Disfonia infantile, cos’è e come si cura con la logopedia: “Guarire è un lavoro di squadra”
La disfonia infantile è un’alterazione della voce che riguarda la fascia pediatrica e si manifesta con una modifica dell’intensità, della frequenza e della qualità della voce. I bambini che ne sono soggetti spesso parlano con un tono o troppo alto o troppo basso, spesso alternato da momenti di voce rauca o molto flebile.
"Il genitore può accorgersi di questa variazione grazie ad un sensibile cambiamento nella voce della bambina o del bambino, che può sembrare più sgranata, roca, troppo sommessa o, al contrario, troppo pressata", spiega a Fanpage.it la dottoressa Manuela Susigan, logopedista e membro della FLI (Federazione Logopedisti Italiani). "A volte invece è lo stesso pediatra ad accorgersi di qualcosa che non va".
Le possibili cause della disfonia infantile
La disfonia può essere causata o da una condizione organica, legata a lesioni congenite o acquisite, o da un uso non corretto della voce. In questi casi si parla di disfonia funzionale. Non si tratta di una malattia, né di una condizione grave (anzi, è molto comune), tuttavia è bene intervenire per preservare gli organi fonatori del piccolo.
"In caso di disfonia organica, il mancato riconoscimento del problema comporta il peggioramento della condizione – sottolinea l'esperta – Se, ad esempio, è presente una cisti, questa accrescerà e indurrà il bambino o la bambina ad attuare degli atteggiamenti scorretti per compensare la scarsa efficacia vocale"
"Per quanto riguarda la disfonia funzionale, invece, è bene ricordarsi che le corde vocali sono dei tessuti che possono infiammarsi o essere danneggiati e, in particolare, la laringe dei bambini è più delicata e soggetta all’affaticamento rispetto a quella degli adulti. Un uso scorretto della voce, se non curato, può dunque sottoporre le corde vocali a forti stress, che si possono tradurre in patologie organiche come ad esempio i noduli, ossia dei calli che ostacolano la fuoriuscita dell’aria, portando la persona a rimanere spesso senza voce".
Come si cura
Questa condizione richiede la datazione dell’inizio del disturbo. Ogni possibile trattamento parte infatti dall’individuazione del momento in cui il bambino ha iniziato a cambiare voce, poiché da lì poi si cerca di capirne la causa.
Quando ci si accorge che il bambino presenta un problema di voce, dunque, la prima cosa da fare è rivolgersi al pediatra, il quale valuterà la situazione e, eventualmente, suggerirà un controllo specialistico per approfondire la questione. La prima visita sarà quella presso un otorinolaringoiatra, il quale effettuerà un esame chiamato fibrolaringoscopia per osservare la stato di salute delle corde vocali. A quel punto potrà stabilire se si tratta di una disfonia organica o funzionale.
"L’educazione vocale costituisce la parte più importante del percorso terapeutico dei bambini e delle bambini disfonici. L’intervento chirurgico in età pediatrica generalmente avviene solo nei casi in cui persistano gravi problemi e non può prescindere da un precedente trattamento logopedico".
Il ruolo dei genitori
Una volta approdato dal logopedista, il bambino inizia un percorso che, prima di tutto, deve partire dalla presa di consapevolezza della propria condizione.
"Non è affatto scontato che una bimba o un bimbo si rendano conto del suo disturbo" spiega la dottoressa. "Non sempre infatti i bimbi capiscono di utilizzare la voce in modo scorretto. Anche perché non è detto che la disfonia provochi fastidio o dolore. Nel momento in cui il bambino o la bambina si accorge del problema però, inizia anche a voler capire come rispettarsi e far sì di risolvere la situazione".
In questo processo di guarigione, però, il bambino non è affatto solo. Anzi, si tratta di un lavoro di squadra dove il genitore diventa un co-protagonista di grande rilievo, poiché deve diventare il modello di comportamento positivo per il bimbo.
"Spesso la disfonia infantile è favorita da un ambiente in cui anche gli altri membri della famiglia sono soliti utilizzare la voce in modo scorretto, usando sempre la voce con un’intensità molto alta o con costanti rumori di sottofondo!"
Come si cura la disfonia dal logopedista
Dal logopedista il bambino impara a rispettare i turni delle parole, evitare di gridare per attirare l’attenzione, percepire la propria voce e perfino rispettare e coltivare il silenzio.
Durante le sessioni di terapia, i bambini si esercitano quindi con la respirazione diaframmatica – per gestire al meglio l’immissione e l’emissione di aria attraverso gola e polmoni – e vengono coinvolti in una serie di giochi per imparare a modellare e controllare la propria voce, senza scattare impulsivamente o adottare frequenze che stressano le corde vocali.
“A volte, ad esempio, si propone alla bambina o al bambino di fare la voce forte o flebile apposta, accentuandone le caratteristiche, così che possa rendersi conto della propria condizione e da lì partire per migliorare la situazione”
Ci sono poi consigli più pratici: bere, umidificare l’ambiente e non bisbigliare facilitano la risoluzione del problema. Al di là del trattamento dell’infiammazione in sé, però, ciò che è davvero importante è che il bambino si abitui a utilizzare correttamente la propria voce.
"Se il piccolo e la famiglia sono motivati e collaborativi, in due o tre mesi il problema potrebbe essere risolto" conclude Susigan. "L'importante è allenarsi a mantenere gli atteggiamenti corretti nel tempo per non ricadere nelle recidive".