I bambini delle elementari sono più bravi dei loro genitori ad apprendere: la scoperta in uno studio

E se vi dicessimo che i bambini delle elementari sono più bravi degli alunni delle superiori e dei loro genitori a stabilire connessioni tra gli effetti e le cause di un’azione e ad agire dunque nell'immediato in risposta ad uno stimolo esterno? È quanto ha scoperto un gruppo di ricercatori dell’Università tedesca della Ruhr a Bochum, che ha visto pubblicare il proprio studio sulla rivista scientifica Nature.
La ricerca sugli studenti di tutte le età
Non era ancora chiaro alla scienza in che modo l'essere umano riuscisse a fare delle associazioni di pensiero, comprendendo cause ed effetti di ogni situazione e sopratutto da che età si sviluppasse questa capacità. Per questo il team di ricercatori tedeschi, capitanato dalle dottoresse Carolina Konrad e Silvia Schneider, docenti di psicologia clinica infantile e adolescenziale, ha sottoposto gli alunni di tutte le età, dalle elementari alle superiori ad un test di apprendimento associativo. Questa formula di apprendimento prevede che i bambini e i ragazzi imparino in maniera implicita, senza alcuna consapevolezza o intenzione. I 200 neonati, 30 bambini delle elementari, 31 adolescenti e 65 adulti, sono dunque stati sottoposti a un semplicissimo test di 12 minuti per 14 giorni. È stata dunque valutata la risposta degli occhi dei partecipanti ad un soffio d'aria, proveniente da un tubicino, attaccato tramite una fascia dinnanzi al loro volto. Ogni volta che dal tubo usciva dell'aria loro dovevano sbattere le palpebre, evitare di farlo quando invece l'aria non usciva più.
Ciascuno dei partecipanti ha dunque dovuto imparare a rispondere allo specifico stimolo. "Noi ricercatori davamo per scontato che la capacità di associazione azione-reazione, e dunque causa-effetto migliorasse con l'avanzare dell'età e invece ci siamo dovuti ricredere". I migliori sono stati, infatti, i bambini delle scuole elementari, i quali erano i più bravi nell'apprendimento, sempre coerente e mai variabile. La cosa interessante, secondo i ricercatori, è stata che i bambini, che imparavano più lentamente di adolescenti e adulti, erano i migliori nella prestazione.
Neonati e adolescenti, miglioravano nettamente le proprie prestazioni se venivano sottoposti a una sessione in più di allenamento, dimostrando così ai ricercatori che per loro l'esposizione ripetuta ad un medesimo stimolo è essenziale per l'apprendimento. Ecco perché a volte sembra di dover ripetere mille volte uno stesso concetto agli adolescenti o è importante presentare ripetutamente davanti al volto di un neonato il modo in cui la bocca articola il suono "mamma".
I risultati sorprendenti
I ricercatori convinti che questa abilità migliorasse negli anni si sono dovuti ricredere, comprendendo che la fascia d'età migliore per l'apprendimento associativo, che porta dunque a rispondere in un dato modo ad uno stimolo, fosse quella delle elementari.
"Scoprire che questa abilità è maggiore nei bambini di età compresa tra i 6 e i 10 anni ci permette di prevenire alcuni disturbi dell'apprendimento" hanno spiegato le due firmatarie dello studio, sostenendo che la loro ricerca sarà dunque in grado di predire diverse psicopatologie che hanno alla base disturbi dell'apprendimento associativo, sviluppati in infanzia.