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Essere genitori gentili non significa concedere tutto ai figli: la chiave è proprio il rispetto dei limiti

Molti genitori temono che la genitorialità gentile porti a figli viziati e senza regole. Come sottolineano gli esperti, in realtà questa filosofia educativa si distingue dalla permissività: seppur promuovendo un legame affettuoso, impone confini chiari e rispetta l’autorità genitoriale, enfatizzando il rispetto reciproco e l’empatia.
A cura di Niccolò De Rosa
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Molti genitori temono che abbracciare i dettami della genitorialità gentile possa portare i figli a crescere senza regole, viziati e incapaci di affrontare le difficoltà. In effetti, il concetto di gentle parenting è spesso frainteso, con l'erronea convinzione che implichi una totale assenza di limiti. Tuttavia, c'è una netta differenza tra genitorialità gentile e permissiva. Se infatti quest'ultima tende a tollerare i comportamenti inadeguati abdicando alla sua funzione educativa, la genitorialità gentile si fonda invece sul rispetto reciproco e sulla disciplina empatica, mantenendo confini chiari e coerenti, ma sempre con attenzione alle emozioni e al benessere del bambino.

Ad approfondire la questione è stato un recente articolo comparso della giornalista Amy Glover sull'HuffPost UK. Intervistando alcune esperte di educazione, Glover ha infatti rimarcato le peculiarità di uno stile pedagogico – la gentle parenting appunto – che a differenza di quanto molti tendono a pensare, ricerca un complicato equilibrio tra disciplina e apertura nei confronti delle emozioni dei piccoli-

"Gentile" non significa "senza regole"

Nella percezione di molti adulti – genitori e non – la gentle parenting viene spesso erroneamente associata all’eccessiva indulgenza nei confronti dei figli, un approccio tra il permissivo e il negligente che lascia i bambini liberi di stabilire le regole e genitori incapaci di dire no.

Michele Davison, educatrice e responsabile di una struttura di assistenza all'infanzia, ha invece ricordato che, se praticata correttamente, la genitorialità gentile è un modo per relazionarsi ai bambini che mette al centro il rispetto reciproco, l’empatia e la comprensione. Questo aspetto si traduce pertanto nel mantenimento di confini chiari e coerenti, dove la volontà di badare alla connessione emotiva con il bambino non diventa affatto un pretesto per confondere i ruoli: il genitore, per quanto affettuoso, rimane tale e non si limita a essere un "amico" del figlio.

genitorialità gentile

La differenza tra genitorialità gentile e permissiva

Anche la psicologa clinica Dr. Elina Telford, specializzata nel lavoro con i bambini, ha offerto una prospettiva simile. Sebbene la genitorialità gentile si differenzi nettamente dall'approccio autoritario, essa si distingue anche dall’approccio permissivo. Quest’ultimo, infatti, può comportare l’evitamento del conflitto e la tolleranza di comportamenti indesiderabili, a volte per paura di ferire i sentimenti del bambino.

Adottando la genitorialità gentile, ha sottolineato Telford, i genitori non dovrebbero mai abdicare alla loro autorità. Al contrario, devono assumere un ruolo di leadership, in cui i limiti vengono imposti con fermezza, ma sempre in modo empatico, riconoscendo le emozioni del bambino.

La sfida di imporre i confini con empatia

Mantenere la calma e rispettare i propri limiti quando i bambini mettono alla prova la pazienza dei genitori è naturalmente il compito più arduo per una madre o un padre che ha deciso di adottare questo stile educativo. Poiché la gentle parenting esclude punizioni e dure sgridate (la violenza fisica non deve ovviamente essere presa nemmeno in considerazione) che cosa bisogna fare se un figlio si comporta male in pubblico, disobbedisce ai propri impegni o assume atteggiamenti maleducati?  La stesse Davison ha ammesso che questo può essere particolarmente difficile, aggiungendo però che tale cimento rimane una sfida che vale la pena affrontare.

genitorialità gentile

La chiave per risolvere il dilemma è partire dalla premessa che la genitorialità gentile non implica l'assenza di conseguenze per comportamenti scorretti. Piuttosto, significa mantenere il limite senza punire, usando un approccio fermo ma sereno. Ad esempio, ha spiegato l'esperta, se un bambino lancia un giocattolo, il genitore potrebbe rimuoverlo senza ricorrere a rimproveri o rabbia, ma con determinazione e tranquillità, parlando con il piccolo per spiegargli perché si tratta di un comportamento sbagliato. In questo modo, il limite resta saldo, ma il legame affettivo non viene compromesso.

Bambini responsabili e consapevoli dei limiti

Secondo Telford, rispettare i confini senza ignorare i sentimenti del bambino aiuta quest’ultimo a sviluppare una maggiore consapevolezza del proprio comportamento e a scegliere autonomamente comportamenti più appropriati. La genitorialità gentile insegna che i limiti fanno parte della vita, ma anche che le emozioni sono importanti. In questo modo, i figli imparano a prendersi cura di ciò provano, ma allo stesso tempo imparano che i loro sentimenti non sono una scusa per infrangere le regole o danneggiare gli altri. Dopotutto, l’obiettivo non è né allevare tanti soldatini né lasciare che i piccoli crescano liberi da qualsiasi inibizione, ma fornire ai bambini una base solida su cui crescere, compresa la comprensione che i confini servono a costruire piuttosto che a distruggere.

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