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Cosmetici e tinte durante e dopo la gravidanza possono esporre mamme e bebè a sostanze tossiche: la ricerca

Un nuovo studio pubblicato dalla Brown University ha evidenziato l’uso di trucchi, rossetti e tinture per capelli durante la gravidanza e nelle settimane immediatamente successive al parto possono esporre le madri a elevate concentrazioni di PFAS, sostanze tossiche che possono alterare la salute del feto e lo sviluppo neuro-comportamentale del bebè.
A cura di Niccolò De Rosa
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L’uso frequente di cosmetici e prodotti per la cura personale durante la gravidanza o l’allattamento può esporre le donne a livelli elevati di sostanze chimiche potenzialmente pericolose. È ciò che emerge da un recente studio condotto dall’Università di Brown, pubblicato su Environment International, che mette in luce come l'uso di alcuni prodotti come smalti, trucchi e tinture per capelli possa aumentare le concentrazioni di PFAS, o sostanze per- e polifluoroalchiliche, nel plasma e nel latte materno.

I rischi dei PFAS nei cosmetici

Le sostanze PFAS sono utilizzate sin dagli anni ’50 per la loro capacità di resistere a olio, acqua e calore, e sono state impiegate sia in ambito industriale che nei beni di consumo. Studi precedenti hanno associato l'azione dei PFAS a diversi rischi per la salute, tra cui malattie epatiche, problemi cardiovascolari e alcune forme di cancro. Inoltre, l’esposizione durante la gravidanza di simili sostanze può influenzare negativamente la salute del bambino, visto che tale tossicità è già stata associata ad un aumento del rischio di nascite premature o sottopeso, problemi nell'allattamento e persino di disturbi neurocomportamentali durante l'infanzia e l'età adulta.

Lo studio: PFAS e rischi per la gravidanza

La ricerca, guidata dall'epidemiologa della Brown University Amber Hall, ha analizzato i dati provenienti dallo studio canadese Maternal-Infant Research on Environmental Chemicals per tracciare un nesso tra l'utilizzo di prodotti cosmetici e salute in gravidanza. I ricercatori hanno così esaminato 2.001 donne incinte e provenienti da 10 diverse città del Canada tra il 2008 e il 2011, valutando l’impatto dell’uso di prodotti per la cura personale sui livelli di PFAS nel plasma durante la gravidanza e nel latte materno dopo il parto.

cosmetici in gravidanza: rischio PFAS

Durante il primo e il terzo trimestre, le partecipanti hanno riportato la frequenza d’uso di otto categorie di prodotti, tra cui smalti, profumi, trucco, tinture e spray per capelli. Nei primi giorni dopo il parto e fino a dieci settimane dopo, i ricercatori hanno poi misurato le concentrazioni di PFAS nel latte materno delle stesse donne.

I risultati hanno così mostrato come un uso frequente di cosmetici e prodotti per la cura dei capelli portasse a un incremento significativo di PFAS nel sangue e nel latte materno. Ad esempio, le donne che usavano trucco quotidianamente durante la gravidanza presentavano un aumento delle concentrazioni di PFAS nel plasma del 14% nel primo trimestre e del 17% nel terzo trimestre, rispetto a chi non usava alcun tipo di trucco con la stessa frequenza. Anche l’utilizzo di tinture permanenti colorate pochi giorni dopo il parto ha mostrato un incremento tra il 16% e il 18% dei PFAS nel latte materno.

Ridurre i PFAS laddove possibile

Secondo Hall simili evidenze dovrebbero portare i futuri genitori a riconsiderare alcuni aspetti della quotidianità. Se infatti i PFAS sono onnipresenti nell’ambiente che ci circonda, ha spiegato la ricercatrice, i prodotti per la cura personale rappresentano una "fonte di esposizione modificabile", specialmente durante la gravidanza o l’allattamento.

Cosmetici

"Le persone preoccupate per la loro esposizione a queste sostanze possono trarre beneficio riducendo l’uso di prodotti cosmetici in questi periodi", ha sottolineato Hall. Tuttavia, come evidenziato dagli stessi ricercatori, lo studio in questione ha preso in considerazione solo quattro tipi di PFAS sui migliaia utilizzati, dunque l’effettiva esposizione derivante dall’uso dei cosmetici potrebbe essere addirittura sottostimata.

"Servono regole più rigide per i produttori"

Joseph Braun, professore di epidemiologia e direttore del centro di salute ambientale infantile a Brown, ha collaborato con Hall alla ricerca e ha dichiarato che studi come questo possono guidare le scelte individuali, ma anche incentivare una regolamentazione più rigorosa dei PFAS. Secondo Braun, ulteriori studi dovrebbero approfondire le differenze tra i vari tipi di prodotti cosmetici e la loro frequenza di utilizzo, per comprendere meglio l’esposizione a PFAS a livello di popolazione.

"La consapevolezza su come le nostre scelte di prodotti possano influire sul rischio personale è importante – ha spiegato Braun – Ma è fondamentale che questi studi spingano per un’azione a livello governativo, per ridurre il carico di responsabilità sui singoli individui e garantire una maggiore sicurezza nei prodotti di uso comune".

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