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Cos’è l’ecolalia nei bambini e quali sono i segnali cui prestare attenzione

L’ecolalia è la ripetizione di parole o frasi sentite da altri, un comportamento comune nello sviluppo linguistico dei bambini che però talvolta può essere un segnale legato a un disturbo dello spettro autistico. Un gruppo di esperti ha recentemente affrontato la questione, chiarendo come e quando sia meglio approfondire la questione con uno specialista.
A cura di Niccolò De Rosa
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Ecolalia e bambini

Quando si osserva un bambino che ripete parole o frasi, è normale chiedersi se si tratti di una fase di apprendimento o di un comportamento da monitorare. Questo fenomeno è conosciuto come ecolalia, e sebbene a volte possa destare preoccupazione nei genitori, nella maggior parte dei casi fa parte dello sviluppo naturale del linguaggio nei piccoli.

Ma cos'è esattamente l'ecolalia, quando è il caso di preoccuparsi e come si può gestire al meglio?

Cos'è l'ecolalia e quando si verifica?

L'ecolalia è la ripetizione automatica di parole o frasi sentite da qualcun altro. Questo fenomeno può presentarsi in due forme: immediata o ritardata. Nel caso dell'ecolalia immediata, il bambino ripete subito ciò che ha appena ascoltato. Invece, nell'ecolalia ritardata, le parole o le frasi possono essere ripetute anche a distanza di minuti, ore o persino giorni.

Simile fenomeno rientra, entro certe caratteristiche, nelle tappe fondamentali del processo di sviluppo del linguaggio. I bambini piccoli infatti imparano a parlare attraverso l'imitazione dei suoni che sentono, ed è per questo che i genitori spesso cercano di stimolare il linguaggio dei propri figli chiedendo loro di ripetere parole come "mamma" o "papà" per incoraggiarli a ripetere.

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Non tutti i suoni dei bebè però rientrano nella definizione di ecolalia. Stephanie Boron, patologa del linguaggio e professoressa assistente presso la Northwestern University, ha spiegato recentemente su Parents che i bambini solitamente attraversano una fase esplorativa fino a circa un anno di età, durante la quale giocano con i suoni e imitano ciò che sentono.

Questa fase, però, è diversa dall'ecolalia perché i bambini non hanno ancora la capacità cognitiva di comprendere il significato delle parole.

Quando preoccuparsi?

L'ecolalia può essere una parte normale dello sviluppo linguistico, ma ci sono situazioni in cui potrebbe indicare una condizione più preoccupante

L‘Istituto Superiore della Sanità, ad esempio, comprende l'ecolalia all'interno delle red flag che possono predire un disturbo dello spettro autistico qualora il fenomeno perdurasse anche nell'età adulta.

Michelle Mintz, un'altra esperta di patologia del linguaggio intervenuta su Parents, sostiene che l'ecolalia possa essere un segnale di autismo o di altre disabilità cognitive soprattutto quando le ripetizioni di parole o frasi dominano il discorso del bambino e sono accompagnate da altri problemi di sviluppo. In questi casi, una valutazione professionale da parte di un logopedista potrebbe aiutare a determinare la causa sottostante.

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Attenzione però: non tutti i bambini con ecolalia hanno disturbi del neurosviluppo. Alcuni bambini utilizzano l'ecolalia come strumento per elaborare e comprendere il linguaggio che ascoltano. Audra Nelson, patologa del linguaggio, sottolinea che tutti i tipi di ecolalia servono a un certo scopo. Nei bambini che utilizzano l'ecolalia immediata, per esempio, lo scopo è spesso quello di processare il linguaggio che stanno ascoltando. La ripetizione ritardata, invece, può aiutare il bambino a memorizzare le parole e a prendere parte a una conversazione quando non è ancora pronto a rispondere con parole proprie.

Ecolalia e autismo: qual è il legame?

L'ecolalia è frequentemente associata all'autismo, comparendo nel 75-80% dei bambini verbalmente attivi nello spettro autistico. I bambini con autismo spesso sono definiti gestalt language processors, il che significa che imparano il significato delle parole attraverso frasi o blocchi di linguaggio e poi imparano a scomporli in singole parole.

Questo approccio differisce dall'apprendimento analitico del linguaggio, che prevede l'acquisizione di parole singole che poi vengono combinate.

A tal proposito, Boron spiega che molti bambini che utilizzano questo tipo di elaborazione linguistica si sviluppano in modi che non sempre corrispondono ai grafici delle tappe evolutive del pediatra; tuttavia, non c'è motivo di preoccupazione: si tratta di semplicemente un modo diverso di sviluppare il linguaggio.

Come trattare l'ecolalia?

Per i genitori di bambini che utilizzano l'ecolalia, è importante rispondere ad ogni tentativo di comunicazione, inclusi i "gestalt" e i segmenti di discorso. Stephanie Boron suggerisce di pensare alla comunicazione come a una partita di tennis: "nei momenti di calma e connessione, quando il bambino dice o fa qualcosa, sta lanciando la palla verso di voi. Rispondere, verbalmente o non verbalmente, è come rimandargli la palla indietro".

Nelson invece incoraggia i genitori a interagire con i loro figli, evitando di correggere con insistenza i piccoli o cercare di eliminare i gruppi di parole ripetuti, poiché è importante far sapere al bambino che la sua comunicazione rimane comunque importante e significativa. Meglio dunque accettare le sue parole annuendo, ripetendole, o anche semplicemente dicendo "sì".

L'importante è cercare sempre di mantenere aperto un canale comunicativo, anche se non si è ben sicuri di ciò che il bimbo sta comunicando. Nel frattempo però tutti gli esperti consigliano sempre una visita dal logopedista per eliminare ogni sorta di dubbio sullo stato di salute del bambino.

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