I consigli degli esperti per far riordinare la stanza ai bambini: le tre mosse da seguire
Il disordine che i bambini lasciano dietro di sé può essere esasperante, ma non è solo una questione di caos visivo: gli oggetti lasciati sparsi, come blocchetti o macchinine, possono anche diventare pericolosi.
Se però urla e punizioni non sono strategie efficaci, come può un genitore far sì che il proprio piccolo tenga in ordine la propria stanza? All'annoso quesito, cruccio di generazioni di madri e padri disperati, aveva provato a rispondere la psicologa Jacqueline Sperling, che in un articolo del 2021 pubblicato sul sito dell'Università di Harvard aveva suggerito alcune mosse da compiere per insegnare ai bambini a non trasformare la casa in un paesaggio post-apocalittico.
Alle considerazione di Sperling si è poi unito lo psicologo Tamar Chansky, che interpellato dall'Huffpost inglese ha aggiunto il proprio contributo per individuare alcuni passaggi da seguire quando si chiede a un bambino o una bambina di riordinare la stanza.
Comandi specifici e pazienza
Il primo consiglio della dottoressa Sperling è quello di evitare richieste troppo generiche e formulare invece comandi precisi. I bambini, infatti, rispondono meglio a indicazioni dettagliate. Invece di dire "riordina la tua stanza", sarebbe più utile dire: "Metti i pennarelli nella loro scatola". Questo aiuta a rendere il compito più chiaro e comprensibile.
Dopo aver dato il "comando", è poi importante concedere qualche secondo per permettere ai bambini di processare la richiesta. Sperling suggerisce di contare mentalmente fino a cinque prima di aspettarsi una reazione.
Se dopo questo tempo non ci sono progressi, si può spiegare in modo calmo le conseguenze: “Se non metti i pastelli a posto, oggi non potrai più colorare”. È fondamentale che queste conseguenze siano sempre applicate con coerenza e senza rabbia.
Rinforzo positivo e scelte
Quando i bambini seguono l'istruzione, è importante lodarli in modo specifico e incoraggiante ("Ottimo lavoro; "Sei stato molto bravo nel mettere i colori nel cassetto". Questa semplice azione rafforza il loro comportamento positivo e li motiva a continuare.
A questo proposito però Tamar Chansky sottolinea l'importanza di non trattare l'atto di mettere in ordine la stranza come una punizione. Se si affronta il tema in maniera negativa, anche i bambini tenderanno a viverlo così.
Un’alternativa potrebbe essere quella di dare ai bambini una scelta all'interno dei compiti da svolgere ( "Vuoi mettere a posto i giochi o riordinare i vestiti?") offrendo così una sensazione di controllo.
Obiettivi realistici
Chansky e Sperling sono entrambi d'accordo sull'importanza di stabilire aspettative realistiche.
Intimare a un bambino di mettere in ordine l'intera stanza – soprattutto se quest'ultima è particolarmente caotica – potrebbe risultare un compito troppo grande e il piccolo rischierebbe di sentirsi sopraffatto, finendo per abbandonare il compito.
Molto meglio, invece, suddividere il lavoro in piccole operazioni specifici, chiedendo ad esempio di completare una singola attività alla volta, magari travestendole da "missioni" o "sfide" da ultimare
In questo modo, sia genitori che bambini avranno una sensazione di realizzazione, invece di sentirsi soverchiati dal caos. E forse anche sistemare la cameretta potrebbe diventare un gioco divertente.