Con i visori i bambini evitano l’anestesia in ospedale e superano la paura del dottore: “È una rivoluzione”
Al Fatebenfratelli di Milano, negli ambulatori pediatrici o nella "Casa senza dolore", inaugurati il 29 ottobre, non c'è da stupirsi se su un lettino di ospedale si dovessero vedere bambini con un grosso visore sugli occhi, intenti a gioire o a arrabbiarsi un po'con loro stessi perché hanno vinto o perso l'ennesima partita virtuale a bowling. Si tratta di visori che, grazie al contributo della Fondazione Comunità e Liberamente, ci spiega il dottor Luca Bernardo, direttore dipartimento medicina dell'infanzia, possono essere usati dai bambini dell'ospedale per vincere la paura e lo stress pre operatorio ma anche il dolore.
"Un bambino è rimasto circa una mezz'ora in più con il visore, intento a giocare e quando se lo è tolto non poteva credere che l'operazione fosse già finita da tempo, non aveva sentito niente" racconta a Fanpage.it il dottor Bernardo.
I visori Meta con software Tommi sono utilizzabili dai bambini per una mezz'ora al massimo, solo dopo che i loro genitori hanno firmato il consenso informato, e permettono ai piccoli di immobilizzarsi in maniera naturale. Usati per la prima volta nelle terre anglofone per i piccoli malati oncologici, oggi vengono usati come distrattori per gli esami ematochimici, rachicentesi, picc (cateteri centrali), artrocentesi medicate e suture.
I loro benefici sono destinati ad aumentare nel tempo, fino a che, un giorno, sogna il dottore, i bimbi potranno essere deospedalizzati prima, curati nelle loro case da medici che registreranno i loro parametri e chiacchiereranno con loro suggerendo le migliori cure, a distanza, grazie a visori portatili.
Quali sono i benefici della realtà virtuale per i bimbi in ospedale?
Da un lato è uno strumento che permette di gestire l’ansia, abbiamo avuto modo di vedere che grazie al visore i bambini provano meno agitazione e stress prima e dopo l’operazione, dall’altro permette al bimbo di gestire meglio il dolore. Infatti c’è minore necessità di ricorrere alla terapia analgesica o sedativa, e di conseguenza meno necessità di aver lì presente l’anestesista.
Il bimbo, poi, collabora meglio con i medici e dunque si riducono anche le tempistiche di esecuzione della procedura. Non solo, il piccolo finita l'operazione e tolto il visore non deve rimanere in osservazione due ore, nell’attesa di capire se si verificheranno o no i sintomi collaterali legati alla sedazione, come vomito, nausea o vertigini, perché non avrà avuto bisogno di essere sedato.
Cosa vede il bimbo grazie al visore?
Il visore funge come distrattore, infatti presenta al bambino un gioco interattivo. Il piccolo con gesti semplici deve per esempio far cadere dei birilli o con un martelletto in gomma schiacciare oggetti che compaiono su una tavola davanti a lui. Per ora abbiamo questi giochi semplici ma speriamo in futuro di avere dei giochi adatti anche ad adolescenti e preadolescenti.
In che modo il bimbo riesce a fare un gioco interattivo con il visore se nel frattempo i medici lo stanno operando?
Il bimbo che ha un minimo di 7 anni, innanzitutto viene posizionato sul lettino con un’inclinazione a 30 gradi e non completamente sdraiato. A 10 minuti dall’inizio dell’operazione oltre al visore, gli viene dato da tenere nella mano destra o sinistra un joystick, anche se prima o poi avremo dei visori che funzioneranno senza neanche il bisogno di questo secondo apparecchio.
A quel punto il bambino viene inconsciamente immobilizzato, grazie al visore, senza bisogno della sedazione. Così il team di medici può operare in tranquillità e sicurezza.
I bimbi davvero durante l’operazione non provano dolore?
Sì, le faccio un esempio, un bimbo dopo un’operazione, che ha sopportato da fermo senza sedazione, grazie al visore, è rimasto altri 30 minuti con il visore, continuando a giocare senza accorgersi che la manovra era finita. È un distrattore e come tale, distoglie il bimbo dal dolore.
In futuro cosa permetterà la tecnologia ai bimbi in ospedale?
Il sogno e la speranza è quella di riuscire un giorno a deambulatorizzare i piccoli pazienti, formando i genitori all’utilizzo di questi visori che i bimbi potranno portare a casa e utilizzare per fare delle visite a distanza e continuare a curarsi nel posto che li fa sentire più al sicuro: casa propria.
Abbiamo anche dei piccoli devices che dati alle famiglie, permetteranno al medico di auscultare il torace, il cuore del bambino, valutare la sua cute, le orecchie e lo stato delle tonsille, a distanza, mentre il bimbo è a casa propria. Il sogno delle famiglie e anche dei medici è proprio la possibilità di deospedalizzare i piccoli pazienti non ancora guariti, per rendere l’ospedale il luogo delle emergenze o delle complicazioni, dell’attivazione della terapia e la casa il luogo sicuro in cui poter continuare le cure.
Quindi la tecnologia non è sempre un male per i bambini?
No certo, il bimbo malatom, grazie alla tecnologia, potrà tornare a mangiare il cibo cucinato dai suoi genitori, giocare con i suoi giocattoli, con i suoi fratelli o il cagnolino che adora, senza sentire odori e rumori di ospedale, riuscendo comunque ad essere seguito a distanza da uno specialista. Poi, in secondo luogo, il personale medico infermieristico scarseggia e la tecnologia può far fronte a questo problema.