Gli stili genitoriali influiscono sulla struttura celebrale dei bambini: lo studio mostra le differenze
L'approccio scelto da un genitore per crescere il proprio figlio (severo, affettuoso, comunicativo etc…) non influenza solamente i comportamenti che il bambino terrà nel corso della sua vita, ma potrebbe addirittura modellare "l'architettura" del suo cervello. Un recente studio dell’Università del Michigan ha infatti rivelato come il modo in cui madri e padri interagiscono con i propri figli nei primi anni di vita possa condizionare il loro sviluppo cerebrale e, successivamente, anche la loro salute mentale.
I ricercatori, i cui risultati sono stati pubblicati su JAMA Pediatrics, hanno scoperto, ad esempio, che un’educazione severa e rigida incide su vaste aree di comunicazione cerebrale, specialmente se sperimentata fin dai primi anni di vita. Nelle fasi successive dell’infanzia, invece, gli effetti di uno stile genitoriale piuttosto rigoroso si concentrano su specifiche aree cerebrali, come il sistema limbico, deputato alla gestione delle emozioni.
Parenting e sviluppo cerebrale
Lo studio si è basato su un campione di 173 giovani, seguiti dalla nascita all’età adulta (intorno ai 21 anni) in un lungo progetto che ha coinvolto famiglie a basso reddito delle città di Detroit, Chicago e Toledo. Ai genitori è stato chiesto di riportare eventuali comportamenti di tipo punitivo e aggressivo, mentre alcuni osservatori esterni hanno valutato l’affettuosità e la responsività genitoriale durante i momenti d'interazione con i figli.
Le valutazioni sono state fatte a 3, 5 e 9 anni di età, con un successivo follow-up a 15 anni, quando i partecipanti sono stati sottoposti a una mappatura chiamata neuroimaging per misurare le loro connessioni cerebrali.
Effetti della severità genitoriale sul cervello
I risultati hanno evidenziato che una genitorialità severa nei primi anni influisce sulla struttura globale del cervello durante l’adolescenza. I bambini esposti a comportamenti genitoriali aggressivi nelle fasi iniziali della crescita (urla, punizioni, divieti) mostravano infatti un’organizzazione cerebrale meno fluida e integrata. Se però l’educazione rigida veniva impartita quando il bambino era un po' più grande, gli effetti si traducevano in una minore connettività tra le aree del cervello che coordinano i processi decisionali con il controllo e l'elaborazione delle emozioni.
Traduzione: se i bambini in tarda infanzia (intorno ai 9 anni) venivano sottoposti a uno stile parentale severo, costruito su molte regole e poco dialogo, i giovani risultavano meno abili a gestire i propri stati emotivi ed erano più esposti a sviluppare problemi di ansia e depressione durante l'adolescenza e l'età adulta.
Il ruolo della genitorialità positiva
Gli effetti dell'educazione impartita da mamma e papà non riguardano però solo i comportamenti negativi: un approccio genitoriale più affettuoso sembra infatti offrire ai ragazzi una maggiore protezione dai disturbi emotivi. Lo studio ha infatti collegato la genitorialità "calda" e attenta, specialmente durante la media infanzia, a un rilevante miglioramento delle connessioni cerebrali che coinvolgono l’amigdala, una piccola area del cervello responsabile della gestione delle emozioni e delle risposte alle minacce.
Questa interazione positiva rende i bambini più pronti e reattivi a fare i conti con le emozioni – sia le proprie che quelle degli altri – e si è rivelata un vero toccasana per la salute mentale a lungo termine, riducendo ansia e depressione anche in età adulta, come rilevato durante la pandemia di COVID-19.
Implicazioni e prospettive per il futuro
Cleanthis Michael, primo autore dello studio, ha sottolineato che questi risultati indicano un’opportunità di intervento precoce. Secondo Michael, periodi critici come i primi anni di vita rappresentano momenti in cui un supporto genitoriale adeguato può portare benefici profondi e duraturi.
John Hyde, altra firma tra gli autori senior della ricerca, ha aggiunto che il metodo utilizzato ha permesso di esplorare questioni fondamentali della psicologia dello sviluppo, confermando l’esistenza di "finestre sensibili" durante l’infanzia, parentesi di crescita nelle quali il cervello dei bambini risponde intensamente agli stimoli esterni.
Per gli studiosi simili risultati hanno ulteriormente evidenziato l'importanza di promuovere sempre più politiche a sostegno delle famiglie e di programmi di educazione genitoriale per favorire uno sviluppo sano delle nuove generazioni, mettendo in risalto come un’educazione "calda" e presente possa fare la differenza nel lungo periodo.