Cos’è la flipped classroom, la classe capovolta che riduce i compiti e valorizza il tempo in classe
Negli ultimi anni, l'approccio educativo della flipped classroom ("classe capovolta") ha guadagnato popolarità come metodo innovativo per migliorare l'apprendimento degli studenti.
Tale metodo d'insegnamento prevede l'accantonamento delle tradizionali lezioni frontali, dove un professore parla e tutti gli studenti stanno ore in silenzio ad ascoltare, e "capovolge" le prospettive: invece di ricevere la lezione in classe e svolgere i compiti a casa, gli studenti studiano il materiale didattico a casa, impiegando tempo in aula per approfondire gli argomenti o facendo esercizi insieme all'insegnante.
Cos'è la Flipped Classroom?
La flipped classroom è un modello didattico che ribalta i tradizionali ruoli di insegnamento e apprendimento, dividendo l'attività scolastica in due momenti egualmente importanti.
- Il lavoro preparatorio, ossia lo studio individuale che lo studente svolge autonomamente a casa grazie ai materiali forniti dall'insegnante che possono essere riassunti, slide, video-lezioni o porzioni di testo da leggere e comprendere. In questa fase l'allievo apprende la teoria e i concetti fondamentali dell'argomento trattato.
- Il lavoro di potenziamento delle nozioni e delle competenze, che invece si concretizza nell'ambiente classe. Questo secondo momento consiste nel mettere in pratica quanto appreso, con esercizi o lavori di gruppo, o nell'approfondire un dato argomento, organizzando discussioni o attività di gruppo.
Tale approccio educativo richiede però una buona programmazione e insegnanti adeguatamente formati (e motivati), i quali non sono più semplici "trasmettitori" di sapere, ma veri e propri tutor che supportano l'apprendimento degli studenti.
Come? Rispiegando un concetto che non è stato ben compreso, aiutando i ragazzi nello svolgimento dei compiti o stimolando attività più creative e dinamiche (ricerche, progetti, laboratori etc…) per favorire l'assimilazione delle nozioni.
Com'è nato il metodo?
Influenzato dalle idee dei grandi pedagogisti del XX secolo questo approccio è stato ideato agli inizi del Duemila in Colorado, negli Stati Uniti, da due insegnanti di chimica che stavano cercando un modo pratico e veloce per permettere anche agli alunni assente in classe di poter assistere alla lezione del giorno.
I due docenti, Jonathan Bergmann e Aaron Sams, iniziarono così a registrare le loro lezioni e a caricarle su YouTube per metterle a disposizione degli studenti. L'apprezzamento dei ragazzi e l'efficacia didattica di questi video furono tali da indurre a professore a tentare una nuova strategia d'insegnamento: dare le video-lezioni come compiti da svolgere a casa e approfittare del tempo in classe per fare esercizi o dare spazio alle domande degli allievi.
Da qui il concetto di flipped classroom, "classe capovolta", poiché al contrario del modello scolastico tradizionale, si ribalta il lavoro di alunni e insegnanti, portando i compiti da casa a scuola e spostando lo studio dei contenuti dall'aula alla scrivania di casa.
Perché è efficace?
Questo metodo si sta rapidamente diffondendo in molti Paesi del mondo e anche in Italia molti istituti lo stanno inserendo gradualmente nella propria offerta didattica. Stando al portale di INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa) dedicato alle avanguardie educative, nel 2023/2024 sono state 767 le scuole pubbliche che hanno adottato il sistema della flipped classroom in almeno una sezione sperimentale.
Per docenti ed esperti di educazione infatti, la "classe capovolta" rappresenta un metodo che comporta numerosi vantaggi per gli studenti.
Innanzitutto perché offre una personalizzazione dell'apprendimento senza bisogno di ricorrere a ripetizioni o aiuti esterni, che non tutte le famiglie possono permettersi. Studiando a casa e facendo i compiti a scuola, bambini e ragazzi possono infatti imparare seguendo il proprio ritmo e rivedendo video o dispende quando necessario per comprendere meglio i concetti.
Vi è poi un chiaro beneficio in termini d'interazione sociale e di competenze trasversali, visto che il lavoro in classe consente di sviluppare soft skill come il pensiero critico, la collaborazione e la comunicazione con compagni e insegnanti.
In più, le tante attività di gruppo e le diverse modalità di trasmissione delle nozioni aiutano i ragazzi ad avere fin dai primi anni una maggiore familiarità con le risorse multimediali (video, presentazioni, ricerche Web etc…), con un conseguente potenziamento delle competenze digitali.