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Disturbo del sonno nei bambini, quali sono gli errori da non fare secondo la pediatra

Sullo sviluppo di problemi legati al sonno dei bambini influiscono molti fattori, dall’età alla presenza di condizioni psico-fisiche. La pediatra Elena Bozzola ha spiegato a Fanpage.it quali sono le cause più comuni e cosa possono fare i genitori per aiutare i loro figli.
Intervista a Elena Bozzola
Consigliere SIP e Presidente Onlus "Il Bambino e il suo pediatra"
A cura di Niccolò De Rosa
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Disturbo del sonno nei bambini

Benché fino a poco tempo fa non figurassero tra le principali preoccupazioni di mamme e papà, i disturbi del sonno nei bambini stanno diventando sempre di più uno dei principali motivi d'ansia per i genitori moderni.

Dormire poco e male, può comportare infatti conseguenze negative per qualità della vita dei più piccoli, con possibili ripercussioni a lungo termine per lo sviluppo e la salute stessa dei bambini. È infatti proprio durante il sonno che, ad esempio, il corpo dei bimbi attiva l'ormone della crescita, essenziale per lo sviluppo di ossa, muscoli e tessuti.

"I disturbi del sonno nei bambini nella fascia d'età 0-5 anni oggi interessano circa un bambino su quattro, con un grande aumento rispetto a trent'anni fa" spiega a Fanpage.it la pediatra Elena Bozzola, Consigliere SIP e Presidente della onlus Il Bambino ed il suo pediatra. "I ritmi serrati e l'utilizzo sempre più precoce di apparecchi elettronici hanno influito sul ritmo sonno-veglia dei bimbi".

Quali sono i disturbi del sonno?

Il più più comune, e anche il più noto, è sicuramente l'insonnia, che impedisce al bambino di dormire per un numero sufficiente di ore. Altrettanto diffuse sono poi le parasonnie – come incubi, terrori notturni o episodi di sonnambulismo – e, in misura minore, i disturbi del ritmo circadiano. Più rari, ma non trascurabili, i disturbi respiratori del sonno, le problematiche legate ai movimenti involontari degli arti durante la notte e le ipersonnie, che si verificano quando chi ne soffre trova difficoltà a rimanere sveglio durante il giorno nonostante un riposo notturno apparentemente adeguato.

Quali sono le cause più frequenti?

Innanzitutto è importante ricordare come simili disturbi cambino molto a seconda dell'età. Se infatti i problemi del sonno dei bimbi più piccolo sono maggiormente legati a fattori fisici – pensiamo alla la dentizione o all'inizio dello svezzamento – con l'aumento dell'età sono più frequenti le parasonnie o problemi legati allo stile di vita, come la scarsa igiene (che non fa dormire bene) o un uso eccessivo dello smartphone nelle ore precedenti al riposo notturno.

Elena Bozzola
La pediatra Elena Bozzola

Quanto dovrebbero dormire i bambini?

Gli studi sono un po' divisi a riguardo, tuttavia diciamo che a parte i primi mesi, quando un bebè può dormire anche 15-20 ore al giorno, un bambino dai 3 ai 5 anni dovrebbe riposare almeno 10-13 ore al giorno. Dai 6 ai 12 anni poi, la forbice si restringe tra le 9 e le 12 ore, riducendosi ulteriormente alle 8-10 ore per gli adolescenti della fascia 13-16 anni.

Perché è importante rivolgersi al pediatra se il bambino non dorme bene o a sufficienza?

Una buona qualità del sonno è fondamentale per la crescita dei nostri figli. Rivolgersi al pediatra dunque è bene prima di tutto per accertare l'effettiva causa del malessere. Spesso infatti dietro le difficoltà del riposo si nascondo implicazioni legate a problemi intestinali, forme di asma, difficoltà respiratorie o condizioni dermatologiche che causano prurito e quindi impediscono un corretto riposo.

Esistono anche cause psicologiche?

Certamente, anzi sono molto frequenti. Lo stress è ad esempio un elemento ricorrente nei bambini che soffrono disturbi del sonno, così come la presenza di comportamenti oppositivi che portano i bimbi a ribellarsi all'autorità genitoriale per ritardare il momento della messa a letto.

Quali sono i rischi di una sottostima del problema?

Dormire poco è estremamente dannoso, soprattutto per un bambino. La mancanza di sonno è infatti associata a maggiori problemi di crescita fisica e cognitiva e più alte probabilità di sviluppare problemi comportamentali e di salute, come diabete, depressione e obesità.

Cosa possono fare i genitori per aiutare i loro figli?

Il ruolo di mamme e papà può essere molto importante per aiutare i figli a dormire meglio. Anche qui però l'età è un fattore discriminante. Nei bambini più piccoli, ad esempio, la presenza d'incubi frequenti può denotare un conflitto interiore da superare anche attraverso il conforto, sia fisico (abbracci) che emotivo. Cruciale anche aiutare il piccolo ad avere punti di riferimento all'interno della scansione della giornata, definendo una routine ben definita e con orari precisi.

Quali sono queste abitudini?

Sapere che a un certo punto della sera arriva il momento di mettersi il pigiama, lavarsi i denti e poi mettersi a letto, permette ai bambini a interiorizzare ritmi favorevoli ad un riposo ottimale. Anche addormentarsi nello stesso posto dove avverrà il sonno notturno – dunque niente divani o poltrone – riduce il rischio di risvegli che vanno a spezzare la continuità del riposo. Evitare pure cene troppo sostanziose o spuntini immediatamente prima di andare sotto le coperte.

E il tablet per favorire il sonno?

Da bandire sia per i bambini che per i più grandicelli. La luce blu degli schermi di tablet, computer o smartphone inibisce la produzione di melatonina e ostacola l'arrivo del sonno.

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