I bambini che imparano a conoscere gli insetti senza temerli sono più attenti all’ambiente: lo studio

"Che paura quel ragno", "le mosche mi fanno proprio schifo", "l'ape è cattiva perché punge". I bimbi che verbalizzano queste paure con molta probabilità o hanno avuto un incontro spiacevole con uno di questi insetti o sono stati influenzati da figure adulte che con questi piccoli animali non hanno un ottimo rapporto.
Un nuovo studio condotto dai ricercatori dell'Università di Adelaide ha però scoperto che insegnare i nomi degli insetti ai piccoli e ad aiutarli approcciarsi a loro con la giusta serenità, migliora il loro rapporto con la natura.
La ricerca su bambini e insetti
Gli studiosi dell'Università di Adelaide hanno coinvolto 50 scuole nel progetto Insect Investigators, chiedendo ai docenti di posizionare delle "trappole" per insetti nella vicinanza dell'istituto e di raccogliere quanto ottenuto, di presentare gli insetti agli studenti di età compresa tra i 4 e i 18 anni e di raccogliere, tramite appositi sondaggi, le loro opinioni su quanto osservato e studiato.
I docenti dei piccoli sono stati formati in modo da poter inserire lo studio degli insetti non solo nelle ore di biologia, ma anche in quelle di arte, letteratura e matematica. In questo modo i bimbi si sarebbero sempre più abituati alla presenza in classe di questi compagni muniti di ali e sottili zampette.
Dopo l'esperienza ad ogni bambino veniva somministrato un sondaggio, una volta ogni 4 settimane, in grado di analizzare la sua capacità di appassionarsi alle lezioni grazie agli insetti, ma anche di approcciarsi in maniera benevola alla natura: "è importante che gli altri conoscano gli insetti che hai conosciuto?" "è importante rispettare la natura? E tu lo fai?" e in ultimo se agire per proteggere la natura fosse qualcosa di necessario per tutti gli esseri umani. Gli insegnanti hanno invece dovuto rivelare al team di ricercatori quale fosse e di che entità la partecipazione al progetto degli studenti.
I benefici delle lezioni con gli insetti
I ricercatori hanno selezionato un campione di 118 studenti di 9 scuole del Queensland, 10 di età prescolare, 60 della scuola primaria e 48 delle superiori. Studenti delle superiori e delle elementari, anche a seguito delle lezioni, hanno spiegato di detestare le mosche, temere le vespe ma amare le farfalle, le mantidi e le api, ma tutti sono stati concordi nella necessità di prendersi cura di questi piccoli animali, per il bene dell'ambiente.

L'interesse principale degli studenti sembrava essere proprio per la cura degli insetti autoctoni. Il 60% degli studenti delle elementari e il 40% di quelli delle superiori è stato concorde nel dire che la parte migliore di queste lezioni è stata invece poter conoscere specie di insetti mai viste prima, ma gli studenti più grandi erano più entusiasti nel trovare insettini sconosciuti e quindi da catalogare. Gli studenti più piccoli hanno trovato davvero stimolante poter ricevere lezioni da veri e propri scienziati, mentre quelli più grandi poter seguire le lezioni all'aria aperta. "Anche i docenti hanno spiegato che delle lezioni a tu per tu con scienziati e ricercatori hanno avuto per loro e per gli studenti un valore inestimabile".
Tutti gli studenti hanno manifestato la propria intenzione di cambiare il proprio atteggiamento personale nei confronti degli insetti e della natura in generale e soprattutto di voler diffondere questa consapevolezza in famiglia, tra i coetanei e al mondo intero.
L'autore principale dello studio, il dott. Andy Howe, dell'Università della Sunshine Coast ha dunque affermato che: "Viste le preoccupazioni globali relative al rapido declino degli insetti e alla crisi della biodiversità, i progetti in grado di cambiare l'idea che i bambini hanno anche su quegli insetti generalmente considerati da loro spaventosi o schifosi, possono dotarli di conoscenze e informazioni utili ad agire per la salvaguardia delle specie e della natura in generale".