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Diminuiscono le mamme disoccupate e aumenta l’età al primo figlio: il ritratto delle madri in Italia

Il nuovo Rapporto sulle nascite in Italia CeDAP, pubblicato sul sito del Ministero della Salute ha messo in luce le caratteristiche di chi diventa madre in Italia, è sempre più alto il livello di scolarizzazione prima di un figlio e l’età delle donne che diventano madri.
A cura di Sophia Crotti
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donna incinta

Il nuovo Rapporto sulle nascite in Italia CeDAP, pubblicato sul sito del Ministero della Salute, con i dati relativi al 2023 ha messo in luce le caratteristiche delle donne che nel Bel Paese decidono di diventare madri. Aumentano coloro che lavorano durante e dopo la gravidanza e mantengono costante il trend per il quale il primo figlio arriva in famiglia sempre più tardi.

Le mamme italiane fanno figli sempre più tardi

Il primo dato a saltare all’occhio è l’età media delle donne che in Italia decidono di diventare madri. Rispetto al report precedente, è salita da 32.2 a 33.2 l’età media delle donne che hanno figli in Italia, mentre l’età media del primo rimane sempre superiore a 31 anni, confermando il trend che vede spostarsi sempre più in là l’età giusta per fare un bambino. Un po’ più bassa è l’età media delle mamme straniere che partoriscono in Italia, pari circa a 31,6 anni in generale, e a 29.2 anni, quando si tratta del primo figlio.

Tra i motivi del tardare la nascita del primo figlio risulta esserci innanzitutto la realizzazione personale e l'attesa di un contratto stabile, il livello di scolarizzazione della donna è infatti tanto più alto quanto l’età del suo primo figlio si sposta dopo i trent’anni.

Il 60.1% delle donne riesce a conciliare maternità e lavoro, dichiarando infatti di essere impegnata in un’attività lavorativa, dato in aumento rispetto al report precedente che ne contava il 58.6% e che sale a 67.9% se si fa riferimento alle sole mamme italiane. 4 donne su 10, però, che diventano madri, non lavorano, il 23.7% di loro è casalinga e il 14.2% in cerca di un’occupazione o disoccupata, con dati in miglioramento però sull’anno precedente.

La gravidanza e il parto

Una disparità tra donne italiane e straniere si registra quando si parla di visite che precedono il parto, se solo l’1.8% delle donne italiane saltano la visita ostetrica relativa al primo trimestre è del 10.6% la percentuale di donne straniere che lo fa. Altri due discrimini portano le donne ad avvicinarsi alla prima visita durante la gravidanza anche oltre l’undicesima settimana di gestazione: la bassa scolarità e la giovane età della donna. In generale però è del 92.9 la percentuale di donne che effettuano durante la gravidanza 4 visite ostetriche, del 76.7 quella di chi effettua più di 3 ecografie.

Un altro dramma di cui si parla ancora fin troppo poco è quello degli aborti spontanei, che molte donne si trovano a vivere prima di stringere tra le braccia un bambino, nel 18.25% dei casi le donne divenute madri nel 2023 hanno avuto 1 o 2 aborti spontanei, nell’1.36% più di due.

Parlando del momento in cui i piccoli vengono al mondo, le donne scelgono nel 90.1% dei casi strutture pubbliche, bassissima è la percentuale di chi tra le varie opzioni sceglie il parto in casa o in una struttura di assistenza diversa da un ospedale pubblico o una casa di cura (0.13%). I parti sono per lo più naturali, soprattutto nelle strutture pubbliche, in media solo  il 30.3% di questi è stato caratterizzato da un taglio cesareo, di questi il 45% è avvenuto in una struttura privata e il 28.7% in una struttura pubblica. Quasi la totalità delle mamme, il 94.84% ha voluto al suo fianco durante il parto il partner, il 4.26% un parente e nello 0.90% dei casi una persona di fiducia.

Aumentano le donne che ricorrono alla PMA

Come già aveva rilevato il precedente report, il ricorso alla Procreazione Medicalmente Assistita negli ultimi 10 anni è aumentato più del 73%, dato che come ci aveva spiegato il professor Daniele Vignoli ben si concilia con la tendenza ad avere figli sempre più avanti con l’età, quando dunque la fertilità tende a diminuire. Se nel 2022 3.7 gravidanze ogni 100 prendevano avvio grazie alla fecondazione assistita, nel 2023 il dato è salito a 3.9 con una prevalenza di fecondazione in vitro, con successivo trasferimento di embrioni (FIVET), seguita da ICSI.

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