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“Egoista non è chi non vuole figli, ma chi li ha e non se ne cura”: Clara racconta la famiglia dink

Le famiglie dink, composte da una coppia in cui ciascuno dei membri pur avendone le possibilità, decide di non avere figli, sono sempre più al mondo, a raccontare la sua esperienza e le motivazioni profonde dietro a questa scelta è stata Clara Di Lello.
A cura di Sophia Crotti
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Clara di Lello
Clara Di Lello (fotografa, 32 anni)

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Clara Di Lello ha 32 anni, fa parte degli ultimi nati della Generazione dei Millennial, quei giovani che la società di oggi si aspetta si sbrighino a metter su famiglia, se ancora non lo hanno fatto. Eppure Di Lello si sente membro di un’altra generazione, sempre più diffusa nel mondo, quella delle persone childfree, che una volta in coppia vengono definite famiglie Dink, sigla che sta per “due stipendi ma nessun figlio”, ossia che scelgono volutamente di non avere figli.

A convincerla che la maternità non sarebbe stata la sua strada è stata la vita prima, per quanto vissuto fin dall’infanzia, e la società poi, che desidera che le donne facciano figli, che le famiglie si allarghino, senza fornire i supporti necessari. “Dicono che i giovani che non fanno figli sono egoisti, eppure la critica che mi viene mossa più spesso è che un giorno da anziana mi pentirò quando non ci sarà un figlio a prendersi cura di me, anche mettere al mondo una vita perché si occupi di noi penso sia un po’ egoista”.

Clara, perché non vuoi avere figli? È una consapevolezza che hai da sempre o che ti è venuta crescendo? 

Fin da bambina ho sempre pensato che non sarei stata madre, perché non ho mai sottovalutato l'impatto della nascita di un figlio nella vita di una persona. Sono sempre stata una bimba silenziosa e introspettiva, ma una grande osservatrice e mi rendevo conto che crescere un figlio era ben diverso da giocare con le bambole, consapevolezza che crescendo si è fatta sempre più forte dentro di me. Fare un figlio è sicuramente un'esperienza molto bella, ma altrettanto impegnativa e le emozioni positive che suscita non la rendono per questo adatta a tutti. Io semplicemente un figlio non lo voglio.

Premesso che tu sei convinta di non avere figli, a tuo avviso la società agisce in qualche modo convincendoti che l'arrivo di un figlio non sarebbe la cosa giusta?

Sicuramente influisce sul mio mancato desiderio di maternità il mio essere donna in questa società. Le donne che ricoprono certe posizioni lavorative, con la gravidanza, infatti, si vedono completamente escluse lavorativamente e socialmente parlando. La società poi si aspetta sempre che sia la donna a prendersi cura di quel bambino, anche quando cresce, per quanto poi molti papà facciano la loro parte, perché spesso la donna è colei che guadagna di meno e quindi rinuncia al lavoro per un periodo più lungo. L'indipendenza economica sappiamo bene essere una forma di protezione per le donne e spesso, con l'arrivo di un figlio, si vedono a dover rinunciare a questa. Tutte queste consapevolezze mi fanno molto ragionare su quali sarebbero le conseguenze per la mia vita dell'arrivo di una gravidanza, convincendomi della mia scelta.

Clara di Lello
Clara Di Lello

Quali supporti sarebbero invece essenziali per le coppie che stanno ragionando sull'idea di avere un figlio, a convincerli?

Una cosa molto importante sarebbe quella di avere un salario minimo, in grado di dare una piccola stabilità economica di base anche alle coppie di giovani lavoratori. Il governo, al posto che modificare il mondo del lavoro, dà un bonus alle famiglie, che però il governo successivo potrebbe togliere e che soprattutto non copre le esigenze delle famiglie, dal momento che viene erogato solo per i primi anni di vita dei bambini. Un altro tema su cui spesso rifletto è che un figlio non per forza nasce sano e i genitori dei bambini disabili sono spesso soli, quando i loro figli compiono 18 anni poi, nessuno si prende cura di loro e morire con la consapevolezza che i propri figli saranno soli, dopo aver rinunciato alla propria vita per crescerli è tremendo. Se la società offrisse alle famiglie i mezzi con cui crescere i propri figli, in qualsiasi condizioni si trovino, seppur con fatica, senza rendere questa una missione impossibile, credo che chi oggi è incerto si sentirebbe almeno supportato. La nostra società è ancora profondamente fondata sull'idea di famiglia eppure i giovani, prima dei 25-30 anni, faticano già ad avere una stabilità economica per loro, figuriamoci per mettere su famiglia.

