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Come uscire da una relazione tossica con i propri genitori: i consigli della terapeuta

Alcuni genitori vogliono continuare ad esercitare un controllo asfissiante sui figli anche quando questi sono ormai adulti e indipendenti. Per spezzare un simile legame, i figli devono quindi affrontare di petto la decisione, comunicando con chiarezza il proprio bisogno di autonomia e definendo chiari confini senza cadere nella trappola del senso di colpa.
A cura di Niccolò De Rosa
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Le relazioni familiari possono infatti evolversi in situazioni molto complesse, soprattutto quando il legame tra genitori e figli adulti diventa fonte di stress e malessere. Una recente testimonianza lasciata da una quarantenne su un popolare forum statunitense dedicato alla maternità ha riportato alla luce una questione delicata: il comportamento oppressivo di alcuni genitori che di fronte a confini stabiliti dai figli – ormai adulti e desiderosi di maggiore autonomia – reagiscono con silenzi punitivi o atteggiamenti manipolatori.

Il racconto della donna ha immediatamente attirato l'attenzione dei media e l'HuffPost, ha chiesto un parere all'esperta Debbie Haring, psicoterapeuta e consulente relazionale, per approfondire il delicato tema dei cosiddetti "genitori tossici" e capire quali strategie adottare per provare a gestire una dinamica familiare tanto complicata

Riconoscere i modelli di attaccamento

Per Haring, comprendere i modelli di attaccamento sviluppati nei primi anni di vita (ossia le modalità di relazione instaurate tra il bambino e l'adulto che si prende cura di lui) e riconoscerne gli effetti sulle dinamiche attuali è il primo passo per affrontare un rapporto difficile con i propri genitori.

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Le modalità di relazione con i genitori non nascono dal nulla, ma affondano le radici nell'infanzia. I modelli di attaccamento formatisi nei primi anni di vita continuano a influenzare il modo in cui ci rapportiamo a loro da adulti. Essere consapevoli di questi schemi aiuta dunque a comprendere meglio le proprie reazioni emotive e a gestire le interazioni con maggiore lucidità. L'obiettivo, spiega Haring, deve essere pertanto quello evitare di cadere in automatismi dannosi e prendere decisioni più consapevoli riguardo ai confini da stabilire con la famiglia d'origine.

Come gestire un genitore tossico

Affinché una relazione possa evolversi in modo sano, entrambe le parti devono essere disposte a confrontarsi in modo aperto e costruttivo. In questo cruciale passaggio, la psicoterapeuta sottolinea l'importanza di comunicare con onestà e senza atteggiamenti conflittuali ciò che il figlio vorrebbe cambiare nella relazione con il genitore, affinché il dialogo non si trasformi in uno scontro.

In questo percorso può essere utile confrontarsi con persone di fiducia, come amici, partner o fratelli, per riflettere sui limiti da stabilire. Porsi domande su cosa si ritiene accettabile ("Mi sento a mio agio ad andare ogni domenica a pranzo dai miei?"; "Ogni quanto sono disposto a sentire telefonicamente mamma o papà senza sentirmi controllato"?) e su quali comportamenti non si è più disposti a tollerare è un altro un comportamento essenziale per costruire relazioni più equilibrate.

Stabilire e mantenere confini chiari

Ultimata questa fase di auto-analisi, il figlio o la figlia deve quindi passare all'azione, definendo confini per aiutare a tutelare il proprio spazio emotivo e a ridurre il senso di oppressione causato da dinamiche familiari soffocanti. Ciò significa essere molto chiari su quanto tempo si può dedicare ai genitori e comunicare queste decisioni in modo fermo ma rispettoso è fondamentale.

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Frasi come: "So che vorreste vedermi più spesso, vi voglio bene, ma in questo momento la mia vita è molto piena. Possiamo programmare in anticipo qualche incontro?" possono essere utili per stabilire un nuovo equilibrio tra il proprio benessere e il desiderio di mantenere un rapporto con la famiglia.

Mai sentirsi responsabili reazioni altrui

Secondo Haring, uno degli aspetti più difficili da gestire è proprio il senso di colpa che può derivare dalla definizione di simili paletti.

"Loro reazioni potrebbero avere più a che fare con le loro lotte interiori che con il comportamento dei figli" ha affermato. Se poi i genitori rispondono con il silenzio o il distacco emotivo, è importante non prenderlo sul personale e non sentirsi in dovere di "aggiustare" la situazione. Mantenere un atteggiamento calmo e distaccato, senza cedere alla tentazione di assecondare richieste irragionevoli, è la chiave di volta per non alimentare ulteriormente meccanismi tossici.

Parola d'ordine: tutelare il proprio benessere

Come si può facilmente intuire, affrontare un rapporto difficile con i genitori non è affatto una passeggiata e potrebbe rivelarsi un impegno lungo ed emotivamente estenuante. Per questo, conclude Haring, è essenziale circondarsi di una rete di supporto e imparare a chiedere aiuto quando necessario.

La tendenza a voler gestire tutto da soli può sembrare un atteggiamento naturale (dopotutto si sta cercando di smarcarsi dal altrui, perché tirare in allo altre persone?) ma alla lunga può diventare molto controproducente, negandosi la possibilità di ricevere il sostegno necessario da parte di partner, amici o altri parenti che conoscono la situazione. Riflettere sulle proprie energie emotive e dare priorità al proprio benessere senza lasciarsi schiacciare dal senso di colpa è quindi un passo fondamentale per costruire relazioni più sane e autentiche. Anche perché affrontare la tossicità nei rapporti familiari non significa necessariamente tagliare i ponti, ma imparare a stabilire limiti chiari con tutti per proteggere la propria serenità

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