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Da che età e in che periodo i bambini dovrebbero fare il vaccino antinfluenzale: il parere dell’esperta

Dai primi di ottobre è disponibile il vaccino antinfluenzale per i bambini, secondo la dottoressa Tagliabue è importantissimo somministrarlo ai bambini con patologie pregresse ma anche ai piccoli sani che sotto i 5 anni di vita, rischiano di manifestare complicanze.
Intervista a Dott.ssa Claudia Tagliabue
Dirigente medico, specialista in pediatria, presso la Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e PhD in Malattie infettive
A cura di Sophia Crotti
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vaccino bambini

Il freddo è in arrivo in tutto lo Stivale, in alcune regioni l'estate è da tempo ormai un ricordo lontano e come ha spiegato il dottor Giuseppe Indolfi a Fanpage.it, con sé porterà malanni stagionali per i più piccoli.

Per scongiurarli e soprattutto evitare che contratta l'influenza stagionale i bimbi manifestino complicanze o sintomi gravi, la dottoressa Claudia Tagliabue, dirigente medico, specialista in pediatria presso la Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, e PhD in Malattie infettive, ha spiegato perché è fondamentale sottoporre i bimbi dai 6 mesi di vita in su alla vaccinazione antinfluenzale, disponibile da metà ottobre.

"I bimbi sotto i 5 anni sono i più esposti ad eventuali complicanze legate all'influenza stagionale. Ottobre ha aperto le porte alla nuova influenza, l' "australiana", variante che ha colpito duramente l'Australia nella stagione che lì si è appena conclusa. Si prevede che possa lasciare dietro di sé circa 15 milioni di nuove infezioni".

Dott.ssa Chiara Tagliabue (Dirigente medico, specialista in pediatria e PhD in Malattie infettive)
Dott.ssa Chiara Tagliabue (Dirigente medico, specialista in pediatria e PhD in Malattie infettive)

Da che età si può far fare ai bambini il vaccino anti influenzale?

Il vaccino antinfluenzale in età pediatrica è indicato, come specifica l’OMS, per i bimbi dai 6 mesi di vita in su, indipendentemente dalla presenza di una patologia cronica sottostante. Per i bambini con patologia cronica, quali diabete di tipo 1, patologie immunoreumatologiche, che richiedono farmaci immunosprressori in terapia, bambini con asma o bambini con trapianto, sono a maggior rischio di complicanze per influenza e per questi la vaccinazione è fortemente raccomandata ad ogni stagione invernale.

Perché é importante che venga vaccinato anche un bambino sano?

Perché è largamente dimostrato da diversi studi epidemiologici, che i bambini sani sotto i 5 anni ed in particolare sotto i due, sono i più a rischio di complicanze dell'influenza di per sé, ossia delle possibili evoluzioni negative dell'infezione da virus influenzale.  L ‘influenza è più pericolosa del comune raffreddore nei bambini. Ogni anno milioni di bambini si ammalano di influenza stagionale; migliaia di bambini vengono ospedalizzati, e alcuni muoiono anche per influenza. I bambini richiedono spesso cure mediche a causa dell'influenza, in particolare i bambini sotto i 5 anni di vita. Le complicanze nei bambini in questa fascia di età comprendono: la polmonite, la disidratazione, il peggioramento di patologie croniche sottostanti quali asma e patologie cardiache, infezioni auricolari e sinusiti, fino a casi di interessamento neurologico con encefalopatie.

Perché i bimbi si devono sottoporre alla vaccinazione ogni anno?

La vaccinazione richiede un richiamo annuale perché il virus influenzale cambia con la stagionalità, per le caratteristiche di alcune proteine del virus e dunque anche un soggetto che nella stagione precedente ha contratto il virus o è stato vaccinato, non è in toto protetto se il virus è mutato e viene da lui incontrato la stagione successiva.

C'è un periodo specifico in cui la vaccinazione viene proposta alle famiglie?

