Giocare con i figli è un servizio di cura come quello sanitario: i risultati di uno studio nel “Paese della Felicità”
Per giocare con i figli non servono per forza giocattoli costosi o attività strutturate: basta la volontà d'interagire con i piccoli e dedicare loro tutta l'attenzione che chiedono per ottenere risultati strabilianti. La conferma arriva dal programma Scaling Up of Playful Parenting in Bhutan (SCPPB), un progetto sperimentale attivo dal 2020 (e tuttora in corso) promuove la "genitorialità giocosa" nel piccolo Paese del Sud-Asiatico a metà strada tra India e Cina.
L'iniziativa, nata dalla collaborazione tra Save the Children Bhutan, il Ministero della Salute del Bhutan e la LEGO Foundation che hanno stanziato i fondi, non solo punta a rafforzare le capacità dei genitori anche nei villaggi sperduti tra montagne e altopiani tropicali, ma desidera anche raccogliere dati e informazioni per ribadire a tutto il mondo quanto un pomeriggio passato a giocare con i propri figli possa significare nella crescita dei più piccoli.
L'importanza del gioco nello sviluppo infantile
Il programma SCPPB promuove la "genitorialità giocosa" come approccio educativo fondato sull’importanza del gioco nello sviluppo del bambino. Secondo i ricercatori dell'organizzazione no-profit FHI 360 che hanno condotto uno studio sul progetto, la partecipazione attiva di madri e padri nel gioco – sia strutturato che libero – permette ai bambini di sviluppare competenze emotive, sociali e cognitive essenziali per una crescita sana.
Secondo quanto riportato dal giornale bhutanese Kuensal, il segretario alla salute del Bhutan Pemba Wangchuk ha recentemente sottolineato il ruolo cruciale dell'attività ludica condivisa tra bambini e adulti, specialmente nei primi tre anni di vita, evidenziando che "il gioco non è solo divertimento, ma un elemento fondamentale per lo sviluppo".
Per questo, ha proseguito Wangchuk la genitorialità giocosa è stata integrata con i normali servizi sanitari per bambini. Un riconoscimento che ne certifica la rilevanza nello sviluppo dell'infanzia dei piccoli bhutanesi.
Entrambi i genitori devono essere coinvolti
Una delle caratteristiche distintive del programma SCPPB è la sua capacità di raggiungere anche le aree più remote del Bhutan, grazie alla rete di cliniche sanitarie locali. Qui, i professionisti della salute sono stati formati per insegnare ai genitori tecniche di gioco e costruzione di giocattoli con materiali disponibili in casa. Questo approccio mira a rendere il gioco parte integrante dei servizi sanitari per l'infanzia, aiutando le famiglie a comprendere l'importanza del gioco nella crescita dei bambini.
Un altro aspetto rilevante emerso dallo studio riguarda poi l‘importanza del coinvolgimento di entrambi i genitori, quando ovviamente la famiglia è composta da due adulti di riferimento. La ricerca ha evidenziato che, nonostante gli incontri di formazione preparati dai responsabili del programma vengano frequentati principalmente dalle madri, è fondamentale che anche i padri partecipino per massimizzare i benefici del programma. Proprio per favorire la partecipazione degli uomini le sessioni sono state accorciate, così da venire incontro alle esigenze dei padri che spesso sono impegnati tutto il giorno nelle attività lavorative da cui trae sostentamento tutta la famiglia.
L'efficacia del programma
Lo studio ha suggerito che l’impatto delle sessioni rimane comunque significativo anche per chi non completa l’intero percorso di nove incontri, purché vi sia un adattamento alle necessità dei genitori. Ora gli sviluppatori del progetto raccomandano una continua raccolta di dati per valutare i benefici e apportare miglioramenti, e consigliano di investire in incentivi, formazione continua e supporto per questi formatori professionisti, offrendo sessioni di aggiornamento e coaching sul campo.
A dimostrare il grande impatto della genitorialità giocosa sui bambini non è però solo il Bhutan, un Paese che, nonostante le limitate risorse economiche, applica da decenni politiche mirate al benessere dei cittadini, tanto da aver adottato l'indicatore Gross National Happiness per misurare periodicamente la "felicità interna lorda" dei suoi abitanti (iniziative che valse il titolo di "Paese della Felicità"). Nel programma sono infatti coinvolte anche realtà socio-culturali più complesse come Serbia, Rwanda, Zambia e Guatemala.
La speranza dei promotori è che il modello SCPPB possa servire come esempio di genitorialità consapevole e di educazione basata sul rispetto e la partecipazione dei bambini.