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“I bambini non vogliono dormire? Andate a letto voi”: il consiglio della psicologa per il sonno dei figli

Secondo la psicologa infantile Anna Colton, è inutile insistere o litigare ogni sera per obbligare i figli ad andare a dormire entro un certo orario. Meglio invece responsabilizzarli e lasciare che facciano da soli: anche se le prime volte potrebbero approfittarne, a furia di svegliarsi stanchi e assonnati impareranno a gestire il proprio riposo.
A cura di Niccolò De Rosa
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Credits: TikTok/@thingspeoplepod
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Concedere ai bambini una maggiore autonomia nella gestione del loro sonno può essere la chiave per ridurre conflitti e stress serali. È questa la ricetta proposta da Anna Colton, una psicologa infantile inglese che ha recentemente suggerito a mamme e papà di non ingaggiare più faticose battaglie con i figli per metterli a letto, privilegiando invece un approccio meno diretto ma potenzialmente più efficace.

"Non si possono obbligare i propri figli ad andare a letto" ha spiegato l'esperta nel corso della recente partecipazione a un podcast. Dunque, anziché ostinarsi a combattere i capricci e le lamentele, perché non limitarsi ad alzare i tacchi e andarsene a letto?

Una piccola rivoluzione

Nel corso di una puntata del podcast Things People Do, il conduttore Tom Fordyce aveva rivolto alla dottoressa Colton una domanda molto precisa: "Cosa potrei fare per mandare i miei figli a letto senza incazzarmi ogni volta?"

Il quesito, frutto di continue lotte e capricci inconsolabili prima di andare a dormire, doveva essere un gancio per ottenere un consiglio pratico da usare nei momenti di difficoltà. Chi si aspettava una frase risolutiva o qualche trucco da mentalista per convincere i ragazzini ad andare a nanna è però rimasto spiazzato quando Colton ha replicato con tutta la calma del mondo: "Potresti andare a letto tu".

@thingspeoplepod

How to get the kids to go to bed (and not go mad in the process) @Dr Anna Clinical Psychologist was our absolutely brilliant guest this week, helping us build up our parenting toolkit. And don't worry if you're not a parent, there's plenty in there for you too! 💜 Anna has a book out right now! Head to her page to find that. And head to your favourite podcast app to listen to this episode in full 🎧

♬ original sound – Joe Marler's Things People Do

Dopo una certa età, infatti, i ragazzi non hanno più bisogno dell'aiuto degli adulti per addormentarsi, pertanto invece di imporre rigidamente un orario ai bambini più grandi, il genitore potrebbe infatti limitarsi a comunicare il proprio bisogno di riposare e lasciare ai figli la responsabilità di gestire il proprio sonno.

Il Principio delle conseguenze logiche

Secondo la Colton, troppo spesso la lotta per far rispettare il coprifuoco serale spesso genera tensione e risposte negative nei bambini. Piuttosto che insistere su regole rigide, quindi, si può ricorrere alle cosiddette "conseguenze logiche" per invitare i figli a riflettere sulle loro abitudine

Dire frasi come "Io andrò a dormire alle 21, se vuoi che ti accompagni a letto dobbiamo farlo prima di quell'ora" può ad esempio aiutare i bambini a comprendere le conseguenze delle loro scelte senza percepire imposizioni punitive. Questo approccio elimina la necessità di negoziare, premiare o punire, favorendo una relazione più serena tra genitori e figli.

L'autonomia porta alla responsabilità

Certo, ha specificato Colton, magari nei primi tempi i ragazzini potrebbero approfittare di un simile metodo per restare svegli più del dovuto, ma presto comprenderanno gli effetti della mancanza di sonno e regoleranno autonomamente i loro orari.

Naturalmente, l'approccio deve essere calibrato in base all'età e alla maturità del bambino. Per i più piccoli, il solo sapere che il genitore andrà a dormire può indurli a seguirlo spontaneamente. Per gli adolescenti, invece, può essere utile rimuovere dispositivi elettronici o spegnere il Wi-Fi, evitando così che il tempo passato svegli sia occupato da stimoli digitali che possono compromettere il riposo.

Riflettere sugli sbagli

Ma cosa accade il mattino seguente se il bambino, dopo essere andato a letto tardi, si trova a girovagare assonnato e privo di energie come uno zombie? Anche in questi casi, ha concluso la psicologa, lanciarsi in ramanzine o castighi non rappresenta la soluzione ideale. Molto meglio invece prendere da parte il figlio e fargli comprendere, senza imposizioni, l'importanza del sonno attraverso le conseguenze del suo comportamento ("Ieri hai fatto tardi, oggi non sei pronto ad affrontare la giornata"). La conversazione dovrebbe però avvenire con calma, aiutandolo a riflettere sugli effetti delle sue scelte senza trasformare l'episodio in una lezione punitiva.

Un Nuovo Approccio all'Educazione

L'idea di Colton si inserisce in una più ampia visione educativa basata sulla fiducia e sulla responsabilizzazione. Insegnare ai bambini a gestire il proprio sonno è un passo importante verso l'autonomia e il rispetto del proprio benessere. Fornire loro gli strumenti per prendere decisioni consapevoli, piuttosto che imporre regole rigide, può migliorare non solo il loro riposo, ma anche il rapporto con i genitori.

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