Contrordine su tablet e videogame prima di andare a letto: uno studio rivede gli effetti degli schermi sul sonno dei ragazzi
Da anni sappiamo che utilizzare dispositivi tecnologici dotati di schermi luminosi (tablet, smartphone, videogame etc…) prima di andare a letto potrebbe influenzare negativamente il sonno dei bambini. Eppure, un nuovo studio recentemente pubblicato dall'Università di Otago (Nuova Zelanda) sembrerebbe indicare che le cose potrebbero non stare esattamente così.
Secondo quanto riportato dalla ricerca comparsa nel settembre 2024 su JAMA Pediatrics, infatti, il problema non non risederebbe tanto nell'uso dei dispositivi elettronici prima di andare a letto, quanto nell’utilizzo una volta sotto le coperte.
Lo studio sui giovani e il sonno
La ricerca ha coinvolto 85 adolescenti tra gli 11 e i 14 anni, ai quali sono state assegnate telecamere indossabili per monitorare le loro attività serali. Inoltre, una seconda telecamera a infrarossi è stata installata nelle loro camere da letto per rilevare l’uso degli schermi mentre erano a letto. Per analizzare la qualità del sonno, i ragazzi hanno indossato un actigrafo, un dispositivo che misura i ritmi del sonno.
Dai dati raccolti, è cos' emerso che il 99% dei partecipanti utilizzava dispositivi elettronici nelle due ore precedenti il sonno, ma questa abitudine non sembrava compromettere la qualità del riposo. Oltre la metà dei ragazzi però, continuava a usare gli schermi anche dopo essersi messi a letti, e un terzo di loro lo faceva persino dopo aver tentato di addormentarsi. Ed è proprio questo uso prolungato che ha sortito gli effetti che i ricercatori si aspettavano, ossia un ritardo nell'addormentamento di circa mezz'ora e la riduzione della durata complessiva del sonno.
Le attività interattive e il sonno
Un ulteriore analisi sui risultati ottenuto ha poi confermato come le attività più interattive, come giocare ai videogiochi o fare multitasking tra diverse piattaforme (come ad esempio usare lo smartphone mentre si sta guardando una serie TV), hanno un impatto ancora maggiore sul sonno.
Secondo il dottor Bradley Brosnan, autore principale dello studio, a ogni decina di minuti trascorsi su attività di questo tipo dopo essersi messi sotto le coperte corrisponderebbe quasi lo stesso quantitativo di tempo sottratto alla durata totale del riposo notturno.
"I nostri risultati suggeriscono che l'impatto del tempo trascorso davanti allo schermo sul sonno è dovuto principalmente allo spostamento del tempo che ritarda l'insorgenza del sonno piuttosto che a effetti diretti della luce blu o dell'interazione, poiché non abbiamo trovato associazioni con la latenza del sonno e la veglia durante il periodo di sonno" ha spiegato Brosnan.
Nuove linee guida per il sonno?
Alla luce di una comprensione sempre più approfondita delle dinamiche del riposo notturno, gli autori dello studio hanno quindi suggerito di aggiornare le linee guida sul sonno di bambini e ragazzi, redigendo nuove indicazioni che rispecchino maggiormente le abitudini dei giovani.
Secondo Brosnan, infatti, la soluzione più semplice sarebbe quella di limitarsi a tenere i dispositivi fuori dalla camera da letto. In questo modo, i ragazzi potrebbero usare i loro schermi prima di dormire, ma, una volta a letto e privi di disttrazioni "luminose", avrebbero la garanzia di un riposo adeguato e rigenerante.