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I bimbi che crescono in famiglie in cui si sta troppe ore sugli schermi sviluppano tardi il linguaggio: lo studio

Un nuovo studio proveniente dall’Università dell’Estonia ha indagato la relazione tra tante ore passate sugli schermi in famiglia, durante i primi giorni di vita e lo sviluppo precoce del linguaggio nei bambini.
A cura di Sophia Crotti
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bimbi sugli schermi

Un nuovo studio pubblicato il 12 settembre sulla rivista scientifica Frontiers in Developmental Psychology e condotto da un team composto sia da psicologi, che da esperti del linguaggio dell’Università di Tartu in Estonia, ha cercato di indagare la correlazione tra giocattoli interattivi, tempo trascorso sugli schermi da parte di tutta la famiglia e sviluppo del linguaggio nei bambini. 

Gli studiosi hanno dimostrato che quasi tutti i bimbi presi in esame usano per più del tempo previsto gli schermi quotidianamente, perché imitano i loro genitori, e di conseguenza, però "chiacchierano" di meno con loro.

Lo studio

Gli scienziati hanno intervistato 400 genitori per conoscere le abitudini familiari, riguardo all’utilizzo degli schermi, delle famiglie. Si sono chiesti dunque quanto tempo adulti e bambini ogni giorno trascorressero giocando o guardando cartoni e film dagli schermi. Dopo di che è stato indagato lo sviluppo del linguaggio dei piccoli.

Abbiamo pensato che potesse esserci una correlazione tra lo sviluppo del linguaggio dei bimbi e il tempo che in famiglia si passa sugli schermi, poiché le ore durante la giornata sono 24 e i piccoli hanno bisogno di interagire con i propri genitori per imparare a parlare. C’è una feroce competizione tra il tempo dedicato agli schermi e quello per mettersi faccia a faccia con il proprio bimbo per insegnargli a parlare” ha spiegato la dottoressa Tiia Tulviste, una tra le principali autrici dello studio.

genitori e figli sugli schermi

Nella ricerca sono stati coinvolti 421 bambini, di età compresa tra i due anni e mezzo e i quattro anni, e i loro genitori. A mamme e papà è stato sottoposto un questionario, per indagare le loro abitudini sugli schermi e quelle dei loro piccoli, che hanno dovuto compilare quotidianamente tra novembre 2018 e luglio 2019. I genitori hanno dovuto specificare con quali dispositivi a schermo ciascun membro della famiglia durante il fine settimana, trascorreva il suo tempo, per quante ore e facendo quali attività.

Mamme e papà hanno anche dovuto segnalare se in quel momento il loro bimbo era con loro e poteva dunque osservare le attività dei genitori sugli schermi. A questo punto è stato chiesto espressamente ai genitori di inserire in una tabella un punteggio da 1 a 5 per indicare la nocività (con punteggio minore) o i benefici (con punteggio più vicino a 5) delle ore passate sugli schermi, su 11 aspetti dello sviluppo del bambino:

  • abilità matematiche
  • attività fisica
  • comportamento
  • creatività
  • capacità di lettura
  • capacità di attenzione
  • capacità di parlare
  • capacità di comunicazione
  • acquisizione di conoscenze
  • comprensione degli altri
  • qualità del sonno

I genitori hanno anche dovuto segnalare le capacità di linguaggio dei bambini, contrassegnando il numero di parole da loro utilizzate e imparate nel corso della vita.

I risultati dello studio

Dalla ricerca è dunque emerso che solo il 6.7% dei bambini, appena 29 dei 421 partecipanti allo studio, non utilizzava mai gli schermi. Per il 69.5% dei bambini intervistati, invece, il tempo di utilizzo degli schermi in un giorno nel weekend era di più di un’ora al giorno, 4 ore per le madri e 4.3 per i padri. Le abitudini dei bambini rispecchiavano perfettamente quelle degli adulti, quindi se i genitori trascorrevano più tempo a giocare, guardare video o film o leggere notizie dagli schermi i bambini facevano lo stesso.

mamma bimbo

La scoperta fondamentale che lo studio è stato in grado di fare, però, è stata che i bimbi con competenze linguistiche maggiori erano anche quelli che utilizzavano di meno gli schermi, a differenza dei loro coetanei che se, insieme ai genitori, trascorrevano più tempo del previsto davanti ad uno schermo, erano meno in grado di parlare e farsi comprendere.

Il motivo è molto semplice: se il bambino gioca maggiormente con giocattoli tecnologici, rispetto a giocattoli analogici, è più portato ad isolarsi, ad utilizzarli in maniera passiva, stando quindi in silenzio. Lo stesso vale per i genitori, che se trascorrono troppo tempo sugli schermi, ne trascorrono meno a vocalizzare davanti al bambino per stimolarne il linguaggio.

Le raccomandazione dell'esperta

La dottoressa Tiia Tulviste dell'Università di Tartu, autrice dello studio, appurato che la maggior parte dei bambini non rispetta il limite giornaliero di un'ora sugli schermi e che questa cattiva abitudine dipende proprio dall’imitazione dei genitori spiega che è molto importante modificare le proprie cattive abitudini:

“I nostri ricercatori specializzati in linguaggio infantile hanno sottolineato l’importanza delle interazioni quotidiane dei genitori con i bambini, per permettere loro di sviluppare precocemente il linguaggio”. La dottoressa raccomanda dunque meno ore sugli schermi e più tempo con i bambini, dal momento che lo sviluppo precoce del linguaggio permette ai piccoli di essere più curiosi e predisposti ad apprendere, una volta raggiunta l'età scolare.

Ciò nonostante, non demonizza i giochi interattivi per l’apprendimento, specificandone però anche i limiti:  "Mentre leggere e-book e giocare ad alcuni giochi educativi può offrire opportunità di apprendimento linguistico, nei bambini più grandi, la ricerca mostra che durante i primi anni di vita il fattore più influente è l'interazione verbale quotidiana faccia a faccia genitore-figlio".

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