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Disegni e favole possono rivelare il trauma di un bambino? Il parere dell’esperta

Disegni e favole inventate sono solo due delle modalità che vengono utilizzate da psicologi e psicoterapeuti per indagare i traumi dei bambini. Ne abbiamo parlato con la direttrice del dipartimento di psicologia dello sviluppo e della socializzazione dell’Università di Padova, la quale ci ha spiegato che queste modalità vanno inserite in un quadro diagnostico molto più ampio.
Intervista a Alessandra Simonelli
Psicoterapeuta e direttrice del dipartimento di psicologia dello sviluppo e della socializzazione dell’Università di Padova
A cura di Sophia Crotti
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disegni dei bambini

Disegni e favole inventate dai bambini sono due modalità che gli psicoterapeuti mettono in atto per indagare il trauma dei più piccoli. Dietro ciò che il bimbo rappresenta con la sua fantasia si possono nascondere infatti anche i traumi che un abuso o una forma di maltrattamento hanno causato in lui.

La dottoressa Alessandra Simonelli, psicoterapeuta e direttrice del dipartimento di psicologia dello sviluppo e della socializzazione dell’Università di Padova, ci ha spiegato come però l'indagine degli specialisti vada ben oltre questo. "I bimbi che hanno subito un trauma manifestano spesso improvvisi e inspiegabili cambiamenti nelle abitudini e nel comportamento, è importante quindi studiare bene come agiscono in tutti i luoghi che frequenta. Disegni e favole sono una modalità comunicativa, che facilita i bimbi piccoli nel racconto di sé, ma che si inserisce però in un quadro ben più ampio".

dott.ssa Simonelli
dott.ssa Alessandra Simonelli (Psicoterapeuta e direttrice del dipartimento di psicologia dello sviluppo e della socializzazione dell’Università di Padova)

Cosa si intende per trauma nei bambini?

Quando parliamo di trauma intendiamo tantissime cose, un bimbo può manifestare un trauma a causa di un terremoto, di un incidente, di un contesto traumatico, oppure per maltrattamento e abusi sessuali. Soffermandoci su questi ultimi traumi, soprattutto nell’infanzia, nella maggior parte dei casi sono causati dalle persone che per i piccoli sono un riferimento, siano genitori, parenti o caregiver.

E come si indagano questi traumi infantili?

La prima cosa da tener presente quando si indaga un’esperienza traumatica nei bambini, è comprendere quali competenze abbia, analizzando oltre che la sua età, anche il livello di sviluppo cognitivo, cosa può aver compreso, come può esprimere ciò che gli è successo, come impatterà sul suo sistema di memoria, che soprattutto quando i bimbi sono molto piccoli vive fasi evolutive molto importanti.

Per comprendere meglio gli aspetti traumatici dobbiamo tener presenti tutti questi elementi, capendo se il bimbo per esempio ha una fragilità evolutiva, un ritardo nello sviluppo, che tra l’altro è uno dei fattori di rischio per maltrattamenti e abusi.

trauma nei bambini

Analizzando tutti questi elementi si riesce anche a capire quale sia il canale migliore con cui si può accedere a certi tipi di racconto e narrazioni, che invece un soggetto adulto farebbe attraverso il linguaggio. Un altro elemento molto complesso è che spesso l’abusante è una persona molto vicina al bambino, che quindi prova affetto per questa persona nonostante il pericolo e il trauma che l’abuso provoca.

In che modo il disegno rivela che il bambino ha avuto un trauma?

Il disegno si inserisce in una valutazione approfondita e ad ampio raggio, perché da un disegno in cui il bimbo colora tutto e solo con il nero, si può evincere che non è sereno ma non si possono avere informazioni specifiche.

Inizialmente si valuta il bambino e il suo contesto, la famiglia e la scuola e osserviamo i comportamenti che il bambino mette in atto nella sua vita ad ampio raggio. Valutiamo i suoi risultati scolastici, come si comporta con il gruppo dei pari, sul campo da gioco se fa sport, comprendendo se il bimbo inizia, anche in solo uno di questi contesti, a manifestare atteggiamenti atipici.

Un altro strumento che si utilizza con i bambini è la narrazione di storie, ossia non si chiede al bimbo di racontare direttamente cosa gli sia successo, ma si costruisce con lui una storia inventata oppure una storia sollecitata da specifico materiale. Se il piccolo introduce nel racconto momenti violenti, situazioni difficili, tristi, aspetti di disperazione, magari non si è sicuro che abbia vissuto un trauma ma sicuramente sono elementi che spingono ad essere molto più attenti.

Quali caratteristiche hanno le storie inventate dai bambini che potrebbero aver vissuto un trauma?

Generalmente sono storie che riportano al loro interno molti elementi di paura, oppure ha una trama davvero molto complicata, ci sono all’interno genitori che si perdono, che muoiono, oppure un bambino che deve affrontare delle prove difficili, sono tutti elementi angoscianti.

In ogni caso i racconti dei bambini poi non vengono considerate testimonianze attendibili, non perché non si crede in loro, ma perché hanno ancora dei sistemi in via di sviluppo dal punto di vista cognitivo, linguistico, di memoria, di sistema relazionale. I bimbi dipendono così tanto dal punto di vista affettivo e relazionale dall’adulto di riferimento che questo loro attaccamento rende molto complesso testarne l'attendibilità, che non significa che non gli crediamo, ma dobbiamo trovare la strada a misura di bambino.

Ci sono dei segnali che può cogliere il genitore del fatto che il bimbo abbia vissuto dei traumi?

Io dico sempre che secondo me la cosa a cui fare attenzione è se ci sono dei cambiamenti rilevanti del bambino non motivati da ciò che il genitore conosce, per esempio il bimbo inizia ad avere un sonno agitato senza apparente motivo. Bisogna osservare soprattutto le funzioni primarie del bambino, se ha il sonno alterato, se ha o non ha più voglia di giocare, se scoppia in pianto senza dire nulla.

traumi bambini

Nell’area dei maltrattamenti e dei traumi le funzioni di base alterate possono essere campanelli d’allarme. In poche parole sono i cambiamenti ad essere preoccupanti.

Ma quando l’esperto valuta la situazione del bambino il genitore è presente?

Per qualsiasi tipo di incontro con un minorenne dobbiamo avere un'autorizzazione firmata da entrambi i genitori, anche se sono separati. A meno che non ci sia un affievolimento della responsabilità genitoriale da parte di uno o di entrambi i genitori.

Poi la scelta di vedere il bimbo da solo o insieme agli adulti, è clinica e sta all’esperto.

Un bimbo molto timoroso ha bisogno della presenza di una figura nota con lui, se invece già dal primo incontro saluta e si avvicina a noi che siamo estranei per lui lo vediamo anche da solo.

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