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Educatrice di un asilo privato rivela i 3 tipi di genitori non cui si rifiuta di lavorare

Una professionista dell’infanzia ha rivelato le tre “cattive impressioni” che già in sede del primo colloqui conoscitivo la spingono a rifiutare di lavorare con alcuni genitori: “Non è cattiveria, lo faccio per la tranquillità mia e di chi lavora con me”.
A cura di Niccolò De Rosa
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Trovare la persona giusta a cui affidare il proprio bambino è una delle sfide più grandi che ogni genitore affronta. Tra visite a strutture, confronti con altri genitori e mille domande da farsi, la scelta può diventare un vero percorso a ostacoli. Eppure, se i genitori solo soliti selezionare con cura chi si prenderà cura dei loro figli, anche i professionisti dell’infanzia fanno le loro scelte. Una educatrice britannica responsabile di un'asilo privato ha infatti deciso di ribaltare la consueta prospettiva, condividendo i criteri che di solito la spingono a rifiutare alcuni genitori e offrendo uno sguardo ironico ma molto lucido su ciò che rende davvero efficace – o impossibile – una collaborazione educativa.

"Ormai sono piuttosto esigente con i clienti e posso permettermi il lusso di esserlo", ha spiegato nella didascalia del video. "Ma lo faccio per la mia tranquillità e per il rapporto stretto che cerco di coltivare con i genitori".

Regole chiare, rispetto garantito

Secondo l'educatrice, come spesso avviene durante qualsiasi colloquio di lavoro, tutto si decide già nei primi minuti dell'incontro conoscitivo. Se i genitori iniziano ad avanzare pretese e appunti su orari, tariffe o regole già dal primo incontro, la risposta è un deciso "no".

"Capita spesso che qualcuno venga da me e mi dica: non voglio pagare durante le ferie", ha raccontato la professionista dell'infanzia. "Buon per te, ma ti rivolgi a noi, devi farlo". Per la giovane imprenditrice, queste richieste rivelano un atteggiamento poco rispettoso e una mentalità egoistica che crea solamente squilibri e problemi.

@busy_bunnies

I’m quite picky when it comes to clients nowadays and I do have the luxury to be that way but I do it for my own peace of mind and for the close parent partnerships I try to cultivate. If I am to work with someone long term (most of my children start at 6-9m and don’t leave until 5yrs old and then stay for holiday club after that) then we need to be on the same wavelength and have mutual respect. #childminder #childcare #nursery #clients

♬ original sound – Busybunnies

La puntualità non è un dettaglio

Un altro aspetto fondamentale è il rispetto dei tempi. Anche un ritardo di cinque o dieci minuti al primo incontro viene notato con disappunto. L'educatrice ha infatti spiegato di mostrarsi sempre disposta a essere flessibile, ma solo se viene avvisata con anticipo. Chi invece si presenta in ritardo senza preavviso, o chi cambia più volte l’orario del colloquio, viene automaticamente escluso dalla lista dei potenziali clienti. Un comportamento disorganizzato in fase iniziale è spesso il preludio a ritardi continui, soprattutto nell’orario di uscita dei bambini, e tali mancanze di rispetto fanno perdere tempo ed energie.

La chiarezza delle idee conta

La tata ha anche rivelato una sua posizione che lei stesso ha definito "controversa": molto sesso, ha ammesso, tende a non accettare genitori che dicono di aver già visitato tutte le strutture della zona. Tale scelta, si è giustificata, non nasce da una qualche forma di snobismo, ma perché questa indecisione indica, secondo lei, una mancanza di chiarezza su ciò che qui genitori stanno cercano. Ogni struttura ha un suo approccio: alcune puntano sull’attività all’aperto, altre su giochi strutturati all’interno. Lei preferisce lavorare con chi apprezza il suo metodo e condivide i suoi valori pedagogici.

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