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Convulsioni da farmaci ingeriti per sbaglio nei bambini: negli USA in 15 anni raddoppiano i casi

L’allarme proviene dagli Stati Uniti ed esorta i genitori a prestare la massima attenzione nel conservare i medicinali al sicuro, lontani dalla portata dei più piccoli: “I bambini sono particolarmente vulnerabili alle convulsioni e le conseguenze possono essere molto gravi”.
A cura di Niccolò De Rosa
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Ingestione accidentale di farmaci e convulsioni nei bambini.

Il numero di bambini negli Stati Uniti che ha subito convulsioni dopo aver ingerito farmaci o sostanze illegali è quasi raddoppiato tra il 2009 e il 2023, suscitando grande preoccupazione tra gli esperti. Questa tendenza allarmante è emersa da una ricerca presentata al Congresso Europeo di Medicina d'Emergenza, in cui si evidenzia l'incremento significativo degli avvelenamenti da farmaci e sostanze illecite tra i più piccoli.

I dati dell'aumento

Secondo l'analisi condotta dal National Poison Data System, il numero di casi di convulsioni nei bambini avvelenati è salito da 1.418 nel 2009 a 2.749 nel 2023, con un aumento medio del 5% annuo. Tra i bambini di età compresa tra 6 e 19 anni, i casi sono raddoppiati nel corso di 15 anni, mentre tra i più piccoli, sotto i sei anni, si è registrato un aumento del 45%.

Le sostanze più pericolose

Tra le principali sostanze responsabili di questi avvelenamenti vi sono antistaminici da banco, antidepressivi e antidolorifici, oltre ai cannabinoidi sintetici noti come K2 o spice, sostanze illegali chimicamente analoghe alle sostanze psicoattive della cannabis. In particolare, la difenidramina, un antistaminico comune venduto negli Stati Uniti in flaconi da centinaia di compresse, è tra le sostanze più coinvolte. Anche il tramadolo, un oppioide prescritto per alleviare il dolore, e il bupropione, un antidepressivo utilizzato sia per gli adulti che per i bambini, sono stati citati come fattori di rischio significativi.

bambini e ingestione accidentale di farmaci

Il rischio delle convulsioni

Le convulsioni, spiegano gli esperti, rappresentano uno dei sintomi più gravi per un paziente avvelenato e possono provocare danni permanenti o persino la morte, a seconda della durata dell'episodio e della salute generale del bambino. Il dottor Conner McDonald, dell'Università della Virginia, ha sottolineato quanto i bambini siano particolarmente vulnerabili a queste crisi, ribadendo l'importanza di una corretta gestione e prevenzione.

"A seconda di variabili come il luogo in cui si verifica una crisi, la sua durata e le condizioni di salute preesistenti del bambino, le crisi possono causare danni a lungo termine o addirittura la morte" ha spiegato McDonald.

Prevenzione e raccomandazioni

Gli esperti suggeriscono una maggiore attenzione da parte dei genitori e un uso più sicuro dei farmaci.

Se infatti negli Stati Uniti molti farmaci, sia legali che illegali, possono essere facilmente acquistati online e spediti direttamente nelle abitazioni, negli altri Paesi (come l'Italia) dove la compravendita di certi farmaci risulta un po' più controllata rimane comunque di estrema attualità la necessità di conservare adeguatamente tutti quei prodotti che, se ingeriti dai piccoli, potrebbero metterne in pericolo la salute

Gli autori del report e gli stessi medici raccomandano, pertanto, di conservare tutti i medicinali fuori dalla portata dei più piccoli e di utilizzare confezioni resistenti ai bambini, come flaconi con chiusura di sicurezza o blister pack, per ridurre il rischio di avvelenamenti accidentali.

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