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“Ho scelto di non avere figli e i miei colleghi pensano sia giusto che io lavori a Natale”: la storia di Jessica

Chiedere ferie al lavoro nel periodo natalizio o quando i giorni richiesti coincidono con le vacanze da scuola dei bambini, secondo alcune lavoratrici che non hanno avuto figli è difficile e discriminatorio: “Danno per scontato che io non abbia responsabilità perché non sono mamma”.
A cura di Sophia Crotti
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donna triste natale
Immagine di repertorio

La nostra redazione riceve lettere e testimonianze relative a storie che riguardano l’essere genitori o la scelta di non esserlo. Se avete una storia da raccontarci, o leggendo queste parole pensate di avere vissuto una situazione simile, potete scriverci cliccando qui.

Natale è un momento magico per i più piccoli, fatto di regali impacchettati e riposti sotto l’albero, l’attesa dell’arrivo di Babbo Natale, fatta di tante sorprese e della costruzione di un vero e proprio mondo magico, attività per le quali i genitori sono fondamentali. Di conseguenza mamme e papà, se riescono, si ritagliano delle ferie dal lavoro nei giorni festivi, per trascorrere del tempo insieme alla propria famiglia e ai propri figli. E chi per scelta o perché non ha potuto, dei figli non li ha avuti, è giusto che si senta obbligato a lavorare per permettere le ferie ai genitori? È quanto si è chiesta Jessica (nome di fantasia) un’ostetrica, che ha raccontato la sua esperienza ad abcNews.

“Mi sono sentita obbligata a lavorare per i genitori”

Jessica ha raccontato alle pagine di abcNews di desiderare dei figli ma di aver deciso di non averne per ora, dal momento che sente di non aver ancora trovato la persona giusta con cui trascorrere la vita e coronare questo sogno. “Io lavoro nel settore sanitario e da sempre vige questa regola non scritta: qualcuno lavora a Natale e qualcuno a Capodanno, spartendosi così le festività”. La donna ha raccontato però di non aver avuto molta scelta, ha dovuto lasciare il riposo per il giorno di Natale ai suoi colleghi con figli: “Mi sono sentita sotto pressione nella scelta, ho pensato che loro dovessero godersi quel giorno con i loro bambini, rinunciando a trascorrerlo io con la mia famiglia”.

La docente di amministrazione aziendale presso l’Università RMIT, alle pagine di abcNews ha spiegato che il sentimento di Jessica non è poi così insolito. Secondo la docente, infatti, si presume sempre, tra colleghi, che chi non abbia optato per la genitorialità abbia meno responsabilità e meno impegni. “Di conseguenza, i non genitori sentono addosso a loro una forte pressione, pensano di dover dare qualcosa per chi ha responsabilità di cura diverse dalla loro, ma essendo la pressione esterna, dentro di loro covano risentimento e spesso si sentono esausti".

Jessica ha poi continuato il suo racconto, spiegando che la situazione non è tale solo a Natale nel suo reparto, lei spesso è costretta a fare straordinari, perché i colleghi danno per scontato che non avendo figli da andare a prendere a scuola o da portare alla lezione di danza, sia disponibile a rimanere di più in corsia.

donna al lavoro a natale

“Nessuno si cura del fatto che io abbia un animale domestico, da nutrire, da portare fuori per i bisogni, è considerato meno importante dei figli e di conseguenza mi fanno sentire in colpa se non rimango di più al lavoro” ha spiegato Jessica. L’infermiera dice che anche se non detto espressamente, chiunque la circondi sembra ricordarle ogni giorno che chi non ha figli è da meno, ha meno responsabilità e cose da fare”.

La ricercatrice australiana Lisa Heap, ha spiegato alle pagine della testata che in realtà la situazione non è migliore per chi dei figli li ha e in campo lavorativo, soprattutto se donna, ha meno possibilità di fare carriera di ritorno al lavoro dopo il congedo parentale. “Io credo che la pressione che i non-genitori sentono addosso è dovuta da un ambiente lavorativo dove c’è poca comunicazione e sincerità, basterebbe parlarsi per cercare di risolvere le cose”.

Le ferie lontano dalle vacanze scolastiche

Jessica non è la sola a lamentare una situazione discriminatoria sul lavoro a causa dell’assenza di figli, anche Emma, una donna di Melbourne che lavora in un altro settore, quello bancario, non caratterizzato dai turni, come quello in corsia di Jessica, lamenta lo stesso trattamento. “Avevo bisogno di ferie in un periodo che coincideva con le vacanze scolastiche dei bambini e mi è stato chiesto il motivo, dopo di che sono stata intimata ad aspettare un momento migliore, in cui i lavoratori-genitori sarebbero stati presenti". La consulente per il lutto perinatale Sarah Roberts spiega che questo acuisce un forte dolore per i dipendenti che non hanno potuto avere figli a causa, per esempio, di problemi di infertilità.

C’è chi dice ai dipendenti non genitori che il Natale è per i bambini e che quindi la priorità è per i genitori, quando capiremo che frasi del genere sono sbagliate, discriminatorie e dolorose? Quando accetteremo che chi non ha figli per scelta o perché è capitato non ha nulla di meno dei genitori? ha concluso.

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