Diventata mamma a 16 anni, racconta i giudizi della gente: “Mi hanno fatta sentire una pessima madre”
Laura Good è una mamma dell’Oregon che quando aveva 16 anni è rimasta incinta, a seguito di una relazione con un uomo più grande che con il senno di poi, ha compreso avere avuto per tutto il corso della loro relazione un atteggiamento abusante nei suoi confronti.
Quando, con l’aiuto di una terapista e dei suoi genitori, ha deciso di portare avanti la gravidanza, non si sarebbe mai immaginata la quantità di commenti negativi che la gente avrebbe fatto a lei come madre per tutto il resto della vita. “Le persone parlano da sempre delle mie abitudini sessuali in adolescenza con estrema leggerezza, le maestre di mia figlia mi trattavano come se fossi una cattiva madre”.
I commenti della gente a Laura, mamma a 16 anni
In un lunghissimo articolo all’Huffpost, che sembra la lettera di una donna che cerca di riscattarsi dopo anni di superficialità da parte della gente.
Frasi come: “Ma sei troppo giovane per avere una figlia già così grande” sono all’ordine del giorno quando racconta che l’età di sua figlia alle persone e riaprono in lei enormi ferite. “Ad alcuni rispondo che ho semplicemente scelto la giusta crema anti-rughe, ad altri mi verrebbe da dire che la mia vita sessuale da adolescente sono affari miei”.
La mamma ha spiegato poi che la sua giovane età portava medici, sconosciuti e persino i coetanei a darle dei consigli non richiesti su cosa dovesse fare o come dovesse crescere il suo bambino. “Persino i commessi al supermercato o il parrucchiere sentivano il dovere di chiedermi chi mi avesse messa incinta, quali fossero le mie abitudini o i traumi che nella vita mi avessero portata a questo”.
La donna ha spiegato di aver vissuto l’adolescenza sempre sotto il costante occhio giudicante degli altri e di aver iniziato a pensare, ad un certo punto, che se lo meritasse e fosse giusto essere trattata così.
“Se ho superato quel momento e sono riuscita a far crescere mia figlia in un ambiente sereno è stato grazie a mia madre, a una sua amica e ad alcune mie amiche, un arsenale di donne in grado di darmi la sicurezza che il mondo mi toglieva”.
I commenti delle persone, spiega nell’articolo, non sono diminuiti nemmeno quando ha dovuto avere a che fare con altri genitori, durante la crescita di sua figlia.
Le feste di compleanno o le giornate a scuola in cui era necessario presenziare come genitori la terrorizzavano: “Una volta un papà ha fatto chiamare la sicurezza perché mi aveva identificata non come mamma ma come un soggetto sconosciuto che si aggirava per i corridoi”.
In un’altra occasione, invece, a trattarla senza alcun rispetto, sono stati gli insegnanti di sua figlia, che la guardavano durante i colloqui come se lei non potesse davvero comprendere ciò che loro dicevano. “Non dimenticherò mai di quando un’insegnante mi disse che ero una cattiva madre, non in grado di occuparmi di mia figlia, che infatti era sempre stanca a scuola”.
Good ha spiegato che essere stata una mamma adolescente l’ha riempita di vergogna, e ha fortemente plasmato la sua personalità e il suo modo di interagire con gli altri, perché i commenti della gente si interessavano di tutto, tranne di come lei stesse davvero: “Ho cresciuto mia figlia da sola a 16 anni, mentre combattevo con un disturbo post-traumatico che il mio ex compagno mi aveva causato, violento e manipolatore, ma questo nessuno lo sa, perché nessuno lo ha mai chiesto”.
Dopo un lungo percorso di psicoterapia oggi Good sa di non essersi meritata tutta quella cattiveria e di essere anche una buona madre, che con sua figlia, anche grazie alla poca differenza di età, ha stretto un rapporto fatto di sincerità e supporto reciproco costante.
“Spero che mia figlia impari dalla mia storia che nessuno ha mai il diritto di farci sentire in imbarazzo, sbagliate o cattive madri” ha concluso all’Huffpost.