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I figli maschi hanno un più elevato rischio di morte prematura se la mamma ha fumato durante la gravidanza: lo studio

Una nuova ricerca condotta dall’Università di Aberdeen ha scoperto che le ripercussioni del fumo in gravidanza sono peggiori sui figli maschi che sulle figlie femmine, a meno che questi decidano di non prendere il vizio della madre e di salvarsi dal rischio di morte precoce decidendo di non fumare.
A cura di Sophia Crotti
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fumo in gravidanza

Il fumo in gravidanza è tossico oltre che per la madre anche per il suo bambino. Come riporta il Ministero della Salute, inalare quelle oltre 4.000 sostanze dannose ad ogni tiro è una delle cause principali di aborto spontaneo, possibilità di parto prematuro e aumento della mortalità perinatale e infantile, dal momento che questo è correlato alla morte in culla. Un gruppo di ricercatori dell'Università di Aberdeen è però voluto andare ancora più a fondo ed ha esaminato i dati relativi alla salute di 500.000 persone del Regno Unito per indagare la genetica legata a questa sostanza tossica per il corpo umano dall'infanzia all'età adulta. I risultati, pubblicati sulla rivista scientifica eBiomedicine, inserto di The Lancet Discovery Science, hanno evidenziato per la prima volta una differenza tra ciò che il fumo provoca nei bambini e nelle bambine.

Lo studio sugli effetti del fumo dal pancione alla vita adulta

I ricercatori dell'Università di Aberdeen, capitanati dal professore di scienze mediche traslazionali Paul Fowler, si è soffermato sulla relazione genetica tra mamme e figli ormai adulti, maschi e femmine, scoprendo che esistono vere e proprie varianti genetiche, nelle donne, in grado di determinare che con molta probabilità svilupperanno una dipendenza dal fumo durante la gravidanza.

Ma la vera scoperta è stata che il fumo della madre aveva ripercussioni diverse a seconda che nella sua pancia si trovasse un figlio maschio o una figlia femmina. I bambini, infatti, mostravano cambiamenti nei geni fetali del fegato a partire dalla 17esima settimana di gestazione, se la donna che li portava in grembo era una fumatrice.

Le ripercussioni negative, poi per i figli maschi, continuavano nell'età adulta, culminando con una più alta probabilità di morte premautra a meno che gli uomini interrompessero la catena di questa malsana abitudine evitando le sigarette nella loro vita. "Grazie a questa scoperta, potremo essere in grado di mitigare gli effetti negativi dell'esposizione al fumo materno, sia sottoponendo le madri fumatrici a screening genetici, sia dando vita a campagne sanitarie volte a cessare il fumo nei figli di fumatrici" spiega il professor Fowler. Gli uomini, inoltre, rispetto alle figlie femmine hanno maggior probabilità di sviluppare un cancro e il diabete di tipo II in età adulta. Le figlie femmine di fumatrici, tuttavia, non se la passano tanto meglio, l'analisi dei loro geni dimostra che hanno una maggiore possibilità  di sviluppare disturbi digestivi, riproduttivi e legati alla salute mentale.

Uno studio che fa ben sperare per il futuro

Individuati in madri e bambini le modificazioni genetiche relative alla predisposizione al vizio del fumo o all'esposizione precoce al tabacco, i ricercatori si dicono fiduciosi nella possibilità di sensibilizzare sempre di più la popolazione sul tema. "È il primo studio che identifica i problemi di salute dovuti all'esposizione al fumo dei bambini maschi in gravidanza possono durare per tutta la vita adulta" spiega il ricercatore Mihail Mihov.

Tuttavia, i risultati legati alla possibilità di inversione della tendenza se i figli decidono di non fumare durante la loro esistenza fanno ben sperare. "Smettere di fumare, soprattutto se si è figli di madri fumatrici, o decidere di non fumare affatto può salvare gli uomini dal rischio di morte precoce".

Dunque i ricercatori auspicano che gli studi proseguano, che le donne fumatrici vengano supportate e sensibilizzate all'importanza di smettere di fumare nella vita ma in particolar modo durante la gestazione e dopo la nascita del piccolo.

Oltre alle madri e ai figli di fumatrici va però sensibilizzata anche la società tutta, dal momento che, come la professoressa Nosetti aveva spiegato alle pagine di Fanpage.it il fumo fa male ai neonati anche quando è di terza mano, ossia quando si trova sui vestiti dei fumatori a cui salgono in braccio o negli abitacoli delle auto su cui vengono trasportati.

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