore, in generale, è sempre afflitto da centinaia di sensi di colpa continui, anche perché ci troviamo in una condizione antropologica di facilissimo giudizio. Tutti giudicano, sia i fan se si è noti, che gli amici che chi non si conosce con giudizi che fanno sentire sempre straordinariamente inadeguati. I genitori davanti a questo senso di inadeguatezza corrono ai ripari, cercando di conquistarsi i figli per come possono, tramite promesse, eccessiva disponibilità.
È vero che "vale di più il tempo che si trascorre con i figli, che quello che si trascorre al lavoro seppur per garantire a loro un futuro migliore?
È una verità che i figli non si ricorderanno dei loro genitori solo per l’eredità che anni di lavoro potrà lasciare loro ma per il tempo dedicato loro o meglio la qualità di quel tempo. Ma credo anche che questa frase non vada decontestualizzata, perché De Martino, è una persona che può permettersi economicamente di lavorare di meno per stare di più con il proprio figlio.
In generale poi bisogna sapersi adattare alle esigenze dei figli, stando vicino loro, dando loro l'affetto di cui hanno bisogno, cercando di fare ciò che fanno tutti i genitori, ossia il proprio meglio.
Cosa porta i genitori a vivere questo dissidio tra carriera e figli?
Innanzitutto l’organizzazione della nostra società che non aiuta i genitori, li sottopone a giudizio, diminuisce gli stipendi e aumenta costantemente il costo della vita. Molti genitori non possono scegliere tra carriera e figli, sono obbligati a lavorare sempre ma non per costruire il futuro dei loro bambini, quanto più il presente fatto di spese mediche, mutuo e rate dell’asilo. Inoltre i genitori sono lasciati completamente soli, senza servizi. Tutto questo crea insoddisfazione, nervosismo, forte senso di inadeguatezza. Ci si salva da questa situazione solo con la superficialità, che non è la soluzione però.
Cosa consiglia ai genitori che vivono questo dissidio tra carriera e tempo per i figli?
Innanzitutto il mio consiglio è di non vergognarsi di chiedere aiuto ai figli, senza voler per forza riuscire a fare tutto da soli, i bambini sanno collaborare con i genitori che chiedono loro una mano. Poi di non limitarsi nel porre delle regole, anche se si sta poco tempo insieme, i bambini hanno bisogno dei limiti che i loro genitori danno loro, li fanno sentire accuditi e amati, molto più che riempirli di regali per sopperire alle proprie assenze o mancanze.
Garantire ai figli il tempo che si ha a disposizione oltre al lavoro, ma di qualità, basta?
Sì, io penso che i genitori cerchino sempre di fare al meglio tutto, e invece bisogna solo distinguere ciò che è necessario e indispensabile da tutto ciò che è superfluo. Basta svegliarsi insieme la mattina, fare una beve colazione insieme, ritagliarsi tempo una volta alla settimana per accompagnare i bambini a scuola o avere una conversazione con loro, anche breve ma che davvero li ascolti. I genitori schiacciati da una sorta di ansia di prestazione pensano di doversi annullare, non è così.
Un genitore che mentre cresce un figlio realizza anche la sua carriera sbaglia o fa bene?
Se sta bene fa stare bene anche suo figlio. Una mamma o un papà che si sentono realizzati, fanno stare bene anche loro figlio, la questione è quanto costa sentirsi un adulto realizzato, se questo porta i bambini a manifestare una mancanza è molto importante scendere a compromessi, aprendo gli occhi e dedicando loro il giusto tempo. I bambini mandano dei segnali che non sempre si riescono a cogliere, e non è questione di tempo che si trascorre con loro, ma appunto di fare attenzione alle cose importanti.