Cosa possono fare (e cosa non fare) i bambini al ristorante secondo la pedagogista
"Cosa darà più fastidio? Il tablet sul tavolo o i piedi nudi al ristorante?". L'ironico quesito è stato posto da Kailah Fredette, una madre americana che qualche giorno fa è diventata virale grazie al video di una serata in famiglia molto particolare.
Il filmato, postato su Instagram, riprendeva infatti le due figlie che, senza scarpe né calze, passavano il tempo a guardare un tablet posto in mezzo alla tavola imbandita.
"Talvolta vogliamo solo finire il nostro pasto, ma i nostri figli sono un po' irrequieti. Quindi tiriamo fuori un tablet per far passare il tempo" ha spiegato la donna nella didascalia del post, che poi ha proseguito.
"Ai bambini inoltre non piacciono molto le scarpe. I nostri se le tolgono appena ne hanno l'opportunità. Sì, anche a tavola. Potremmo costringerli a rimettersele? Certo. Ma onestamente, sta dando fastidio a qualcuno? Probabilmente no".
Kailah, mamma social che adora documentare i numerosi viaggi trascorsi in famiglia, ha infatti scelto di adottare uno stile educativo piuttosto libero e indipendente, senza troppe regole da rispettare quando ci si trova in mezzo agli altri.
Il rispetto passa dall'educazione
Ma far tenere le scarpe ai piedi in un luogo pubblico o impedire l'uso di apparecchi tecnologici a tavola significa davvero rispettare l'autonomia dei figli? Fanpage.it Marta Mani, pedagogista clinico.
"Educare un bambino non vuol dire solamente fornire gli strumenti per agire liberamente, ma anche conferire la capacità di discernere tra ciò che si può e ciò che non si può fare" spiega Fanpage.it Marta Mani, pedagogista clinico.
"Certo, ai bambini piace camminare scalzi, ma nella nostra cultura il tenere le scarpe rappresenta una forma di rispetto che bisogna imparare".
Far togliere le scarpe ai bambini in un ristorante è sintomo di maleducazione?
Oltre alla questione igienica, lasciare che i figli stiano scalzi rappresenta un’occasione mancata per insegnare ai bambini che alcune cose, in certi luoghi, sarebbe meglio non farle per riguardo nei confronti degli altri. Non si tratta d'imporre divieti assoluti, ma di coltivare semplici attenzioni di convivenza. Come andare in giro senza maglia: non è espressamente vietato, ma non sta bene. Comunque, meglio senza scarpe che con il tablet.
Perché sarebbe meglio non ammettere apparecchi tecnologici a tavola?
Un bambino a tavola non ha bisogno del tablet ma di condividere il momento con il genitore, il quale deve andare incontro a tale esigenza, anche a costo di andare incontro a qualche capriccio o rinunciare ad un momento di relax. Al di là delle problematiche legate alla salute degli occhi, alla postura scorretta e allo sviluppo di possibili dipendenze, lasciare che i figli si concentrino su uno schermo durante un pasto significa privarli di tutte le esperienze utili e positive che potrebbero vivere.
Quali?
Un bimbo con lo sguardo inchiodato su un tablet o uno smartphone non parla, non si gode il piacere di stare insieme e non apprezza i sapori che sta provando. Molto meglio dunque stimolarlo con input adatti alla sua età, come un gioco o una canzone.
Molti genitori però faticano a tenere a bada i figli per tutta la sera
Fino ad una certa età infatti i ristoranti non sono posti molto adatti per i figli. Però quando si inizia a portarli è necessario adeguarsi ai loro bisogni. Nessuno pretende che i bambini si comportino come un adulti – è fisicamente impossibile per loro stare fermi e seduti per troppo tempo – ci sono modi e modi d'intrattenerlo.
Quali possono essere allora le alternative al tablet?
Portarsi da casa un giocattolo fisico o dei fogli con dei colori per colorare rimane un ottimo modo per andare incontro ai bisogni del bimbo senza isolarlo con la tecnologia. Il disegno in particolare stimola la creatività e consente al piccolo d'interagire con gli altri commensali, perché lo schizzo diventa oggetto d'interesse conversazione.
Dunque far fare ai bambini tutto ciò che vogliono può essere controproducente?
I bambini sono naturalmente egocentrici, vorrebbero tutto e subito. Se non si pongono limiti, non si abitua il bambino ad adattarsi alla vita. Nel mondo reale sopravvive chi vede un semaforo rosso e si ferma, non chi passa sempre oltre.