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I bambini prematuri si distinguono in tre gruppi: le differenze dimostrate da uno studio

I bambini nati prima del termine previsto non sono tutti uguali e se una buona parte di essi sviluppa problemi cognitivi e comportamentali durante la crescita, una fetta non trascurabile riesce ad ottenere risultati addirittura migliori dei coetanei nei test per misurare l’attenzione, memoria o le abilità di lettura.
A cura di Niccolò De Rosa
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tre gruppi di bambini prematuri

Ogni anno, circa tredici milioni di bambini nascono prematuramente, ossia prima della 37esima settimana di gravidanza.

Questa nascita anticipata – un parto viene definito "a termine" intorno alla 40esima settimana –  molto spesso comporta rischi significativi per lo sviluppo cognitivo e comportamentale, come il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD), problemi sociali e rendimento scolastico inferiore alla media. Tuttavia, un nuovo studio, pubblicato il 13 agosto sulla rivista Child Development, ha messo in luce come questa visione uniforme dei nati prematuri sia piuttosto riduttiva.

La ricerca, condotta dai ricercatori della NYU Grossman School of Medicine, ha infatti rivelato che i bambini prematuri possono essere suddivisi in tre profili distinti, ciascuno con caratteristiche e risultati differenti nei test cognitivi e comportamentali. Per gli esperti, la scoperta di questa distinzione può risultare cruciale nel rimuovere quegli ostacoli che ancora oggi rendono complicata la costruzione di percorsi di crescita personalizzati per bambini e bambine che rientrano in simili categorie.

Uno studio nello studio

Per svolgere lo studio, il team di ricerca ha analizzato i dati cognitivi e comportamentali di 1.891 bambini nati prematuramente, tutti di età compresa tra i 9 e gli 11 anni, che partecipavano all'Adolescent Brain Cognitive Development (ABCD) Study, un ampio studio longitudinale sullo sviluppo del cervello e sulla salute dei bambini negli Stati Uniti.

Attraverso sette test standardizzati per valutare l'attenzione, la capacità decisionale, la memoria, la comprensione della lettura e la velocità di elaborazione, i ricercatori hanno applicato una tecnica statistica per identificare sottogruppi nascosti, capaci di rappresentare meglio il "paesaggio di sviluppo reale" dei bambini nati pretermine.

Questo approccio ha permesso di differenziare i bambini in tre profili distinti, ciascuno con risultati diversi nei test cognitivi e comportamentali.

I tre gruppi di bambini prematuri

Il primo profilo, che comprendeva il 19,7% dei bambini esaminati, si è distinto per prestazioni superiori alla media rispetto ai bambini nati a termine nei test di valutazione cognitiva. Questi ragazzi, nonostante siano nati prematuramente, hanno ottenuto risultati eccellenti, dimostrando una sorprendente capacità di superare le sfide associate alla nascita pretermine.

Il secondo profilo, che rappresentava il 41% del campione, mostrava prestazioni sopra la norma in quattro dei test (come memoria, vocabolario e lettura) ma risultati inferiori alla norma in tre altri (come riconoscimento di pattern e memoria di lavoro).

Infine, il terzo profilo, che includeva il 39,3% dei partecipanti, ha registrato risultati al di sotto della norma in tutti i test cognitivi, con deficit cognitivi correlati a problemi di attenzione e voti scolastici inferiori.

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I ricercatori hanno poi osservato che i bambini del primo profilo riuscivano a ottenere in media il 21% di risultati migliori nei test cognitivi standard rispetto a quelli del terzo profilo. Inoltre, solo il 2,5% dei bambini del primo profilo sviluppava deficit di attenzione, rispetto al 9,9% nel terzo profilo.

Anche il rendimento scolastico seguiva un trend simile: il 66,47% degli studenti del primo profilo aveva una media scolastica pari ad A- o superiore (nel sistema scolastico i voti vengono dati usando le lettere dell'alfabeto e A rappresenta l'eccellenza, mentre F è l'insufficienza), rispetto al 60,69% nel secondo profilo e al 32,21% nel terzo.

Le distinzioni non riguardano solo le performance

Lo studio ha anche rivelato differenze significative nella struttura cerebrale tra i bambini dei diversi profili. I bambini del terzo profilo avevano cervelli mediamente più piccoli, con una superficie di materia grigia inferiore del 3% rispetto a quelli del primo profilo. Questo aspetto, tuttavia, non sembrava essere direttamente collegato alla prematurità del parto, poiché i bambini del terzo profilo erano nati mediamente solo 4,5 giorni prima rispetto agli altri profili.

La connettività funzionale, che misura i livelli di attività tra due circuiti cerebrali connessi, ha invece mostrato una connessione dell'11,21% più debole tra due reti chiave, la rete dell'attenzione dorsale e la rete di default, nel terzo profilo rispetto al primo.

"Non tutti i bimbi prematuri hanno deficit cognitivi"

Per gli autori dello studio, i risultati suggeriscono come l'utilizzo di questi profili potrebbe nei prossimi anni permettere diagnosi precoci e trattamenti personalizzati, migliorando così la qualità della vita dei bambini nati prima del termine previsto.

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Il team di ricerca ha evidenziato anche come i bambini prematuri di origine afroamericana avessero quasi quattro volte più probabilità di rientrare nel profilo a prestazioni inferiori, sollevando importanti questioni di equità nella cura e nel supporto fornito a questi bambini.

"Il nostro lavoro evidenzia la complessità della nascita pretermine e promette di migliorare il trattamento per ogni singolo bambino" ha dichiarato Iris Menu, vicepresidente per la ricerca presso il Dipartimento di psichiatria infantile e adolescenziale del NYU Langone Medical Center e firma principale dello studio. "Il nostro lavoro sfata l'idea che ogni bambino prematuro nasca con deficit cognitivi e comportamentali".

Guardando al futuro, i ricercatori intendono dunque approfondire ulteriormente i fattori che influenzano le prestazioni cognitive e comportamentali dei bambini nati prematuramente, come la possibilità che l’esposizione a una ridotta ossigenazione durante il parto possa influire negativamente.  Un altro obiettivo riguarda invece la possibilità di identificare le condizioni che hanno permesso al 20% dei bambini prematuri di eccellere nei test cognitivi, superando anche i loro coetanei nati a termine.

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