I 4 consigli per non trasformare il confronto con i figli adolescenti in uno scontro
La psicologa Nishtha Grover ha condiviso sulle pagine di The Indian Express alcuni consigli per poter intrattenere con i figli adolescenti delle conversazioni e dei confronti costruttivi.
L’adolescenza, come riporta l’OMS, è il periodo della vita dei ragazzi compreso tra i 10 e i 19 anni, cruciale per la loro crescita fisica, cognitiva e psicosociale. La scontrosità degli adolescenti non è dunque un luogo comune ma una parte essenziale della pubertà, dovuta, come riporta il sito dell’NHS, ad uno stato confusionale dei ragazzi, che vivono una serie di cambiamenti comportamentali e corporali dovuti agli ormoni. Nello scontro con i genitori o con le autorità, cercano di trovare la propria indipendenza e di formare anche la propria identità. La dottoressa ha consigliato dunque una serie di atteggiamenti che possano rendere nel corpo e nel linguaggio i genitori più propensi ad ascoltare i figli.
Non imporre il proprio pensiero
Il primo consiglio che la psicologa dà ai genitori è quello di cercare, con i propri limiti e le proprie regole, di scegliere o decidere per i propri figli. Secondo la psicologa è più importante che i genitori facciano un ragionamento su loro stessi e riescano a capire che loro figlio non è una loro estensione e può dunque avere un parere diverso dal loro.
“Se ti aspetti dai tuoi figli che con te siano onesti, devi accettare il loro diverso punto di vista” ha detto la dottoressa, sottolineando che il fatto che abbiano un parere differente da quello dell’adulto non significa certo che gli stiano mancando di rispetto.
Attenzione al linguaggio del corpo
Il linguaggio non verbale, ossia le espressioni del volto e la gestualità, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, determina il 70% del contenuto che si vuole trasmettere nelle comunicazioni tra esseri umani. La psicologa dunque suggerisce di dimostrarsi aperti anche con il linguaggio del proprio corpo, quando si parla con i propri figli adolescenti. Non è necessario dunque incrociare le braccia o alzare gli occhi al cielo o dimostrarsi poco interessati alla discussione: “Questi atteggiamenti potrebbero rievocare nella testa del ragazzo discussioni precedenti e indurlo a non parlare più” ha spiegato la psicologa.
Esprimersi con un linguaggio gentile
Per quanto difficile, la dottoressa ricorda, che se non si vuole arrivare subito allo scontro è importante modulare il tono della voce, usare parole gentili e non enfatizzare le incomprensioni e la distanza comunicativa con espressioni come “Sei sempre il solito” o “Come al solito non ci capiamo”. “Bisogna ricordarsi che non si è nel mezzo di uno scontro genitore-figlio ma di un confronto”.
Non accavallarsi nelle spiegazioni
La cosa importante è non farsi travolgere dalla rabbia e non pensare soprattutto di avere più diritto di parola dei figli. Parlare sopra senza rispettare dei turni nella comunicazione, o dire all'altro di stare zitto, rende il confronto totalmente inefficace. Infatti, come spiega il CDC, per i ragazzi durante lo scontro è importante sapere di essere ascoltati con attenzione e non in maniera superficiale, e per questo è bene prendere davvero in discussione ciò che il ragazzo sta dicendo. "Se la situazione si fa troppo stressante – spiega la psicologa – lasciamoci andare ad abbracci e pianti piuttosto che parlarci sopra".