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“Ho creato un’app che promette di tradurre il pianto dei neonati, vi spiego come funziona”

Un’applicazione sviluppata in Canada, ci ha spiegato il suo ideatore, Florent Voumart, promette attraverso l’IA di rivelare i motivi del pianto del neonato. Basta registrare i vagiti del piccolo per sapere se sta male, è infastidito o ha fame. La cosa importante è però intendere l’app non come un sostituto ma come un supporto alla genitorialità.
Intervista a Dott. Florent Voumart
Ingegnere specializzato in Intelligenza Artificiale. Responsabile delle operazioni aziendali di Ubenwa Health, società del Quebec Institute of Artificial Intelligence.
A cura di Sophia Crotti
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intelligenza artificiale pianto

Arriva dal Canada e si chiama Nanni.Ai, un'app brevettata nel 2022 da un gruppo di ricercatori del Quebec Institute of Artificial Intelligence, e ora disponibile online. Si presenta con un'abilità alquanto pretenziosa, che i neo-genitori ancora non hanno, ma che quest'applicazione, grazie all'aiuto dell'Intelligenza Artificiale, dice invece di aver imparato: riconoscere il motivo del pianto dei bambini.

I ricercatori del Quebec Institute of Artificial Intelligence hanno registrato le reazioni e i pianti di tantissimi bambini durante i 3 anni di studio che hanno svolto tra gli ospedali dislocati per il mondo, prima di brevettare quest'applicazione. A guidare le ricerche è stato il  dottor Florent Voumart, che ha spiegato a Fanpage.it come è riuscito ad educare l'intelligenza artificiale a comprendere il motivo del pianto dei bambini e cosa ancora manca all'app per diventare un prezioso aiuto ai genitori.

L'applicazione dunque registra il pianto del bambino, individuando la motivazione che secondo i suoi algoritmi, basati su un milione di registrazioni precedenti, hanno portato il piccolo a scoppiare in lacrime. Tra i motivi che l'applicazione riesce a individuare ci sono dolore, fame, emozione, stanchezza o disagio.

Florent Voumart
Floren Voumart (inventore Nanni.AI)

Come funziona l’app che ha brevettato e cosa permette di fare?

Una delle funzioni principali dell’app è quella di traduttore il pianto dei neonati in modo da fornire ai genitori i migliori consigli per calmare il loro bambino. Pertanto, una volta registrato il pianto dei piccoli, grazie all’intelligenza artificiale l’applicazione riesce a fornire un elenco ordinato delle 4 cause che potrebbero averlo scatenato: tra fame, dolore, disagio e stanchezza.

Come avete educato l’intelligenza artificiale a riconoscere il pianto dei bambini?  

I nostri modelli di intelligenza artificiale sono stati formati grazie ad anni di studi clinici, che abbiamo effettuato negli ospedali di 3 continenti. Ma il lavoro non è finito qui, cerchiamo di migliorare l’applicazione continuamente, grazie al feedback dei genitori nell'app.

E i genitori che la utilizzano cosa ne pensano? 

Grazie ai feedback registrati fino ad ora dai genitori, sappiamo che l'app riesce a indicare loro il motivo corretto del pianto del bebè 4 volte su 5. Poi bisogna dire che più a lungo i genitori registrano le grida dei loro bimbi, più i risultati sono precisi.

Perché un genitore dovrebbe usare quest’app?

Il pianto è importantissimo ed è la prima lingua che conosce un bambino, anche per i genitori, però, si tratta della prima esperienza di decodificazione di un nuovo linguaggio, e l’app può aiutarli in questo. Molti caregiver ci hanno anche detto, attraverso i loro feedback, che spesso sono stanchi e non ricordano come hanno cercato di calmare il bambino, avere un elenco di raccomandazioni da seguire li aiuta ad affrontare la situazione con maggior serenità.

Ci sono dei rischi?

No, se non si intende l’applicazione come un sostituto al proprio ruolo genitoriale. L’applicazione, infatti, è stata pensata come uno strumento di supporto e come tale fornisce informazioni aggiuntive al genitore, il quale deve sempre continuare ad informarsi per affrontare i primi mesi con il proprio bambino, che spesso sono quelli più difficili.

Quali sono i vantaggi?

L’app aiuta i genitori in diversi modi: con il suo traduttore di lacrime, infatti, offre a mamme e papà consigli sulle migliori strategie per rilassare i bebè, basate su pochi secondi di registrazione del suo pianto.

Poi i genitori possono registrare i miglioramenti e lo stato di salute del proprio bebè nell’app, risultando così preparati alle domande del pediatra durante le visite di controllo dei bambini. I genitori segnalano all'app, per esempio, quante ore il piccolo ha dormito, quanto latte ha bevuto, monitorando così le tappe fondamentali del suo sviluppo.

In ultimo Nanni.AI ha una chat che, attraverso l’intelligenza artificiale, può rispondere alle domande sulla genitorialità che le vengono fatte da mamme e papà, creare delle favole della buona notte da leggere ai bambini e spiegare quali traguardi di crescita e sviluppo il bambino ha raggiunto settimana per settimana.

L’app non rischia di disabituare i genitori a riconoscere il pianto dei propri figli?

No, l’obiettivo di Nanni AI non è quello di sostituirsi all'intuito dei genitori e dei caregiver, ma anzi di allenare le loro orecchie, fornendo loro informazioni per aiutarli a calmare il loro bambino. Infatti, c’è anche una zona che permette ai genitori di fare pratica in modo da diventare indipendenti nell'individuare il motivo del pianto. Il genitore ha sempre l’ultima parola e l’app ricorda sempre a mamme e papà di fidarsi più del proprio intuito che di ogni altra cosa.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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