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Genitori non coinvolti: quando fare il minimo indispensabile danneggia la crescita dei figli

La genitorialità non coinvolta non fa mancare cibo o cure materiali, ma presta da scarsa attenzione ai figli e non si preoccupa granché di dimostrare loro affetto. Tale atteggiamento è più comune di quanto si possa pensare e può causare danni psicologici e sociali duraturi.
A cura di Niccolò De Rosa
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Genitori non coinvolti

Essere una mamma o un papà non significa solamente non far mancare nulla ai figli, ma anche (o forse, soprattutto) essere presenti, aperti al dialogo e pronti a fornire un adeguato supporto emotivo. Almeno in teoria.

Alcuni genitori infatti, benché all'apparenza possano anche sembrare molto generosi e premurosi nei confronti dei bisogni materiali, in realtà non si preoccupano troppo di mostrarsi interessati alla loro vita, lesinando su attenzioni, domande e perfino gesti d'affetto che invece rimangono indispensabili per la costruzione dell'autostima e della fiducia di sé dei ragazzi. In questi casi si parla di "genitorialità non-coinvolta", un approccio che gli esperti in materia ritengono uno dei più nocivi per la crescita di un bambino

Cos’è la genitorialità non coinvolta?

La genitorialità negligente (Uninvolved Parenting, secondo la dicitura anglosassone) è caratterizzata da un distacco più emotivo che pratico. "I genitori non coinvolti non aderiscono a uno stile disciplinare specifico e mantengono una comunicazione limitata con i loro figli, fornendo un'educazione minima e avendo poche, se non nessuna, aspettative", scrivono gli studiosi Terrence Sanvictores e Magda D. Mendez in un piccolo compendio sugli stili genitoriali pubblicato nel 2022.

genitore non coinvolto

A differenza di un genitore negligente infatti, il "non coinvolto" non ignora del tutto le necessità del figlio, ma si limita al minimo indispensabile: cibo, un tetto sopra la testa, qualche regola di base. Mancano però cura, coinvolgimento e affetto. Secondo la professoressa di psicologia clinica Meghan Downey, questi genitori non fanno richieste significative ai loro figli, ma trascurano deliberatamente le loro emozioni e non monitorano né le loro attività né il loro benessere.

Se da un lato tale metodo potrebbe essere ispirato anche da una sorta di rispetto per l'autonomia dei figli, in verità l'assenza di attenzione e affetto contribuisce a creare un ambiente in cui i figli crescono senza una guida adeguata, spesso sperimentando una sensazione di abbandono e trascuratezza.

Le caratteristiche di un genitore non coinvolto

Secondo la dottoressa Mayra Mendez, psicoterapeuta che a inizio 2024 ha affrontato l'argomento sul sito Parents, i genitori non coinvolti si distinguono per un comportamento freddo e distante, che dà ai figli l'impressione di non essere amati né voluti.  Gli atteggiamenti comuni includono una sostanziale assenza di interesse verso lo stato emotivo del figlio, la mancanza di regole o limiti chiari in casa e una comunicazione ridotta all'osso, così come le manifestazioni di affetto o attenzione.

Questo atteggiamento spesso si traduce anche in un disinteresse verso la vita scolastica o le attività extrascolastiche del figlio. Un genitore non coinvolto, a meno che non sia costretto, non partecipa mai alle riunioni di classe, né va a vedere le partite o le gare sportive. Ancora più dell'assenza fisica (molti genitori partecipi sono troppo impegnati per simili appuntamenti) pesa però l'assenza emotiva: le mamme e i papà non coinvolti infatti non si interessano a ciò che piace ai figli e raramente parlano con loro di libri, film o esperienze condivise.

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Alcuni genitori poi trascurano le emozioni del figlio quando questo manifesta segni di sofferenza, evitando di approfondire le cause del malessere e lasciando il bambino a risolvere da solo problemi che, in realtà, richiederebbero supporto.

Quali sono i rischi per i figli di genitori negligenti?

Molti studi evidenziano come questa genitorialità trascurata sia associata a effetti negativi sui bambini, tra cui difficoltà nella gestione delle emozioni, problemi a livello sociale e scolastico e mancanza di meccanismi di adattamento sani alle circostanze della vita. Crescendo, questi bambini possono incontrare infatti maggiori difficoltà nel costruire relazioni di fiducia, gestire le proprie emozioni e sviluppare l'autostima.

Durante l’adolescenza poi, i problemi possono rendersi ancora più evidenti. Gli adolescenti trascurati, infatti, sono più propensi a comportamenti antisociali e a mettere in atto azioni illecite, come furti e vandalismi. Senza una guida o una presenza familiare stabile, questi ragazzi cercano spesso risposte e approvazione altrove, esponendosi a influenze negative ed esperienze nocive legate all'uso e all'abuso di alcol e droghe. Inoltre, la mancanza di un modello positivo in famiglia può portarli a sviluppare problematiche psicologiche, come depressione e ansia, e spingerli a ricercare figure di riferimento fuori dal contesto familiare, non sempre con risultati positivi.

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Le cause della genitorialità non coinvolta

Ma perché alcuni genitori assumono questo tipo di comportamento? Spesso, la genitorialità negligente non è una scelta intenzionale ma deriva da situazioni personali difficili. Alcuni genitori sono stati a loro volta cresciuti con uno stile simile e ripetono inconsciamente lo stesso schema. In altri casi, la mancanza di coinvolgimento è legata a problemi personali dei genitori, come difficoltà economiche, abuso di sostanze o problematiche di salute mentale, o alla presenza di una personalità narcisistica. Spesso, questi genitori sono talmente presi dai loro problemi da non riuscire a rispondere in modo adeguato ai bisogni emotivi dei figli.

Si può rimediare?

Secondo la dottoressa Mendez, la buona notizia è che recuperare da questo stile di genitorialità è possibile. La prima tappa passa però dal riconoscere di aver adottato un atteggiamento distaccato e voler cambiare per il bene del proprio figlio. Non si tratta di un passo facile e spesso occorre l'intervento di una figura esterna (come l'altro genitore o un parente).

La terapia può aiutare a identificare i comportamenti dannosi, comprendere come essi influenzino il figlio e imparare modalità alternative di interazione. Anche i genitori che sono stati cresciuti in un contesto negligente possono trarre beneficio da corsi di genitorialità o dalla consulenza di un terapeuta specializzato, per apprendere nuove competenze e creare un rapporto affettuoso e costruttivo con i propri figli.

I genitori che riescono a modificare questi comportamenti scoprono spesso che il cambiamento non solo migliora il rapporto con i figli ma porta beneficio anche al loro benessere personale.

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