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“Così ho inventato i genitori zucchero filato”: l’intervista allo psicopedagogista

Lo psicopedagogista Stefano Rossi ci ha spiegato come nasce un modello genitoriale come quello coniato da lui “i genitori zucchero filato” e perché è importante riconoscerne le caratteristiche per vivere un rapporto sereno con i propri figli.
Intervista a dottor Stefano Rossi
psicopedagogista, tra i massimi esperti del Paese nel campo dell'educazione emotiva di bambini, adolescenti e genitori e direttore scientifico di MyEdu Coaching
A cura di Sophia Crotti
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genitori zucchero filato

Genitori medusa, narcisisti, guscio d'uovo e chi più ne ha più ne metta, tanti e stravaganti sono i nomi che gli esperti del mestiere hanno coniato per identificare gli infiniti modelli genitoriali.

Stefano Rossi, psicopedagogista, tra i massimi esperti del Paese nel campo dell'educazione emotiva di bambini, adolescenti e genitori e direttore scientifico di MyEdu Coaching, piattaforma di MyEdu, dove lui cura un webinar volto ad aiutare i genitori a gestire il rapporto con i propri figli, ha coniato una di queste categorie ed in particolare quella dei "genitori zucchero filato".

Dopo aver a lungo studiato gli atteggiamenti di mamme e papà, Rossi, ha dato origine a questo nome che lascia poco all'immaginazione: si tratta di genitori moderni, estremamente dolci, divisi tra i mille impegni della vita lavorativa e dei loro bimbi, soli e lacerati dai sensi di colpa, che alla fine dicono sempre e solo di sì.

Il dottore ci ha spiegato le ripercussioni di questo modello genitoriale sui bambini e l'importanza di dare un nome e delle caratteristiche ad ogni modello per creare una relazione sana con partner e figli.

Stefano Rossi (
Stefano Rossi (psicopedagogista, tra i massimi esperti del Paese nel campo dell'educazione emotiva di bambini, adolescenti e genitori e direttore scientifico di MyEdu Coaching)

Come si realizza una “categoria” di genitori? E come ti è venuta l’idea di crearne una?

L’idea mi è venuta perché i genitori contemporanei per molti aspetti sembrano essere dei genitori nella nebbia, angosciati da come poter educare al meglio il proprio figlio in un tempo liquido, in cui l’unica certezza è l’assenza di certezze. Disorientati,  non possono fare altro che aggrapparsi agli idoli, che in ambito educativo sono delle polarizzazioni viste come positive ma che nascondono delle ombre. Queste danno vita a dei modelli genitoriali, come i genitori zucchero filato, gli sceriffo, altri che definisco “il genitore con l’auricolare”. Tutte queste etichette non vogliono certo giudicare o colpevolizzare il genitore, ma permettere grazie a delle immagini simpatiche o evocative, di permettere agli adulti di conoscere una modalità genitoriale, e quindi riconoscerla in sé o nel partner in modo che non interferisca con la crescita del figlio.

Quali sono le caratteristiche principali di un genitore zucchero filato?

Il genitore zucchero filato è colui o colei che, in buona fede, davanti alla nebbia dell’incertezza si aggrappa all’idolo della felicità. Dunque guarda al passato pensando di non voler essere il genitore rigido, austero e freddo che ha avuto e cercando di essere nel presente un genitore caldo, affettivo. Questo desiderio di estrema vicinanza con il figlio, ideale, si scontra con la realtà dei fatti: siamo in una società velocissima che porta a stare a lungo lontani dai propri figli. Di conseguenza il genitore zucchero filato tende a dire che nel poco tempo che ha a disposizione vuole che suo figlio sia felice ed essere felice con lui.

Quali sono i risvolti positivi e negativi di questo tipo di genitorialità?

Il genitore zucchero filato ha anche dei lati positivi, è empatico e affettivo, ma di contro rischia di non dire mai di no, proponendo ai bambini una dieta iperzuccherina che porta ad una sorta di diabete dell’anima, perché alla fine il figlio non è abituato al sale dei no e non li accetta nemmeno nei contesti extrafamiliari. Così il genitore zucchero filato, che voleva portare la felicità al cuore del figlio, gli dona tutto tranne che quella, dando vita ad un adulto del domani che non riesce a rispettare le regole e a stare dentro quelle, percependosi sempre infelice e mai al posto giusto.

Cosa c’entra il bambino imperatore con il genitore zucchero filato?

Il bambino imperatore c'entra proprio perché l’incapacità dei genitori zucchero filato di dire di no ai figli, non allena i piccoli alla frustrazione e di conseguenza il bambino diventa un sé imperatore e prepotente, che pretende che il mondo sia composto da suoi sudditi che possono solo dirgli di sì, come ha già esperito in famiglia. Il paradosso è che nel suo cuore si annidano ansia e angoscia. Un bambino imperatore, senza regole, è angosciato perché non ha introiettato freni e limiti fondamentali per imparare a governare le proprie emozioni senza rimanerne travolto.

Chi è più portato a diventare genitore zucchero filato?

Non c’è una differenza di genere nel genitore zucchero filato, lo può diventare una mamma quanto un papà. I soggetti più a rischio sono i genitori che vedono di meno i figli, come i genitori separati che, stando poco con i figli non hanno dunque il coraggio di dire loro di no. Oppure è il caso di due genitori qualunque che lavorano da mattina a sera e poi si sentono in colpa per la loro lontananza, senza riuscire a porre ai figli i giusti limiti.

Esiste la controparte del genitore zucchero filato? È il modello genitoriale giusto per i figli?

Esiste sì, si tratta del genitore sceriffo, che cade all'estremo opposto, perché ha l’idolo delle regole e pensa di poter educare un figlio solo con la rigidità di queste.

La sintesi é che il buon genitore o porto sicuro sa essere sia autorevole, dal momento che il porto sicuro contiene ed è un argine e sa essere amorevole, usando la sua forza non sul bambino, ma per il bambino, perché il bisogno originario per ogni bambino è sentirsi sicuro nel cuore del genitore. A volte mamme e papà faticano a comprendere che le regole sono un dono d’amore, perché insegnano ai figli l’arte di regolare e autoregolare le proprie emozioni.

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