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Cos’è la co-genitorialità: ne esistono tre tipi e influiscono sui bambini in modo diverso

Quando una coppia si separa, la conflittualità tra genitori può influenzare la crescita e i livelli di stress dei figli. Anche in caso di rapporti tesi, per gli esperti è dunque sempre meglio provare a mediare, almeno per ciò che riguarda l’educazione e la cura dei bimbi, così da non costruire un ambiente troppo negativo intorno ai piccoli.
A cura di Niccolò De Rosa
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Cos'è la co-genitorialità: ne esistono tre tipi e influiscono sui bambini in modo diverso

La co-genitorialità (o co-parenting), ovvero la condivisione della responsabilità genitoriale dopo un divorzio o una separazione, rappresenta una sfida fondamentale per mantenere un ambiente stabile per i figli.

Garantire ai bambini un ambiente sereno dove poter continuare a contare sulle figure di riferimento genitoriali nonostante la fine della coppia è infatti il modo migliore per tutelarne la crescita.

In tale ottica, la comunicazione e la cooperazione tra i genitori separati diventano elementi chiave per l'adozione di modelli educativi condivisi (che quindi non cambiano in base al genitore, generando disorientamento nei piccoli) e la costruzione di rapporti che non riversino sui figli stress e tensioni tipici delle relazioni che volgono al termine.

Secondo l'avvocata ed esperta in diritto di famiglia e coordinatrice genitoriale Kaylan Gaudio, recentemente intervenuta sul sito di Newsweek, esistono dunque tre tipi di co-parenting– cooperativo, parallelo e conflittuale –  tutti con differenti effetti sul benessere psicologico ed emotivo dei bambini.

Co-genitorialità conflittuale

Nel co-parenting conflittuale i genitori mantengono un rapporto ostile tra di loro e la collaborazione tra le parti è minima.

Secondo Gaudio, questo tipo di co-parenting può causare stress emotivo e psicologico grave nei bambini, influenzandone negativamente lo sviluppo e il benessere generale.

Inoltre, le dispute legali continue possono aggravare ulteriormente i conflitti. In questi casi, è consigliabile nominare un mediatore o dare mandato ai rispettivi avvocati per favorire una comunicazione più efficace, lavorare per la risoluzione dei conflitti e monitorare l'aderenza al piano genitoriale stabilito.

Come facilmente intuibile, si tratta del modello meno auspicabile non tanto perché i genitori che si separano devono per forza andare d'amore e d'accordo, ma perché la mancanza di cooperazione per ciò che riguarda i figli non crea il clima più adatto per la tranquillità dei piccoli.

Co-genitorialità conflittuale

Co-genitorialità parallela

Il co-parenting parallelo, invece, punta proprio a ridurre i conflitti anche se i due genitori mantengono rapporti tesi tra di loro.

Questa forma di genitorialità prevede un approccio in cui i genitori operano indipendentemente l'uno dall'altro, riducendo al minimo i contatti diretti e la comunicazione, che spesso è deputata a intermediari.

Gaudio spiega che questo metodo può ridurre i conflitti tra i genitori e fornire un ambiente di supporto per il bambino. Tuttavia, la mancanza di comunicazione e coordinazione può portare a incongruenze tra le due parti, creando confusione e stress nei bambini.

Anche in questo caso, un professionista investito del ruolo di coordinatore genitoriale – una figura nata negli USA ma introdotta ormai in pianta stabile anche nel nostro Paese – può essere utile per stabilire un processo migliore per risolvere i conflitti senza dover ricorrere al tribunale.

Co-genitorialità cooperativa

Spesso viene chiamata semplicemente "co-genitorialità" poiché rappresenta il modello ideale, anche se – è bene specificarlo – non tutte le situazioni ne consentono l'applicazione.

Co-genitorialità cooperativa

In questo modello, entrambi i genitori lavorano insieme per creare un ambiente stabile e di supporto per il bambino. Ciò significa che i genitori mantengono un rapporto cordiale (o quantomeno civile) tra loro, partecipano insieme ai momenti più importanti della crescita dei figli (compleanni, ricorrenze, cerimonie etc..) e condividono le medesime scelte educative.

Tale approccio riduce i livelli di ansia nei bambini e permette loro di vivere il rapporto genitore-figlio anche se una mamma o un papà non vivono sotto il suo stesso tetto.

Per Gaudio, i genitori hanno infatti il potere di ridurre l'impatto negativo sui loro figli e il modo in cui interagiscono con l'ex partner. Adottare uno stile di co-parenting cooperativo quindi, non solo favorisce il benessere dei bambini, ma può anche ridurre la necessità di interventi esterni, migliorando la qualità della vita familiare nel medio e lungo periodo.

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