Dire parolacce davanti a i figli: gli esperti spiegano come rimediare quando accade
Imprecare e parolacce davanti ai bambini è un comportamento che si dovrebbe sempre evitare. Sebbene al momento non esistano prove scientifiche del fatto che il linguaggio scurrile, quando non aggressivo, possa causare danni duraturi sui più giovani, usare termini eccessivamente coloriti in presenza dei piccoli potrebbe infatti indurli a imitare simili comportamenti, con possibili conseguenze a livello sociale e relazionale. Per questo, dicono gli esperti, è molto importante che gli adulti provino a controllarsi, almeno in presenza dei bimbi, e sappiano come "smorzare" una parolaccia sfuggita nel momento meno opportuno.
Parolacce: un tabù ancora vivo
Il tema dell'uso di un linguaggio scurrile davanti ai bambini è da tempo complesso e controverso. Se infatti molte persone non sembrano farsi molti problemi a utilizzare un linguaggio colorito durante la quotidianità, gli adulti tendono a frenare le proprie imprecazioni davanti ai più piccoli, anche se non sempre risulta un compito facile. In alcuni Stati degli USA, l'uso di parolacce in presenza di minori viene perfino punito a norma di legge.
Eppure, al netto del legittimo desiderio di dare il buon esempio, la scienza sembra indicare che l'effetto delle imprecazioni non sia così dannoso come si potrebbe pensare.
La parola agli esperti: le parolacce non fanno danni
Benjamin K. Bergen, professore di scienze cognitive all'Università della California di San Diego e autore di un libro sul tema, ha recentemente sostenuto sul New York Post come non ci siano prove concrete del fatto che l'esposizione a un linguaggio volgare causi danni diretti ai bambini.
Secondo le sue ricerche, le parolacce ordinarie — quelle che qualunque adulto pronuncia quasi ogni giorno — non incrementano l'aggressività, non ostacolano lo sviluppo del vocabolario e non smorzano le emozioni dei piccoli. Bergen ritiene quindi che le preoccupazioni dei genitori siano infondate, a meno che le parolacce non siano usate in modo aggressivo o denigratorio.
Quando le parolacce possono diventare pericolose
Nonostante le rassicurazioni di Bergen, è comunque importante distinguere tra un linguaggio volgare usato casualmente e parole offensive dirette verso qualcuno. Secondo Janice Ebenstiner, terapeuta familiare, le parolacce possono avere un impatto negativo quando sono utilizzate in modo discriminatorio o offensivo verso specifici gruppi sociali. Alcuni studi hanno anche dimostrato come i bambini esposti a insulti omofobi o razzisti (anche quando non rivolti contro di loro) possono sviluppare maggiori livelli di ansia, depressione e un senso di isolamento.
Ad ogni modo, tutti gli esperti concordano nel dire che imprecare direttamente contro un bambino, per punirlo o spaventarlo, sia sempre inaccettabile. Le parolacce usate come strumento di controllo possono infatti sfociare in una forma di abuso emotivo. Caroline Clauss-Ehlers, psicologa e docente alla Rutgers University, ha invece sottolineato come non sia la parola in sé a causare il danno, ma l'intenzione e il contesto in cui viene utilizzata. Ecco perché parolacce e imprecazioni, se usate per offendere o umiliare, potrebbero costituire una forma di maltrattamento.
L'imitazione dei bambini: il trucco per evitarla
Al di là delle possibili ripercussioni psicologiche, l'utilizzo di un linguaggio volgare e infarcito di parolacce rimane comunque un comportamento poco apprezzabile in molti contesti sociali. Crescere un bambino abituato fin da piccolo a utilizzare certe parole potrebbe dunque esporlo ai giudizi altrui e danneggiarlo nelle relazioni, oltre che esporlo a rimproveri e punizioni in ambito scolastico.
Per questo, uno dei timori principali dei genitori è che i bambini ripetano le parolacce sentite in casa. A tal proposito gli esperti spiegano che le reazioni dei piccoli possono variare a seconda dell'età e del contesto familiare. Alcuni bambini, soprattutto quelli più piccoli, potrebbero ripetere una parolaccia semplicemente per attirare l'attenzione o per imitazione.
Quando a una mamma o a un papà scappa una parolaccia o un'imprecazione colorita, dunque, la parent coach Kristin Gallant consiglia di far passare sotto in sordina l'accaduto, provando a non dare troppo peso all'esternazione appena pronunciata: ignorare la parola proibita – evitando dunque di sottolinearla con imbarazzo, scuse o comportamenti goffi che anzi potrebbero rendere la cosa ancora più divertente per i piccoli – riduce infatti il rischio che il bambino la ripeta, poiché la mancanza di una reazione spegne l'interesse nel riproporla.