Genitori influencer: ora in Illinois per pubblicare sui social le immagini dei figli si deve pagare
Dal primo luglio 2024 nello stato dell'Illinois (USA) i genitori che postano sui social media contenuti ritraenti i propri figli devono versare una quota degli eventuali ricavi sul conto degli stessi figli, come forma di riconoscimento per la prestazione lavorativa svolta.
La legge, da alcuni considerata una vera "rivoluzione", è uno dei primi provvedimenti al mondo per emarginare il fenomeno dello sharenting, la pratica sempre più diffusa che porta gli adulti a condividere online video e foto dei propri bambini, senza curarsi dei possibili effetti negativi.
Cosa dice la nuova legge
Benché la nuova normativa sia entrata effettivamente in vigore all'inizio del mese, l'approvazione ufficiale dell'impianto legislativo risale ad un anno fa, quando l'Assemblea Generale dell'Illinois varò il provvedimento che per molti aspetti ricalca il Coogan Act ("la legge Cogan") della California che nel 1939 fece scuola in materia di lavoro minorile nel mondo dello spettacolo.
Questa legge pionieristica nacque in seguito alla causa giudiziaria che ebbe come protagonista Jackie Coogan, un attore che da bambino divenne una vera e propria star del cinema degli anni Venti (fu co-protagonista con Charlie Chaplin dello storico Il Monello) e che vide dilapidato il proprio patrimonio dai genitori.
Dopo una serrata battaglia legale, lo Stato della California stabilì dunque che il 15% dei guadagni di un minore impiegato nell'industria dello spettacolo dovesse essere depositato in un conto bloccato e intestato al giovane, accessibile al raggiungimento della maggiore età.
Sulla falsi riga di simili principi, la legge del 2023 varata dall'Illinois stabilisce che i minori di 16 anni che compaiono in almeno il 30% dei contenuti sponsorizzati e pubblicati dai propri genitori dovranno ricevere il 15% dei guadagni lordi totali.
Non solo. Nel caso in cui i figli fossero contrariati dalla tipologia di contenuti che i genitori hanno postato sfruttando la loro immagine, i figli possono chiedere la rimozione di tali contenuti e, in caso di rifiuto da parte della madre o del padre, hanno la facoltà d'intentar loro causa.
Perché lo sharenting è pericoloso?
Lo sharenting, neologismo nato dai termini share ("condividere") e parenting (genitorialità), oggi viene praticato da tantissimi genitori – non solo quelli che guadagnano dalle interazioni – ma le dinamiche del Web espongono i bambini a numerosi rischi.
Come ricorda il Garante della Privacy, la sovraesposizione sui social media può compromettere la privacy dei minori, rendendoli vulnerabili a furti di identità, raggiri e adescamenti da parte di malintenzionati.
Inoltre, la creazione di un'identità digitale realizzata senza il consenso del minore, mostrando ad esempio momenti d'intimità o situazioni potenzialmente imbarazzanti durante l'infanzia, può influenzare negativamente la loro reputazione futura, sia personale che professionale, con potenziali conseguenze emotive e psicologiche a lungo termine.