Da zero a tre figli in un solo giorno, la storia di Rachael e Paul: “Con i nostri figli è stato amore a prima vista”
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Per Rachael Doman e suo marito Paul, il desiderio di avere figli era sempre stato una parte naturale e condivisa della loro storia. Sposati nel 2012 e stabiliti a Liverpool, i due avevano iniziato presto a provare ad avere un bambino, mai immaginando che sarebbe stata un’impresa così ardua. I mesi di tentativi iniziarono infatti ad accumularsi e dopo l'entusiasmo iniziale, per i due il sogno di costruire una famiglia numerosa iniziava ad assumere i contorni di una strada sempre più in salita.
"Non ci era mai passato per la testa che avere un bambino potesse essere un problema", ha ricordato la stessa Rachael in un recente intervento al quotidiano britannico Independent dove ha raccontato la storia della sua famiglia: dagli anni di pianti e delusioni, fino al giorno dell'inaspettata svolta, dove nell'arco di un pomeriggio si trovò di colpo ad essere madre di tre bellissimi bambini.
Le difficoltà e il cammino della fecondazione assistita
Per comprendere l'imprevedibilità della storia di Rachael e Paul occorre però partire dal principio. Dopo un anno di tentativi senza risultati, i due avevano infatti deciso di rivolgersi a uno specialista. La diagnosi fu però molto dura: se la coppia voleva provare ad avere un figlio avrebbe dovuto ricorrere alla fecondazione in vitro (FIV) a causa di un problema di qualità dello sperma. Seguirono dunque quattro cicli di FIV, due finanziati dal sistema sanitario nazionale e due a loro spese.
Nell’ultimo tentativo, nel 2019, Rachael e Paul, scelsero anche di utilizzare un donatore di sperma e finalmente il test di gravidanza risultò positivo. Sembrava l'ambito premio per la loro perseveranza, tuttavia, alla prima ecografia per controllare la vitalità del feto, gli strumenti non rilevarono alcun battito cardiaco, lasciando la coppia in preda alla disperazione.
La crisi e la perdita di una sorella
Dopo anni di speranze deluse e dolore, il mancato coronamento del desiderio di genitorialità iniziò a danneggiare anche il rapporto tra Rachael e Paul, al punto da mettere in discussione perfino il loro futuro insieme. Nel mezzo di questa crisi, il carico da novanta fu la scomparsa improvvisa della sorella di Rachael a causa di un ictus. La tragedia gettò la donna ancora di più nello sconforto, spingendola a sospendere ogni nuovo tentativo.
Curiosamente, l'arrivo di un nuovo periodo complicato, rappresentato dalla pandemia di Covid-19 nel 2020, permise a Rachael e Paul di avere un po' di tempo per riflettere. "Ci siamo presi una pausa", ha raccontato Rachael. Fu proprio quel periodo, l’idea dell’adozione iniziò a farsi strada nel cuore di entrambi.
L’inizio del percorso di adozione
Dopo un lungo percorso di riflessione, Rachael si aprì finalmente all’idea dell’adozione. Con il supporto di un’assistente sociale di Adoption Matters, che Rachael definisce affettuosamente la loro "cicogna", intrapresero il processo per accogliere nella loro vita due fratelli. "Ci piaceva l'idea di avere due fratelli, così avrebbero potuto condividere l’esperienza dell’adozione insieme", ha dichiarato Rachael.
L’incontro con i bambini
All’inizio del 2022, arrivò la chiamata tanto attesa: c’era una coppia di fratelli, un bimbo di quattro anni e la sorella di diciassette mesi. Ma c’era di più: la loro madre biologica era incinta di un terzo bambino. Rachael e Paul, sorpresi e spiazzati, accettarono di considerare l’adozione di tutti e tre.
Dopo una breve conoscenza, i bambini si trasferirono a casa loro. "È stato amore a prima vista", ricorda Rachael, descrivendo i primi momenti trascorsi con i piccoli, tra giocattoli e palloncini. "Eravamo nervosi nel caso in cui non fossimo piaciuti ai bambini. Non sapevamo nemmeno che aspetto avessero, ma erano così carini […] Non vedevamo l'ora di conoscerli e di essere coinvolti nelle loro vite".
Cinque settimane dopo, nacque il terzo fratellino. Paul fu il primo a tenerlo tra le braccia, e Rachael ricorda l’emozione di quel momento: "Era così piccolo, così perfetto". Per la coppia l'esperienza fu intensa e complessa, in bilico tra la comprensione del dolore dei genitori biologici che non avrebbero potuto provvedere ai bisogni dei bambini, l'incertezza per il fatto di non avere la sicurezza di vedersi confermare l'affidamento e la gioia incontenibile nel vedere il loro sogno realizzarsi.
L’incertezza dell’adozione definitiva
Come da prassi, il periodo di adozione temporanea si protrasse per ben 18 mesi, un lungo periodo durante il quale Rachael e Paul s'immersero appieno nel nuovo ruolo genitoriale, pur non potendo avere la certezza che i bambini sarebbero rimasti con loro.
"Abbiamo dovuto vivere nel presente, senza sapere cosa ci riservava il futuro" ha raccontato Rachael, sottolineando la difficoltà emotiva di convivere con quell’incertezza. I bambini, intanto, si erano rapidamente affezionati al nuovo ambiente familiare, cosa che in caso di un esito negativo avrebbe reso ancora più difficile il distacco.
Finalmente una "famiglia per sempre"
Nel 2023 però, dopo un lungo percorso burocratico ed emotivo, Rachael e Paul ottennero finalmente l’adozione definitiva, diventando ufficialmente una famiglia. "Viviamo il sogno, nel caos che abbiamo sempre desiderato" dice ora Rachael colma di gratitudine. "Passare da zero a tre figli da un giorno all'altro è stato come un turbine"
Oggi, Rachael ha lasciato il suo lavoro come insegnante per dedicarsi a tempo pieno alla famiglia e da quest'anno i due genitori hanno deciso di istituire un "familiversario" ("familyversary"), una ricorrenza speciale per celebrare il giorno in cui l’adozione è stata confermata e i Doman sono diventati a tutti gli effetti un'unica famiglia. "Non importa che i nostri figli non ci assomiglino –ha concluso Rachael – Proviamo solo tanta gioia nel vederli così uniti e felici".