Cosa fare in caso di soffocamento da cibo nei bambini, l’esperto: “Attenzione agli alimenti a rischio”
Il tragico incidente accaduto a Torre del Greco, dove un bambino di 11 anni è morto asfissiato mentre stava mangiando una pizza, ha ricordato una volta di più come il soffocamento da cibo rimanga un pericolo reale e molto più comune di quanto si possa pensare, sopratutto per i più piccoli.
Come riportato dal Progetto Susy Safe che monitora i casi di lesioni causate dall'introduzione di corpi estranei nei minori dell'Unione Europea, il soffocamento da corpo estraneo rappresenta una delle principali cause di morte nei bambini di età inferiore ai 3 anni, con un'incidenza che però rimane piuttosto elevata almeno fino ai 14 anni.
Se infatti i bimbi piccoli non hanno ancora sviluppato un riflesso di deglutizione tale da gestire bocconi troppi sostanziosi (sia in termini di dimensioni, che di consistenze), portare alla bocca pezzi di cibo troppo grandi, o non masticarli correttamente, comporta un grosso rischio per la salute anche quando tale abilità è stata del tutto acquisita.
Ma cosa fare se un bambino inizia a manifestare i segnali tipici del soffocamento? In simili situazioni è fondamentale sapere quali comportamenti adottare per portare un pronto soccorso ed evitare così conseguenze irreparabili.
"Informarsi su fonti attendibili, o, ancora meglio, frequentare un corso con professionisti certificati è importante per qualsiasi adulto" spiega a Fanpage.it Marco Squicciarini, medico e coordinatore delle attività di formazione di Rianiamzione Cardiopolmonare con uso del defibrillatore (BLSD) del Ministero della Salute.
"Innanzitutto perché consente di riconoscere un caso di soffocamento e intervenire prontamente. Inoltre la conoscenza evita di andare nel panico e di non fare danni".
Quali sono i principali sintomi di soffocamento?
Quando un bambino si mette le mani intorno al collo significa che ha difficoltà a respirare: è il segnale universale per comunicare un soffocamento. Poi c'è il cambio di colore del volto. I bambini hanno un'ossigenazione diversa da quella degli adulti e in caso di ostruzione delle vie aeree diventano prima rossi e poi neri nel giro di pochissimi secondi.
In questi casi che si fa?
Se il bambino tossisce, significa che le vie aeree in parte sono libere, non ha ancora una ostruzione totale, quindi non si deve praticare alcuna manovra, ma solo incoraggiarlo a tossire. Alcuni bambini sono hanno perso la vita perché genitori e nonni, nel tentativo di rimuovere il pezzo di cibo, hanno messo il dito in bocca al piccolo, come si faceva nell'anteguerra, con il risultato di spingere ancora più in profondità’ il corpo estraneo. Per questo, lo ribadisco, è fondamentale informarsi a dovere.
Come intervenire in caso di necessità?
Le linee guida determinano una sequenza precisa di azioni da compiere. Innanzitutto, se ci accorgiamo che un bambino sta male e ci troviamo in un luogo insieme ad altre persone, mandiamo qualcuno a chiamare i soccorsi e prendere un defibrillatorte. Nel frattempo agiamo subito per liberare le vie respiratorie del bimbo. Se invece siamo soli con il piccolo in difficoltà, ci si può affidare agli assistenti vocali degli smartphone per comandare una telefonata al 118 o al 112 mentre si sta procedendo alle manovre di disostruzione.
Ci sono altre cose che proprio non bisogna fare per non peggiorare la situazione?
Oltre a non infilare mani in bocca ai bambini, non bisogna prenderli per i piedi o dare quelle classiche ‘botte' sulla schiena senza un adeguato posizionamento. Non servono a nulla e sono dannose.
Quali sono le manovre da praticare?
La procedura esatta prevede che il bambino venga messo a pancia in giù sulle ginocchia del soccorritore, il quale lo prende per la mandibola e assesta cinque energiche pacche al centro delle due scapole. Di solito alla terza/ quarta pacca energica il corpo estraneo viene rimosso. Se così non accade, allora bisogna passare a cinque compressioni toraciche sotto lo sterno, le famose manovre di Heimlich. Si continua alternando queste manovre finché il bambino non perde conoscenze o non comincia a tossire perché siamo riusciti ad espellere il corpo estraneo.
Ci sono comportamenti che possono ridurre il rischio di soffocamento?
Il modo in cui un bambino sta a tavola è importantissimo non solo per una questione di educazione, ma soprattutto di sicurezza. Le nostre nonne ci insegnavano a “mangiare senza parlare”, perché in effetti un bambino si trova in pericolo quando mentre mangia sta compiendo un'altra azione: parlare o giocare solo per citarne due. Da evitare anche tutte quelle posizioni ‘scomposte' che ostacolano la corretta deglutizione e una buona masticazione. Una suora, molti anni fa, mi raccontò che nei conventi si raccontava che "a tavola si combatte con la morte" e in un certo senso è proprio vero.
Esistono cibi più a rischio soffocamento di altri?
Stando a quanto riportato dalle Linee d'indirizzo per la prevenzione del soffocamento da cibo in età pediatrica diffuse dal Ministero della Salute nel 2017, gli alimenti potenzialmente più pericolosi per le vie aeree dei bambini hanno in comune alcune caratteristiche: dimensioni troppo ridotte (come i semi) o troppo grandi (come un grosso pezzo di carne); forme tondeggianti (è il caso di mirtilli, ciliegie, noccioline, etc…) o cilindriche (cetriolini, carotine, würstel), consistenze appiccicose (miele, creme spalmabili etc…) o fibrosa (come il sedano) che rende l'alimento più difficile da masticare.
E attenzione ai metodi di cottura, poiché un alimento che da crudo presenta certe caratteristiche, da cotto potrebbe presentarne altre.
Un esempio?
La mozzarella cruda tagliata a pezzi molto piccoli è un cibo assolutamente sicuro, ma in una pasta alla ‘sorrentina' o nella pizza, come nel caso dello sfortunato ragazzo di Torre del Greco, diventa filante, appiccicosa, e può intasare le vie aeree del piccolo, perché è in grado di ostruire le vie aeree in modo pericoloso e veloce.