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Gli adolescenti sono sempre più stressati e depressi: l’allarme in uno studio australiano

Secondo i dati ricavati da uno studio longitudinale su un migliaio di bambini e ragazzi di Melbourne, tre adolescenti su quattro sperimentano almeno una volta nella vita sintomi riconducibili a stati d’ansia e depressione, con le ragazze che risultano ancora più a rischio rispetto ai ragazzi. Gli esperti: “I Paesi si devono dotare dei giusti strumento d’intervento e prevenzione”.
A cura di Niccolò De Rosa
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Adolescenti depressi

Quasi tre quarti degli adolescenti australiani soffrono di sintomi clinicamente significativi di depressione o ansia, spesso con una natura cronica, e la situazione (comune a quella di molti Paesi dell'Occidente) potrebbe persino peggiorare. È quanto emerge da uno studio guidato dal Murdoch Children's Research Institute (MCRI) e pubblicato su The Lancet Psychiatry. La ricerca ha seguito 1.239 ragazzi di Melbourne, tracciando ogni anno i sintomi di ansia e depressione dai 10 ai 18 anni e i risultati hanno mostrato come il 64% dei giovani australiani abbia manifestato sintomi simili almeno tre volte durante l'adolescenza, evidenziando una problematica che richiede interventi preventivi urgenti al di fuori delle cliniche tradizionali.

Un rischio maggiore per le ragazze

Secondo le osservazioni rilevate dai ricercatori, le ragazze sembrano essere più a rischio rispetto ai ragazzi: l'84% ha sperimentato sintomi di depressione o ansia almeno una volta durante l'adolescenza, contro il 61% dei partecipanti maschili. Inoltre, il corso dei sintomi è stato cronico per il 72% delle giovani, rispetto al 49% dei ragazzi.

I sintomi tipicamente associati a stati ansiosi e depressivi (disturbi del sonno, mal di testa, problemi intestinali, irritabilità ecc…) tendevano poi ad aumentare significativamente in corrispondenza di periodi caratterizzati da forte stress relativo a questioni scolastiche, come il passaggio dalla scuola primaria alla secondaria, l'avvicinarsi degli esami o la fine dell'istruzione obbligatoria.

L'impatto della pandemia, ma non solo

Gli anni del COVID-19 sono stati devastanti per la salute mentale dei giovani, tuttavia tre quarti degli adolescenti che hanno sofferto di simili disturbi durante il biennio pandemico avevano già manifestato sintomi in precedenza, suggerendo ai ricercatori l'esistenza di altre cause concorrenti al disagio psicologico delle nuove generazioni

La professoressa Susan Sawyer del MCRI, tra le firme principali dello studio, ha sottolineato come la ricerca sia una delle prime ad aver tracciato in modo così dettagliato il corso dei disturbi mentali comuni in questa fase cruciale della vita. "Questo studio longitudinale mostra la più alta incidenza cumulativa di sintomi clinicamente significativi di disturbi mentali mai riportata in adolescenza in qualsiasi Paese" ha dichiarato.

La necessità di strategie preventive

Di fronte a un simile quadro, Sawyer ha spiegato che, considerando l'elevata incidenza dei problemi di salute mentale, anche i Paesi più attrezzati farebbero molta fatica a fornire cure adeguate a tutti i giovani in cerca di aiuto. Perciò, ribadisce la professoressa, risulta fondamentale sviluppare e finanziare strategie preventive per ridurre l'insorgenza e la cronicità di depressione e ansia.

La dottoressa Ellie Robson, coautrice dello studio, ha anche osservato come gli adolescenti di oggi crescano in un contesto psicosociale diverso rispetto alle generazioni precedenti, caratterizzato da una maggiore alfabetizzazione sulla salute mentale, una riduzione dello stigma e, talvolta, dalla "glamorizzazione" dei problemi psicologici, ossia l'esagerata "romanticizzazione" dei problemi di salute mentali, che così diventano quasi un tratto d'interesse e originalità per chi ne soffre. Il prossimo passo dovrà quindi essere quello esplorare l'impatto di questi sintomi sul funzionamento e sugli esiti di salute degli adolescenti contemporanei.

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