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Gli adolescenti ossessionati dal peso hanno il triplo delle probabilità di avere pensieri autolesionisti: lo studio

Una recente ricerca americana rivela come la percezione di essere sovrappeso (anche senza esserlo) esponga i teenager al triplo di probabilità di accarezzare pensieri autolesionisti e suicidari. Per gli esperti, media e pressioni sociali giocano un ruolo importante nell’errata percezione di sé, soprattutto per quanto riguarda le ragazzw.
A cura di Niccolò De Rosa
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Sentirsi sovrappeso, anche senza esserlo, aumenta considerevolmente la probabilità di sviluppare idee autolesioniste, sottolineando l'importanza dell'autopercezione nella salute mentale degli adolescenti. È questo quanto emerge da un recente studio condotto dall'Università del Texas ad Arlington che ha portato alla luce una tendenza allarmante che vede i giovani delle nuove generazioni alimentare un'attenzione sempre più osessiva nei confronti del peso e della propria forma fisica.

L'adolescenza è infatti un periodo complesso, segnato da cambiamenti fisici e psicologici profondi che possono minare l'autostima dei ragazzi, con conseguenze rilevanti anche per la loro salute mentale. Gli stessi ricercatori sono però rimasti sorpresi nel constatare quanto la convinzione di vivere in un corpo che non rientra in determinati canoni estetici possa influire sulla scelta da parte di un giovane di tentare un suicidio.

Lo studio: un'analisi su oltre 39.000 adolescenti

La ricerca, pubblicata su Psychiatry Research, ha analizzato i dati raccolti tra il 2015 e il 2021 su più di 39.000 ragazzi americani tra i 14 e i 18 anni. Le informazioni, provenienti da sondaggi dei Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie americani (CDC), includevano dettagli sulle condizioni socioeconomiche, la dinamica familiare, le pressioni scolastiche e le difficoltà vissute durante l'infanzia. Per ottenere un quadro più completo delle condizioni di vita degli adolescenti sono stati presi in esame anche dati forniti dai genitori e dai registri scolastici.

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L'autopercezione e il rischio di pensieri suicidari

Nel corso della loro indagine, i ricercatori hanno focalizzato l'attenzione soprattutto sulle dichiarazioni dei ragazzi riguardo ai loro pensieri suicidari, ossia riflessioni autolesioniste che, pur non traducendosi automaticamente in un tentativo di farla finita, alzavano notevolmente il rischio di commettere un atto simile.

Il risultato è stato chiaro: coloro che si percepivano come sovrappeso avevano una probabilità tripla di sviluppare idee autolesioniste rispetto ai coetanei che non avevano questa convinzione. Anche dopo aver considerato fattori di rischio già noti, come il senso di disperazione, il bullismo o il cyberbullismo e l'uso di sostanze, il legame tra la percezione del proprio peso e il rischio di pensieri suicidari è rimasto comunque significativo.

Le ragazze più vulnerabili

Dallo studio è emerso che le ragazze sono particolarmente a rischio di sviluppare un'immagine distorta del proprio corpo. Questo dato evidenzia come le pressioni sociali e culturali – spesso indotte dai media e dai modelli irrealistici proposti dai social – possano avere un impatto più forte sulle adolescenti, contribuendo a una maggiore insoddisfazione corporea e, di conseguenza, a un incremento del disagio psicologico.

Il ruolo della famiglia e della comunità

Alla luce dei risultati ottenuti, gli esperti hanno sottolineato l'importanza dell'intervento precoce e del supporto da parte di genitori, scuole e comunità. Creare un ambiente in cui, sin dalla più giovane età, i figli possano sviluppare un'immagine corporea positiva e sentirsi accettati può  infatti ridurre significativamente il rischio di problemi di salute mentale.

Gli esperti hanno anche battuto il tasto sull'obbligo da parte delle istituzioni di non lasciare sole le famiglie e gli educatori in questa battaglia: investire in programmi di prevenzione e supporto non solo aiuta i giovani a sentirsi meglio con sé stessi, ma contribuisce anche ad alleggerire il carico sul sistema sanitario nel lungo periodo.

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