Nella tua vita di coppia ti è capitato di essere parte di una famiglia dink, dunque di avere a fianco chi era d'accordo con te all'idea di non avere figli?

Sì certo, mi è capitato che il mio compagno fosse d'accordo con me all'idea di non avere figli e non perché supportava il mio pensiero, ma perché aveva le sue buone ragioni per pensare che un bambino non fosse la scelta giusta.

Cosa pensi di chi dice che i giovani di oggi non fanno figli solo per una questione economica?

Io credo che l'elemento economico sia solo uno dei tanti, che possono convincere le persone a non avere figli. Credo che, consapevoli delle rinunce che la genitorialità porta con sé, le persone si rendono conto che la vita può offrire molto anche senza figli. Mettere al mondo una vita comunque vincola, senza figli le persone possono investire i loro guadagni in altre esperienze di vita altrettanto valide, come viaggiare, studiare e fare carriera.

Le coppie dink che nonostante abbiano le possibilità economiche decidono di non fare figli, pensi siano egoiste?

No, non credo affatto, decidere consapevolmente di non avere figli non è egoista perché semplicemente nessuno ne soffre. I dink sono persone che lavorano, pagano le tasse per loro e per i figli degli altri, usano i propri soldi per vivere la vita che desiderano e mantenere stabile l'equilibrio della propria coppia, non vedo perché debbano essere tacciati di egoismo. Anzi trovo assurdo che, al contrario, nessuno chiami egoista chi decide di avere un figlio senza poi prendersene cura nel modo corretto, senza conoscere le responsabilità che questa nascita porta con sé.

Le famiglie dink sono sempre di più globalmente. Perché sempre meno giovani mettono al mondo figli?

Io credo che oggi sia molto chiaro ai giovani che responsabilità comporti mettere al mondo una vita, e, soprattutto dopo aver fatto sacrifici per la propria carriera lavorativa, magari non se la sentono di rompere l'equilibrio che hanno creato mettendo al mondo un figlio. È normalissimo, anche se la nostra società stenta a comprenderlo, che una persona, o in questo caso due persone, non si sentano in grado di educare e crescere una nuova vita. Ed è altrettanto normale che una coppia costretta a viaggiare molto per lavoro decida di non mettere al mondo un figlio, per obbligarlo poi a spostarsi di continuo durante i suoi primi anni di vita, quando è essenziale per lui costruire una rete sociale. Una cosa che però non sopporto sono le persone che accusano i giovani dink di non fare figli per potersi concedere continuamente un aperitivo, ci sono motivazioni profonde anche dietro la scelta di non avere figli.

Sei mai stata presa di mira da conoscenti o sconosciuti per la tua scelta di non volere figli. Cosa ti ha dato più fastidio?

Le persone a me care non mi hanno mai giudicata, ma gli sconosciuti sì, dopo altre interviste che ho rilasciato, qualcuno di loro si è premurato di cercare il mio contatto di lavoro e scrivermi la sua opinione, anche con un linguaggio molto colorito via messaggio. Spesso mi scrivono "signorina quando sarà vecchia si pentirà" tacciandomi di egoismo, come se mettere al mondo un figlio, sperando che diventi il badante dei suoi genitori, non sia invece un atto egoista. Intendiamoci, se i miei genitori avessero bisogno correrei da loro, ma nella società in cui ci troviamo oggi, in cui spesso i figli cambiano regione, se non Stato, per trovare lavoro, essere i caregiver dei propri genitori significa dover rinunciare alla propria vita.

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