“Ho scelto di non avere figli e ricevo sempre commenti indesiderati” lo sfogo di Caitlin, medico chirurgo
“Taglia, sutura, chiudi” questa è la biografia del profilo Instagram di Caitlin Annette Smith, medico chirurgo che esercita la sua professione con passione da anni, ma che nonostante ciò, viene apostrofata da colleghi e conoscenti con domande non richieste sulla maternità che lei semplicemente non ha mai desiderato.
Le sei parole che Caitlin non vuole più sentirsi dire
Caitlin, che nel tempo libero adora scrivere, ha raccontato un episodio da lei vissuto insieme ai colleghi, per denunciare la noncuranza con cui le persone parlano delle scelte di genitorialità o non genitorialità delle donne.
“Avevamo appena concluso il turno e ci siamo trovati a chiacchierare dei programmi di ciascuno per il weekend, molti dei miei colleghi parlavano di uscite con i figli o del tempo che avrebbero dedicato loro, quando è arrivato il mio turno ho detto che sarei andata a Las Vegas”. A quel punto è calato il silenzio finché uno dei medici ha preso parola scatenando fragorose risate: “Certo è perché non hai figli”.
La dottoressa Smith, che in quel momento non è riuscita a rispondere, si è chiesta come, anche nel posto in cui lavorava da 9 anni, le sue scelte riproduttive fossero state sollevate e derise con tanta semplicità in un attimo. “La mia gioia è stata subito sminuita per quella che secondo loro era una mia colpa o una scelta di comodità: non avere avuto figli”.
Interrogandosi nei giorni successivi sul tono di voce e l’ilarità dei colleghi ha iniziato a pensare che in quelle parole fosse sotteso il fatto che non avere figli significasse non avere responsabilità, potendo dunque dedicarsi al puro divertimento.
“Io ho tantissime responsabilità, sul lavoro e fuori, una vita piena che però la società sembra sempre dirmi valere meno della vita di una madre”.
Smith ha spiegato di essersi spesso confrontata con i commenti di chi, anche solo conoscente, le dava dell’egoista, o la metteva in guardia rispetto ad un possibile pentimento davanti alla scelta di non volere bambini. “Perché la società pensa che il mio valore dipenda dalla mia volontà di riprodurmi e non dai sacrifici fatti, dagli anni di studio e dalle mie passioni?” ha detto Smith.
Ma questa idea che per lei aver scelto di non avere figli la facesse soffrire, rendendo la sua vita meno piena, è stata inconsciamente condivisa anche dalle sue più care amiche, “Un’amica mi ha raccontato una sera dei problemi che stava avendo con i suoi bambini, quando stavamo per salutarci mi ha chiesto scusa per aver parlato proprio con me così a lungo di bambini”. La cosa che ha fatto soffrire Smith è stata proprio che neanche la sua amica riuscisse a comprendere che per lei aver scelto di non avere figli e sentire i racconti di chi invece aveva scelto di averne, non era una sofferenza.
Sul lavoro, poi, Smith ha spiegato che ad ogni riunione per rivedere il welfare, le decisioni aziendali, si parlava solo dell’inconciliabilità tra lavoro e famiglia per le donne: “Mi sento come se mi dicessero che alla fine il mio unico scopo in quanto donna non deve essere la carriera ma la maternità”.
Smith ha spiegato che come chi sceglie di avere figli, anche lei ha scelto di non averne: “Ho atteso a lungo che si accendesse in me quella luce che tutti mi dicevano avrebbe portato il desiderio della maternità nella mia vita e, pensando a cosa desideravo per il mio futuro, ho capito che a più mi dicevano che sarei dovuta diventare madre, più quella luce si spegneva”.