Sì, il vaccino viene proposto a partire dai primi giorni di ottobre; la preparazione del vaccino viene fatta sulla base della circolazione prevalente virale nell'emisfero australe che ha appena superato la stagione influenzale e quindi permette di elaborare il vaccino nelle nostre latitudini. È importante poi che i bambini facciano il vaccino, disponibile nelle farmacie o dal pediatra di famiglia, al più presto. Questo perché se il bimbo ha meno di 9 anni e si trova per la prima volta a fare il vaccino antinfluenzale, avrà bisogno di due dosi vaccinali per la sua prima stagione, che devono essere somministrate a distanza l'una dall'altra di 4 settimane.

Dal momento che i bimbi sono molto soggetti, nel periodo invernale, a infezioni febbrili che richiedono di rimandare la vaccinazione, se si parte subito con la prima dose, la seconda ottimisticamente verrà somministrata entro Natale. Questo è molto importante perché il periodo natalizio è quello in cui epidemiologicamente, si raggiunge la maggior circolazione del virus influenzale.  In questo periodo l'influenza può colpire in modo massiccio.

È un falso mito quello secondo cui un bambino vaccinato non si ammala mai?

Il vaccino antinfluenzale offre una elevata efficacia; questo significa che ci saranno bambini che contrarranno comunque il virus influenzale , nonostante la vaccinazione, ma svilupperanno sintomi più lievi , rispetto a chi non è stato vaccinato.

Come viene somministrato il vaccino ai bambini così piccoli?

Il vaccino antinfluenzale in età pediatrica viene somministrato in due modi, si tratta o del vaccino iniettivo quadrivalente, la classica puntura intramuscolare. Oppure dal 2021 in Italia per i bambini dai due anni in su, il vaccino a virus vivo attenuato somministrato mediante spray nasale, anch'esso quadrivalente, cioè rivolto contro quattro sottotipi di influenza, 2 di tipo A e 2 di tipo B.

Esistono degli effetti collaterali, e come si possono curare?

Per quanto riguarda il vaccino iniettivo, gli effetti collaterali più attesi sono il malessere e il dolore localizzato al punto di iniezione, che richiede nell'immediato l'applicazione del ghiaccio e nei casi di dolore importante la somministrazione del paracetamolo come antidolorifico. Parliamo di un dolore che in ogni caso rientra entro 24 ore. Per quanto riguarda il vaccino spray nasale è pressoché scevro da effetti collaterali, quello che induce maggiormente nell'immediato è la rinite e la starnutazione, dal momento che è uno spray iniettato nelle narici. Contenendo però il virus in forma attenuata, il bambino che ha fatto lo spray nasale potrebbe essere infettivo nei primi 3-4 giorni dopo la vaccinazione, a loro si raccomanda dunque di non avvicinarsi a soggetti fragili o immunodepressi.

Da dopo il Covid, c'è maggiore sensibilità tra i genitori nei confronti della vaccinazione antinfluenzale?

C’è stata una maggiore attenzione a ridosso della comparsa del Covid-19, tra il 2021 e il 2022, purtroppo poi un po’ per sfiducia e un po' per mancata attenzione, questa attenzione sul vaccino antinfluenzale in età pediatrica è andata un pochino calando. Questo perché tra i genitori c'è un po' il falso mito che i bambini debbano prendere l'influenza per fortificarsi, in realtà non è così, perché il vaccino non indebolisce ma stimola la risposta anticorpale che permette ai piccoli di rispondere meglio e maggiormente se incontrano il virus e di evitare gli aspetti deleteri dell'influenza anche sui bambini sani.

Cosa ci aspettiamo dall'influenza che sta per arrivare tra i bimbi in Italia?

Nell'emisfero sud del mondo uno specifico sottotipo di virus Influenzale A/H3N2 ha innescato una grave stagione influenzale, con un elevato numero di ricoveri e di pazienti in terapia intensiva. Questo virus ha provocato in Australia la stagione influenzale più aggressiva degli ultimi 10 anni. L'australiana si è presentata anche in Italia e già in Lombardia. Il sottotipo virale A/H1N1 , anch'esso già circolante in Italia, non sembra manifestare una maggiore aggressività rispetto agli anni passati. In modo anticipato quest'anno entrambi i sottotipi virali hanno già iniziato a circolare, trovando i bambini più piccoli più vulnerabili, per scarsità di memoria anticorpale, a questa infezione.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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