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“Ho nascosto il cancro ai miei figli, troppo piccoli per un peso così grande”

La scrittrice americana Gila Pfeffer ha raccontato di aver rivelato la malattia ai figli solo molti anni dopo l’avvenuta guarigione, quando i ragazzi erano ormai abbastanza grandi: “Ci siamo abbracciati e hanno detto di essere molto orgogliosi di me”.
A cura di Niccolò De Rosa
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Credits: Instagram/@gilapfeffer
Credits: Instagram/@gilapfeffer

Quando la malattia irrompe nella vita di un genitore, è più giusto informare i bambini e renderli consapevoli della situazione, o proteggere la loro serenità lasciando che ignorino ciò che sta accadendo? A chiederselo è stata anche Gila Pfeffer, scrittrice e umorista americana, che quando scoprì di avere un tumore al seno decise di non parlare del problema ai figli, reputati ancora troppo piccoli per farsi carico di un peso così gravoso.

Pfeffer, che oggi è molto attiva nelle campagne di prevenzione, ha recentemente raccontato le ragioni dietro una simile decisione in un editoriale sul sito Today.com, spiegando come l'idea di trasmettere ansie e paure ai propri piccoli avrebbe reso ancora più duro il percorso che avrebbe dovuto intraprendere.

Il primo intervento per un gene mutato

Tutto era iniziato quando a 34 anni la scrittrice scoprì di avere una mutazione del gene BRCA1 che, come spiega il sito della Fondazione Veronesi, aumenta di molto le probabilità di sviluppare un cancro al seno.

Pfeffer, che da giovane aveva già visto un carcinoma alla mammella portarsi via la madre quarantenne, decise dunque di sottoporsi a una doppia mastectomia preventiva, un intervento molto invasivo che consiste nell'asportazione delle ghiandole mammarie ed evitare così che potessero ammalarsi.

Si tratta di un'opzione piuttosto comune tra le pazienti che scoprono di avere un gene BRCA difettato, e anche l'attrice Angelina Jolie qualche anno fa si sottopose alla medesima operazione per le stesse motivazioni legate al rischio di sviluppare una forma cancerosa.

Al momento dell'intervento però, i figli di Pfeffer avevano rispettivamente 1, 3, 5 e 7 anni e vista l'impossibilità di nascondere la cosa – l'operazione avrebbe richiesto alcuni giorni di ricovero e una lunga convalescenza a casa – la donna scelse di offrire ai bimbi una spiegazione semplice e rassicurante su quello che di lì a poco avrebbe affrontato.

"Mamma deve fare un’operazione alla pancia per rimanere in salute" disse prima di andare in ospedale, spiegando che per qualche tempo sarebbero stati parenti e amici di famiglia a prendersi cura di loro.

La scoperta del cancro e il silenzio

Poco dopo il ritorno a casa però, una nuova e inaspettata notizia rese le cose ancora più complicate: dai risultati degli esami sui tessuti era emerso che Gila aveva già sviluppato un cancro in uno dei seni.

Nonostante la chirurgia avesse rimosso il tumore, i medici consigliarono quindi alcuni cicli di chemioterapia preventiva per eliminare eventuali cellule cancerose residue, ponendo Pfeffer di fronte ad una situazione paradossale: la malattia non c'era più, ma per qualche tempo la terapia l'avrebbe indebolita e fatta sentire come una persona effettivamente ammalata.

Come nascondere dunque i segni visibili dei trattamenti ai suoi figli per evitare di spaventarli?

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Per mantenere la normalità in casa, la donna iniziò dunque a mascherare la propria condizione indossando cappelli e foulard per nascondere la perdita dei capelli e delle sopracciglia.

"Ero profondamente convinta che se fossi riuscita a ingannare i miei figli ed evitare l'inevitabile raffica di domande che mi avrebbero fatto se avessero saputo la verità, avrei quasi potuto ingannare me stessa credendo che l'incubo che stavo vivendo non fosse reale" ha raccontato la scrittrice.

Fortunatamente, i figli di Pfeffer non chiesero mai il motivo per questo curioso cambio di look. A ciò probabilmente contribuì anche l'aiuto di amici e parenti, che oltre a mantenere il rigoroso silenzio in merito alle condizioni di Pfeffer fecero in modo che i piccoli non si accorgessero di nulla.

"I miei amici intimi erano ferocemente protettivi nei confronti della mia missione e quando accompagnavano i miei figli o li invitavano a casa, lanciavano occhiate minacciose a chiunque chiedesse anche solo: "Allora, come sta Gila?" di fronte ai miei figli, interrompendoli prima che avessero la possibilità d'insistere".

La rivelazione solo con i figli ormai grandi

Dieci anni dopo, quando i suoi figli erano ormai adolescenti, Pfeffer ha deciso di raccontare loro tutta la verità, approfittando del fatto che il pericolo sembrava ormai del tutto scampato.

Poco prima di partire per recarsi ad un evento di beneficenza in cui avrebbe parlato di prevenzione per la salute del seno, Pfeffer prese da parte i suoi ragazzi e finalmente raccontò loro tutta la verità.

La loro reazione fu di puro amore e ammirazione: "Mamma, siamo così orgogliosi di te!" le dissero all'unisono.

Questo riconoscimento diede alla donna una gratificazione inaspettata, confermandole di aver preso le decisioni giuste per proteggere i suoi bambini durante un periodo così difficile.

Oggi Pfeffer continua la sua missione di sensibilizzazione sul cancro al seno, condividendo la sua esperienza e speranza per il futuro, determinata a fare la differenza per le generazioni a venire.

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