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“Dopo la diagnosi di leucemia di mia figlia, i miei amici sono scomparsi”: il racconto di una mamma

Una mamma ha raccontato le sue nuove consapevolezze riguardo l’amicizia, nate dopo la diagnosi di leucemia di sua figlia, alla quale non tutte le amiche sono riuscite a fare fronte.
A cura di Sophia Crotti
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 Credits: profilo Instagram @writingelizabeth
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Elizabeth Austin è una scrittrice e mamma americana che ha raccontato tramite i suoi social, giorno dopo giorno, il cancro che ha colpito la sua bimba di appena 8 anni e che l'ha costretta a quasi 2 anni di continue terapie tra ospedale e casa.

La donna in un lungo testo pubblicato su Today.com ha spiegato come la malattia di sua figlia le abbia permesso di ragionare sulla sua idea di amicizia: "Il mio gruppo storico di amici, quelli che mi avevamo promesso che ci sarebbero stati per sempre e qualsiasi cosa fosse accaduta improvvisamente, davanti alla diagnosi della mia bambina, sono spariti".

La diagnosi di cancro e le nuove consapevolezze

Alla figlia di Elizabeth Austin, quando aveva appena 8 anni, è stata diagnosticata la leucemia, e la donna ha deciso di condividere la diagnosi con amici e parenti attraverso un post di Instagram, in cui la piccola si trovava su un letto di ospedale, sorridente e con la folta chioma di capelli, che di lì a poco avrebbe perso, sciolti sulle spalle.

"In pochi attimi tantissime persone mi hanno scritto, offrendomi il loro supporto: c'era chi si presentava a casa mia per lavare i piatti e mettere tutto in ordine, chi mi portava la cena, quando rimanevo troppo a lungo in ospedale e persone che non sentivo da anni che mi hanno riempita di attività da far fare alla mia piccola in ospedale".

Credits: profilo Instagram @writingelizabeth
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La donna racconta di essersi sentita davvero sostenuta e supportata fino a che, però, a 8 mesi dall'inizio delle cure della piccola, quando la bimba iniziava ormai a perdere i capelli e a gonfiarsi a causa della terapia, attorno a lei si è creato il vuoto. "All'inizio ho cercato di razionalizzare pensando che forse era solo una mia impressione, che le persone a cui chiedevo aiuto avevano degli impegni o forse non stavano bene, ma la situazione si è fatta insostenibile ad un certo punto" ha spiegato lei a Today.com. 

Quando la donna aveva delle serate libere, poiché la figlia stava con la nonna, ha dunque provato a contattare il suo gruppo di amiche storiche che puntualmente rispondevano di essere impegnate quella sera o, in alternativa, non rispondevano affatto. Una sera dunque Austin ha deciso di uscire da sola per una passeggiata, scovando tutte quelle persone che le avevano detto di essere impegnate, insieme, attorno ad un tavolo a ridere e scherzare.
"Ho sentito lo stomaco contorcersi e sono scoppiata a piangere" ha raccontato a Today.com.

Austin in quel momento ha realizzato che la narrazione alla quale aveva sempre creduto degli amici che non l'avrebbero abbandonata per nulla al mondo era falsa, ma superata la rabbia iniziale ha avuto modo di ragionare più a fondo. "Se all'inizio ho pensato di queste persone che fossero inumane e insensibili poi ho capito che erano solo esseri umani che si confrontavano con i propri limiti: per alcuni di loro il peso della malattia di mia figlia era un fardello troppo grande da sopportare".

 Credits: profilo Instagram @writingelizabeth
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Si è interrogata sull'egoismo delle proprie amicizie, pensando di essersi attorniata di persone che dava per scontato fossero come lei si aspettava e che invece, giustamente, non erano così.

Al contempo ha iniziato a focalizzarsi sui tantissimi altri amici le sono stati vicino, inviandole messaggi divertenti mentre lei passava intere giornate in ospedale o semplicemente cercando di esserci per lei. "Ho imparato quanto l'amicizia sia fragile e resiliente, ho capito che non tutti reagiscono come reagirei io davanti al loro dolore e a fare caso non solo agli amici storici ma a chiunque, anche per un attimo si avvicina alla mia vita" ha concluso a Today.com.

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