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Come scegliere il nome dei figli nonostante la pressione della famiglia: i consigli degli esperti

Decidere il nome di un figlio è compito esclusivo dei genitori, tuttavia non sempre è facile resistere alle interferenze e alle aspettative del resto della famiglia. Un gruppo di esperti ha fornito alcuni suggerimenti per preservare le proprie preferenze senza per forza dover litigare con tutto il parentado.
A cura di Niccolò De Rosa
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Per genitori in dolce attesa, la scelta del nome da dare al proprio bambino dovrebbe essere un momento emozionante e, soprattutto, molto personale. Non di rado però, questa fondamentale tappa di avvicinamento alla nascita di una nuova vita si trasforma in una vera e propria questione di famiglia, con carichi di stress, aspettative e pressioni non indifferenti.

Tra nonni che sperano di vedere perpetuato il nome di un antenato, zii con suggerimenti strampalati e parenti con opinioni forti (e spesso mai richieste), decidere come chiamare il bebè in arrivo diventa così una vera impresa, soprattutto se i nomi che si hanno in mente si discostano da quelli suggeriti dal resto della famiglia.

Per aiutare i genitori a gestire simili interferenze e fare in modo che la volontà altrui non impedisca a mamme e papà di scegliere un nome soddisfacente, un team di esperti intervenuti sul sito americano Parents ha stilato una lista di consigli per venire a capo del problema.

Sopportare il peso delle aspettative

Per Colleen Slagen, consulente di nomi per bambini di Boston, l'atteggiamento giusto prevede il fatto di non forzarsi a farsi piacere qualcosa che in realtà non è gradito. Se non si è completamente convinti del nome suggerito dal resto della famiglia – sia quello del nonno, del genitore o del caro parente scomparso tragicamente – allora quella non la scelta giusta per il proprio figlio.

Slagen poi ritiene che rivelare in anticipo il nome scelto non sempre può essere una buona idea, soprattutto se si conosce la propria famiglia e si sa che potrebbero sorgere discussioni.

Anche Tammy Gold, terapista e coach genitoriale, è dello stesso parere: se il nome può sconvolgere i parenti, meglio non rivolgersi a loro per un feedback.

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Stabilire confini chiari

Per quanto si possa voler bene ai propri cari, ci sono decisioni che riguardano solo i genitori e il resto della cerchia di parenti, amici e conoscenti deve essere ben consapevole che ci sono dei limiti oltre i quali è bene non ficcare il naso.

Emma Giordano, coordinatrice di servizi di terapia di gruppo e mindfulness, ha chiarito come stabilire dei confini non significhi dire agli altri cosa fare o cosa non fare, ma piuttosto cosa faremo noi se i nostri limiti dovessero essere superati. In questo caso specifico quindi, è fondamentale fare squadra con il proprio partner e decidere insieme quale condotta seguire: quali pareri è meglio ascoltare? Quali ignorare? E chi può essere adatto a fornire un consiglio sulla questione?

Se, ad esempio, i suoceri continuano a manifestare opinioni non gradite, Giordano suggerisce di far fronte comune con l'altro membro della coppia e comunicare con chiarezza le proprie intenzioni e il disagio comportato da simili intrusioni.

L'importante è essere gentili (ma irremovibili) per non esacerbare gli animi.

Come gestire l'eventuale delusione della famiglia

Se dopo la decisione definitiva qualche componente della famiglia proprio non riesce a darsi pace, la soluzione non è né chinare il capo e dargliela vinta, né cercare lo scontro. In questi casi la diplomazia rimane l'unica arma davvero vincente.

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Per Peta-Gaye Sandiford, consulente di salute mentale, una strategia accomodante potrebbe essere quella di rassicurare nonni, zii e cugini sul ruolo positivo che avranno nella vita del bambino, indipendentemente dal nome scelto.

La terapista Michelle Hunt suggerisce poi di far capire alla famiglia che la scelta del nome non riduce in alcun modo il rispetto per loro o per il retaggio familiare. Così facendo, anche i più testardi e ligi alle antichi tradizioni verranno confortati dal fatto che il piccolo respirerà a pieni polmoni l'appartenenza alla famiglia anche senza chiamarsi come il caro trisavolo che fondò

Far capire che la famiglia sarà parte integrante nella crescita del figlio anche se questo non si chiamerà come il trisavolo che tutte le cene di natale viene ricordato con un brindisi.

E se ciò non dovesse bastare ad evitare conflitti? Qualora le tensioni andassero a intaccare anche il rapporto con il partner, Sandiford raccomanda di considerare la consulenza di coppia per risolvere le tensioni. Se invece il problema è solo esterno, l'unica cosa da fare è portare pazienza e aspettare che il tempo attenui i dissapori.

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