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Cos’è il “paradosso della rompiscatole”: una mamma rompe il silenzio e in un video spiega perché è una trappola

In molte famiglie un partner (che spesso è la donna) assume di sé la maggio parte delle responsabilità, mentre l’altro si limita a supportare ed eseguire gli ordini. Per un’educatrice americana però, questa dinamica rischia di alimentare tensioni e risentimenti da entrambe le parti.
A cura di Niccolò De Rosa
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Cos'è il "paradosso della rompiscatole"

Trovare il giusto equilibrio all'interno delle dinamiche familiari non è un compito facile. Spesso infatti un membro della coppia finisce per ritagliarsi un ruolo secondario, affidandosi all'altro per la gestione e la pianificazione delle varie attività quotidiane, dalle faccende domestiche alla cura dei figli.

Per l'educatrice americana Laura Danger però, questa spartizione iniqua dei compiti che spesso vede la donna assumersi gran parte del carico di lavoro e l'uomo ‘accontentarsi' di una posizione di semplice supporto, cela un'insidia che sul lungo periodo può creare tensioni e problemi nella coppia.

questa spartizione iniqua dei compiti che spesso vede la donna assumersi gran parte del carico di lavoro e l'uomo ‘accontentarsi' di una posizione di semplice supporto

Danger chiama questo pericolo Nag Paradox, "il paradosso del rompiscatole".

Cos'è il paradosso del rompiscatole

Come spiegato dalla stessa Danger in un vecchio video postato su Instagram, il  Nag Paradox è una dinamica domestica molto comune e complessa che vede una persona gestire la maggior parte del lavoro mentale e logistico della famiglia, mentre l'altra si limita a fornire il proprio aiuto quando richiesto.

Viene fin troppo semplice immaginarsi la classica coppia marito e moglie dove lei organizza tutta la settimana e lui si limita ad eseguire gli ordini, spesso chinando il capo e borbottando qualche lamentela mentre si dirige a sbrigare la commissione che gli è stata assegnata.

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Tale situazione, però, può portare ad un progressivo logoramento dei rapporti poiché chi fa da traino prova stanchezza e frustrazione per tutta la fatica "invisibile" che tale ruolo comporta, mentre chi esegue le istruzioni arriva a covare del risentimento per l'essere trattato come un soldatino.

Da qui il paradosso, dove ciascuna della parti si sente sminuita e reputa l'altra un vero o una vera "rompiscatole".

"Quando una persona prende decisioni, stabilisce uno standard e chiede aiuto, in realtà sta cercando di entrare in contatto con il partner" ha spiegato Danger, che nei prossimi mesi darà alle stampe anche un libro dedicato proprio a questa tipologia di dinamiche familiari.

Chi riceve simili richieste può però non percepirle come un tentativo di connessione, ma come una scocciatura che lo porta a mettersi sulla difensiva. Per Danger però, il desiderio di collaborazione non dovrebbe essere visto come fastidioso, poiché il lavoro domestico e la connessione con il partner sono elementi di vitale importanza.

La presenza di figli poi complica ulteriormente le cose, poiché le conseguenze degli errori rischiano di essere ancora maggiori.  Se ad esempio un partner dimentica di mettere il pranzo nello zaino per la giornata della gita, il bambino potrebbe sentirsi deluso dai genitori (oltre che rimanere a stomaco vuoto per la giornata).

Come uscire dallo stallo

Per Danger, l'errore principale (nonché il più diffuso) è quello di non considerare il lavoro mentale ed emotivo come un vero e proprio lavoro.

Il primo passo dunque sarebbe quello di evitare una svalutazione dei reciproci sforzi, aprendo un canale di dialogo chiaro ed esplicito sui compiti da dividersi, confrontandosi e cercando di promuovere un rapporto di collaborazione. Così facendo entrambi i membri della coppia sanno quali sono i compiti da svolgere e si accordano su come portare a buon fine il lavoro, sia esso la pulizia delle grondaie o la programmazione delle visite dal dentista per i bambini.

Importante anche modulare i toni delle eventuali critiche o delle lamentele per evitare di esacerbare l'atmosfera.

Con i figli poi, Danger suggerisce di lavorare sulla loro "motivazione intrinseca", insegnando loro il perché e il come delle attività, affinché si sentano orgogliosi delle loro capacità.

L'ultimo consiglio, riportato sul sito Today.com, è quello di parlare sempre di qualsiasi problema che si viene a creare. Anche se si è esausti mentalmente o emotivamente, vale la pena affrontare la questione per costruire una relazione più equilibrata a lungo termine.

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