Dieta plant-based e bambini: uno studio italiano analizza pro e contro
Un recente studio ha analizzato le diete a base vegetale – le Plant Based Diets (PBD) – tra bambini e adolescenti, concentrandosi sui benefici e i rischi legati alla salute e alla prevenzione delle malattie. L'interesse per queste diete, prive di prodotti di origine animale, è in aumento, non solo tra gli adulti, ma anche tra i più giovani, spesso per decisione dei genitori, ma non di rado anche per scelte personali. Anzi, per alcuni esperti la dieta plant based rappresenta addirittura il futuro dell'alimentazione mondiale.
Eppure, al netto delle implicazioni etiche e di sostenibilità, le diete che possono risultare salutari per gli adulti potrebbero non essere altrettanto adatte per i bambini, il cui sviluppo richiede un'attenta pianificazione nutrizionale. Da qui l'indagine pubblicata su Healthcare e condotta da un team tutto italiano per analizzare le caratteristiche dei vari regimi alimentari a sola base vegetale e i possibili pro e contro che questi modi di mangiare possono comportare per i più piccoli.
Tipologie di diete a base vegetale
Come sottolineato dagli autori dello studio, le diete plant-based si distinguono per il grado di esclusione dei prodotti di origine animale. La dieta vegana, la più restrittiva, esclude completamente questi alimenti, mentre la dieta ovo-vegetariana consente l'uso di uova, quella latto-vegetariana include i latticini, e la latto-ovo vegetariana permette sia uova che latticini.
Esistono poi varianti ancora più rigorose come la dieta crudista (solo alimenti vegetali privi di cottura) o quella fruttariana. Le motivazioni che spingono verso queste scelte sono molteplici: dalla salute all'ambiente, dall'etica alla religione. Tuttavia, per i bambini, queste diete devono essere pianificate attentamente per garantire un adeguato apporto nutrizionale.
Alimentazione complementare e integrazioni
Nell'esposizione della loro analisi i ricercatori hanno evidenziato come il periodo dei primi 1.000 giorni di vita, dalla gestazione ai due anni, sia cruciale per la salute a lungo termine, lo sviluppo neuro-cognitivo e la crescita corporea. L'alimentazione complementare, che introduce cibi solidi e liquidi oltre al latte materno o artificiale, è una fase delicata in cui le carenze nutrizionali possono avere effetti significativi.
Studi citati dalla ricerca suggeriscono che i bambini vegani e vegetariani vengono allattati al seno per periodi più lunghi rispetto ai bambini onnivori, il che potrebbe aumentare il rischio di carenze di nutrienti essenziali come la vitamina B12, il calcio, il ferro, lo zinco e gli acidi grassi omega-3. Per questo alcuni studi raccomandano un'attenta integrazione di nutrienti per i bambini che seguono queste diete, soprattutto nei primi due anni di vita.
Se i genitori scelgono di crescere i propri figli con una dieta vegana, risulta infatti fondamentale un monitoraggio regolare con controlli medici per prevenire gravi problemi di salute, come deficit cognitivi irreversibili.
Rischi e benefici delle diete a base vegetale nei più giovani
Mentre i benefici delle diete vegane per gli adulti sono ben documentati, lo stesso non vale per bambini e adolescenti. Le ricerche su questo gruppo di età sono limitate, con la maggior parte degli studi che si concentra sulle diete vegetariane piuttosto che su quelle vegane. Una revisione sistematica ha evidenziato la mancanza di dati sufficienti per trarre conclusioni definitive sugli effetti delle PBD nei giovani, sebbene siano stati identificati diversi rischi di carenze nutrizionali, soprattutto alla vitamina B12, indispensabile per i processi cellulari e trasformare il nutrimento in energia per l'organismo, tanto che una mancanza cronica di simili sostanze durante la crescita può comportare danni neurologici permanenti.
Di contro però, le varie ricerche citate dallo studio hanno anche riscontrato grandi benefici in termini di apporto di fibre, ferro, zinco e folati. I bimbi cresciuti mangiando solo alimenti vegetali, tendono inoltre a presentare un profilo lipidico migliore (situazione connessa con una migliore salute cardiaca e un rischio ridotto di ictus e infarti), anche se la statistica cita anche un numero maggiore di bimbi sottopeso durante le varie tappe di crescita.
La dieta vegetale fa bene, ma è difficile da seguire in modo corretto
I ricercatori hanno concluso riscontrando una crescita costante di giovani e adulti in tutto il mondo che hanno rinunciato alla carne nel piatto. Di per sé, tali scelte alimentare non sembra presentare grosse controindicazioni dal punto di vista nutritivo, ma per non sfociare in carenze di vitamine e micronutrienti richiedono una gestione accurata e non sempre facile da attuare, soprattutto quando si parla di bambini,
Gli esperti consigliano dunque una pianificazione attenta e l'uso di integratori quando necessario, sottolineando l'importanza di una consulenza nutrizionale da parte di un pediatra o di un professionista abilitato per chi sceglie queste diete per i propri figli. In assenza di una corretta supervisione, i rischi per la salute possono essere significativi, soprattutto durante lo sviluppo.
Gli stessi autori della ricerca hanno però tenuto a precisare come sia necessario ancora un maggior numero di studi a lungo termine per comprendere a fondo gli effetti delle diete a base vegetale nei bambini e negli adolescenti.