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Cos’è la congestione digestiva nei bambini e perché è sbagliato chiamarla così

Il termine congestione digestiva, sebbene sia uno spauracchio di molti genitori, è improprio. Con questo si intende un blocco della digestione dovuto ad uno shock termico, che però avviene solo in condizioni estreme. Tra i sintomi che provoca vi sono freddo, tremori, malessere e senso di nausea.
A cura di Sophia Crotti
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congestione digestiva

In estate il termine congestione digestiva è sulla bocca di molti genitori, che la temono ogni volta che i loro bimbi si tuffano in mare dopo essere rimasti diverso tempo a giocare al sole, o quando entrano in un locale con l’aria condizionata molto alta. La paura principale è che i piccoli, sentendosi male in mare anneghino, ma è una situazione estrema che non accade quasi mai.

Come ha spiegato il dottor Francesco Silenzi, in un’intervista a Fanpage.it, però: “Il termine congestione digestiva non è appropriato dal punto di vista scientifico, in quanto questa patologia non esiste, possiamo parlare invece di shock termico che avviene però in condizioni estreme e non c’entra con l’attività digestiva dei bambini”.

Tra i sintomi vi sono freddo tremori, crampi e vomito, che compaiono però solo in condizioni estreme e non comunemente come molti pensano.

Cos’è la congestione digestiva

Con il termine congestione digestiva, comunemente utilizzato per indicare in maniera impropria un blocco digestivo, come specifica il sito dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), si intende un rallentamento se non un blocco della digestione del bimbo, dovuta ad un improvviso cambiamento di temperatura.

Mentre il bimbo digerisce, l’abbassamento della temperatura causato da un tuffo in acqua fredda, dopo aver corso per ore sotto il Solleone, un bicchiere di acqua congelata o l’ingresso in una stanza in cui l’aria condizionata è impostata ad una temperatura troppo bassa, causerebbe dunque una diminuzione del sangue che arriva al suo addome, che di conseguenza potrebbe rallentare o blocca la sua digestione.

acqua ghiacciata

Il dottor Silenzi, spiega però cje questa situazione si verifica solo in caso di condizioni estreme: “Se per esempio il bimbo sta giocando ad una temperatura di 38 gradi e poi si tuffa in acque gelide, che sul territorio italiano non esistono per quanto riguarda i mari, questa significativa escursione termica può causare uno shock nel corpo del piccolo, ma l'ingresso in un ambiente con l'aria condizionata gelata non comportano alcun problema legato alla digestione del bambino”.

Quali sono i sintomi

I sintomi di quello che in realtà dovrebbe essere chiamato shock termico, come spiega in una precedente intervista il dottor Francesco Silenzi, sono i seguenti:

  • tremori
  • freddo
  • affaticamento
  • crampi
  • vomito (molto raro)

A questi sintomi l’Istituto Superiore della Sanità (ISS) aggiunge:

  • sudori freddi
  • bruciori allo stomaco
  • pallore
  • pelle d’oca
  • stato confusionale
  • mal di testa.

Come prevenire un blocco digestivo nei bambini

Per prevenire i sintomi di uno shock termico, seppur molto raro, nei bambini il dottor Silenzi spiega che è importante acclimatarli, per esempio proponendo loro di fare una doccia prima di tuffarsi in acqua gelida.

Per quanto riguarda invece l’aria condizionata, perché sia benefica e non comporti danni alla salute dei bambini, come spiega in un’intervista a Fanpage.it il dottor Rino Agostiniani: "È importante che si eviti di tenere l’aria tanto bassa da causare sbalzi di temperatura di 6/7 gradi da una stanza con l'altra, per nulla utili per la salute del bimbo".

aria condizionata

L’ISS specifica che per prevenire situazioni di malessere nei bimbi è bene al mare proporre loro cibi leggeri, piatti unici e privi di grassi. Tuttavia è un falso mito credere che il piccolo debba aspettare ore sotto l’ombrellone prima di tuffarsi in acqua, tutto dipende da ciò che ha mangiato.

Tra gli altri metodi per prevenire un blocco dell’attività digestiva, l’Istituto Superiore di Sanità vi sono evitare di bere bibite ghiacciate, non svolgere attività fisica troppo intensa sotto al sole e non tuffarsi in acque troppo fredde.

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