“È davvero difficile il primo Natale senza figli”: il racconto di una mamma
Natale è quasi per tutti sinonimo di famiglia, anche per quei genitori che, per il primo anno, si troveranno a non poter festeggiare con i propri figli, perché studiano all’estero, perché vivono lontani, perché, costruita la loro famiglia, lo trascorreranno con i parenti del partner. Una mamma ha raccontato all’Huffpost la sua esperienza, che l’ha portata a comprendere che la sua bimba (ormai donna) se n’era andata di casa per sempre, proprio quando ha visto gli addobbi natalizi abbellire gli scaffali dei negozi.
Il difficile Natale senza i figli
“É una specie di lutto, complesso da elaborare, scoprire che sono finiti gli anni in cui impacchettavo i regali per i bambini, preparavo loro la cioccolata calda e mettevo alla tv i film di Natale” spiega Sheryl Berk alle pagine dell’Huffpost.
La donna racconta che la sua figlia minore è ormai partita per studiare e che tutti gli altri sono desiderosi di iniziare nuove tradizioni natalizie con i propri compagni, come è giusto che sia. Seppur la casa sia vuota da un po’ la donna ammette di aver iniziato a provare la sindrome del nido vuoto proprio con l’arrivo delle feste natalizie: “Tutto è iniziato quando via mail mi sono arrivate le foto di auguri dei miei colleghi, tutti in posa con i loro figli davanti alla fotocamera. Ero triste e mio marito mi ha suggerito di mettere un cerchietto al nostro cane e fare una foto con lui, ma non è stato lo stesso” ha raccontato la donna all’Huffpost.
La donna però, grazie a questo dolore sta imparando che sua figlia non è più una bambina da crescere ma una donna con cui confrontarsi e che non può obbligare a partecipare a tradizioni natalizie dalle quali non si sente più rappresentata. “Anche io al college un anno decisi di festeggiare le feste con i miei compagni di università, mi divertii moltissimo e non pensai neanche un secondo ai miei genitori soli a casa” racconta Berk.
Il parere delle terapeute
La dottoressa Jillian Amodio, terapeuta familiare, ha affermato alle pagine dell’Huffpost che questa nuova fase della vita può essere molto complessa da affrontare per un genitore: “Mettiamo sempre tutti noi stessi nell’educazione dei figli, così tanto da perdere di vista l’obiettivo finale che non è che i ragazzi restino per sempre con noi, ma che abbiano ereditato i valori e la sicurezza che servono per costruire la loro vita”.
La terapeuta spiega che il sentimento di perdita che Berk vive è del tutto fisiologico ma che può trovare una cura nella consapevolezza che la distanza fisica non diminuisce l’amore, anzi lo aumenta perché dà vita ad adulti responsabili e in grado di rispettare gli uni la scelta degli altri. “È questa fiducia che rafforza i legami familiari”.
Se poi i figli ci ripensano e si presentano a casa con tanto di amici e compagni, nessun rancore, spiega la dottoressa Maya Weir, solo accoglienza e comprensione. “La chiave per custodire con i figli un rapporto sano è farli sentire sempre a casa ogni volta che tornano, in modo che non pensino che per voi sia un obbligo e non si sentano in colpa per non esserci stati”.
La terapeuta di Chicago Lynn Zakeri conclude alle pagine dell’Huffpost dicendo che seppur la realtà dei figli adulti sia diversa da quella che ci si era immaginati quando ancora erano bambini, bisogna solo accettarlo: “I sogni dei genitori raccontano la loro storia non quella dei loro figli” ha affermato Zakeri. La terapeuta ha suggerito poi di rivedere le proprie ambizioni e anche le proprie tradizioni, accettando che i figli non tornino a casa per Natale, ma lo facciano in un altro momento, utile per rafforzare il rapporto e ricordarsi gli uni gli altri che la distanza non può nulla contro l’amore.