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Dire le stesse cose ma con un tono gentile aiuta i bambini ad ascoltare: l’esempio dell’esperta in un video virale

Secondo la parental coach Shirin Galili, quando si educano i bambini è bene mantenere un tono di voce controllato e un linguaggio del corpo rassicurante, così da facilitare la comprensione del messaggio: “Con la gentilezza i piccoli imparano non perché devono, ma perché vogliono farlo”
A cura di Niccolò De Rosa
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La frustrazione di non sentirsi ascoltati dai figli è una delle esperienze più comuni dell'essere genitori. Eppure, quando si tratta di bambini e messaggi educativi, utilizzare le stesse parole, ma pronunciarle in modo diverso, può sortire effetti completamente differenti. A dirlo è un'esperta di genitorialità che sui social ha recentemente invitato le mamme e i papà a utilizzare un approccio il più gentile possibile nei confronti dei propri figli, parlando loro in modo che si sentano sempre rispettati e motivati.

Secondo Shirin Galili, ex insegnante e coach di parenting, la chiave per arrivare al cuore e alla testa di bimbi risiede infatti non solo in ciò che si dice, ma anche nel modo in cui ci si esprime. "I bambini assimilano circa il 7% delle nostre parole – ha spiegato la donna in un video condiviso su Instagram – Il restante 93% di ciò che i bambini comprendono risiede nel tono di voce e nel linguaggio del corpo".

La tecnica del discorso gentile

I consigli di Shirin Galili sono diventati virali soprattutto grazie a un video che dimostra come modificare il tono e l'approccio possa trasformare la comunicazione con i bambini.

Nel filmato, Galili si rivolge alla figlia ripetendo due volte le stesse frasi: la prima volta in modo secco e perentorio, la seconda con un tono più gentile e compassionevole. Benché dal punto di vista del contenuto la scelta delle parole rimane la stessa, ma il tono e l'atteggiamento utilizzato dalla madre cambia in modo sostanziale, stravolgendo completamente il messaggio e quindi la reazione della piccola.

"Un aspetto importante nell'uso del tono di voce e del linguaggio del corpo è che rende i bambini più aperti ad apprendere. Iniziano a fare dei miglioramenti non perché costretti, ma perché lo vogliono veramente" ha spiegato l'esperta in un'intervista a Newsweek, soffermandosi sull'importanza della comunicazione non verbale. La filosofia di Galili si basa infatti sull'idea che ogni interazione con i figli sia un’opportunità per insegnare competenze di vita, evitando di ricorrere all’ira o alla forza.

Esempi pratici di comunicazione efficace

Nel video, Galili mostra diversi esempi di frasi quotidiane che molti genitori si trovano a ripetere, ma che possono essere trasformate in momenti di apprendimento ("So che sei arrabbiato, ma ho bisogno che usi parole calme e gentili") Secondo Galili, frasi simili non sono semplicemente comandi, ma occasioni per educare. Dopotutto, ha sottolineato l'esperta, ogni interazione è un’opportunità per insegnare ai nostri figli competenze utili, senza ricorrere alla rabbia."

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La sfida dei genitori: quando l’approccio gentile non funziona

Nonostante l'approccio gentile e compassionevole abbia suscitato molti consensi, alcuni genitori hanno commentato il video con un tono più scettico. Cosa fare ad esempio quando il metodo gentile non funziona e il bambino prosegue nei suoi comportamenti scorretti? Come evitare di infuriarsi se tale atteggiamento non porta il piccolo a calmarsi?

Anche per questi casi però, Galili ha offerto una soluzione alternativa. Se infatti i primi tentativi non funzionano, i genitori non devono ricorrere all'urlo, ma piuttosto cambiare strategia. Un consiglio pratico è, ad esempio, quello di avvicinarsi al bambino, stabilire un contatto visivo e fare una richiesta specifica, invece di ripetere lo stesso comando in modo generale.

"Avvicinarsi, abbassare il tono e fare richieste precise, invece di urlare o fare comandi vaghi, sono solo alcuni degli strumenti che i genitori possono utilizzare per comunicare senza ricorrere alla rabbia" ha affermato Galili. Anche altri genitori hanno condiviso la riflessione sul tono di voce e sulla pazienza, consci del fatto che l'educazione non possa limitarsi a dare istruzioni e comandi, ma si fondi sulla capacità di stabilire un dialogo costruttivo e rispettoso.

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